Sergio Rubini: “Margherita Buy è la mia Barbie”


BARI – Dopo un’affollata lezione di cinema, Sergio Rubini ha presentato in anteprima, al festival di Bari, il Bif&st, il suo nuovo film Mi rifaccio vivo, distribuito in sala dal 9 maggio da Rai Cinema. Protagonisti Pasquale Petrolo (Lillo), Emilio Solfrizzi e Neri Marcorè in un gioco di specchi, scambi di identità e ritorni dall’Aldilà. “Una commedia sofisticata e teatrale”, la definisce il regista, che per sé si ritaglia un piccolo ruolo di barbone/deus ex machina e che, per descrivere questo suo nuovo lavoro cinematografico sul tema del doppio, finisce per citare Il Perturbante di Freud.

Aveva già affrontato specularità e reincarnazioni in un altro suo film, “L’anima gemella”: cos’è che dopo undici anni l’ha spinta a rielaborarlo in chiave più comica e surreale?
Quello del doppio è un tema che mi affascina da sempre. Plauto a parte, da ragazzino divoravo classici dell’800, a partire da Il sosia di Dostoevskij, da più grande ho approfondito la psicoanalisi, insomma mi affascina molto indagare la parte più sconosciuta di noi stessi, quella più autentica e con cui abbiamo familiarità. Il che mi fa orrore e mi seduce al tempo stesso. In fondo non siamo mai come appariamo: la realtà è una mistificazione.

Come mai una commedia?
Volevo fare un passo in avanti e sanare una ferita: L’uomo nero era un film sul rancore, questo è un film sul post-rancore. Una commedia più di stampo anglosassone per mostrare che l’erba del vicino ci sembra più verde soltanto perché non abitiamo nella sua casa, altrimenti ci accorgeremmo che è solo un disgraziato come noi.

E’ una commedia che non racconta nulla dei nostri tempi, se non la crisi degli imprenditori, e vira sul surreale tirando in ballo l’Aldilà. Perché questa scelta?
Perché mi interessava raccontare un tratto dell’anima, più che la società. Non volevo fare una commedia di costume: una vera industria cinematografica deve differenziarsi. Ad esempio, mi chiedo perché Tarantino sia libero di fare Django, che è un nostro film, mentre in Italia non si girano più western. E’ paradossale.

 

Toni Servillo, parlando del suo sodalizio con Anna Bonaiuto, ha tirato in ballo la Madonna, lei quale figura accosterebbe a Margherita Buy con cui lavora da anni?
Piuttosto la Barbie. La Barbie in costume da bagno al mare, la Barbie con la tuta da sci in montagna. E’ un gioco: io vedo tutto questo come un gioco, e considero Margherita un’attrice molto capace, in grado di fare qualsiasi cosa e interpretare qualunque ruolo. Per questo l’ho voluta anche in questo film, insieme a Valentina Cervi e Vanessa Incontrada.

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21 Marzo 2013

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