Comincia un nuovo anno ma non si esaurisce l’esigenza di trovare un ordine nel caos della sempre più grande offerta di serialità televisiva che troviamo nelle varie piattaforme. Per questo torniamo con la rubrica bisettimanale che vi consiglia alcune delle migliori serie del momento. Tra prodotti italiani e stranieri, serie d’autore e commerciali, anche in queste prime settimane del 2023 ce n’è per tutti i gusti.
IL NOSTRO GENERALE – Iniziamo con un consiglio obbligato, quasi scontato. Tra le tante fiction proposte dalla Rai, Il nostro generale è sicuramente tra le più interessanti dell’ultimo periodo. Presentata al Torino Film Festival (qui il nostro articolo) e con protagonista uno dei volti più prestigiosi del nostro cinema, Sergio Castellitto, la serie promette di raccontare la vicenda umana e professionale di Carlo Alberto dalla Chiesa con un taglio quasi cinematografico. Un prodotto cruciale per rivivere il periodo storico degli anni di piombo da un punto di vista inedito e sorprendente. Gli 8 episodi sono già disponibili in streaming su Rai Play.
LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI – Anche qui si toccano i vertici di quello che il piccolo schermo italiano può offrire al pubblico. La trasposizione dell’ultimo romanzo della più popolare autrice italiana al mondo, Elena Ferrante, in una serie curata in ogni minimo dettaglio – grazie anche al budget investito da Netflix – con un cast impreziosito da nomi come Valeria Golino e Alessandro Preziosi. Ma l’elemento che più affascina è di certo la mano del giovane e talentuoso regista Edoardo De Angelis, che tratta la materia con piglio autoriale, valorizzando il racconto con il suo stile subito riconoscibile. La vita bugiarda degli adulti è una serie di qualità che ci fa immergere in una vibrante Napoli degli anni ’90 attraverso dei personaggi che gran parte del pubblico italiano e mondiale già amava.
SONO LILLO – Restiamo in Italia, ma cambiamo completamente tono. Dopo il successo clamoroso della prima stagione di Lol – Chi ride è fuori, Prime Video investe in uno dei personaggi che più ha fatto ridere il pubblico: Lillo, con il suo esilarante Posaman. Sono Lillo è una serie metanarrativa, che prende a piene mani dallo stile – e dal cast – di Boris per offrire una parodia del mondo dello spettacolo italiano con la presenza di alcuni dei nomi più importanti della stand up comedy italiana come Valerio Lundini ed Edoardo Ferrario e con continui riferimenti cinematografici a film come Birdman (evidente la sovrapposizione tra Posaman e il supererore che ossessionava il personaggio di Michael Keaton). Una serie agile, divertente e, soprattutto, originale che si posizione con intelligenza nell’offerta già ampia di Prime.
COPENAGHEN COWBOY – Allontaniamoci dal Bel Paese, ma non troppo. Giusto un po’ più a Nord, in Danimarca per la precisione, nazione di uno dei più talentuosi cineasti della sua generazione: Nicolas Winding Refn. L’autore torna sul piccolo schermo con una serie disponibile da qualche giorno su Netflix: Copenaghen Cowboy. Presentata a Venezia, si tratta della solita magistrale prova registica di Refn, che torna nella comfort zone della sua lingua materna dopo quasi vent’anni per seguire la storia di vendetta dell’enigmatica Miu alle prese con il bizzarro e crudele sottobosco criminale danese. Un thriller noir sospeso tra grottesco e simbolismo, superstizione e sovrannaturale che rappresenta un continuo piacere per l’occhio e per lo spirito.
THE PATIENT – Da un thriller all’altro, anche se dell’approccio molto diverso. The Patient, miniserie prodotta da FX e disponibile su Disney+, è una storia molto semplice e lineare, interamente incentrata sulla psicologia dei personaggi, anzi sulla psicologia in senso lato. Protagonista è il candidato all’Oscar Steve Carell, che si presta a un ruolo atipico per la sua carriera interpretando uno psicologo ebreo che viene rapito da un suo nuovo paziente. Interpretato da Domhnall Gleeson, il giovane uomo si rivela essere un serial killer che vuole trovare in una terapia “forzata” la cura alle sue ossessioni omicide. Oltre alle portentose interpretazioni dei due interpreti, spicca la scelta davvero originale di impostare il racconto su un formato di episodio di circa venti minuti: durata insolita per una serie di questo genere, ma che fornisce alla narrazione un ritmo spedito e incessante, senza mai perdere il focus sull’introspezione. Vi troverete a divorare i dieci episodi pur di scoprire cosa riserva il finale.
ECCO A VOI I CHIPPENDALES – Restiamo su Disney+ ma cambiamo completamente genere. La miniserie targata Hulu Ecco a voi i Chippendales ci regala forse uno dei migliori pilot degli ultimi tempi nel tentativo di raccontarci – con numerose licenze poetiche – la vera storia del re dello spogliarello: Somen ‘Steve’ Banerjee. Tipico racconto aspirazionale su un uomo che crea un impero dal nulla, ma che ha la sua originalità nell’ambientazione (la Los Angeles degli anni ‘70), nell’argomento (l’invenzione degli spogliarelli maschili) e, soprattutto, nel protagonista. Kumail Nanijani costruisce un personaggio curioso e intrigante: un imprenditore di origini indiane, al contempo geniale e ingenuo, ossessionato dallo stile di vita americano, dal lusso e dal successo, e disposto a spostare sempre più in alto l’asticella della propria moralità. L’aspetto vincente di Ecco a voi i Chippendales è la capacità di saper galleggiare tra i generi: commedia, thriller, racconto aspirazionale e crime si alternano in un flusso narrativo che difficilmente potrà annoiare.
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