Pochi giorni dopo la vittoria del premio Oscar alla Miglior sceneggiatura originale per Anatomia di una caduta, arriva in Italia Senza prove di Bèatrice Pollet, un legal drama di produzione francese che indaga su una madre accusata di un terribile crimine. Senza forse i virtuosismi dell’acclamato film di Justine Triet, la dinamica che rende avvincente questo film è grossomodo la stessa: l’impossibilità di sapere come sono andati realmente i fatti e la disturbante sensazione di creare una sincera empatia con una donna che potrebbe avere compiuto un gesto deplorevole. L’ambiguità qui però sfuma rapidamente, restituendo il quadro di una donna vittima del proprio corpo e di un mondo che l’attacca con ferocia e in maniere pregiudizievole.
Il tema che la regista vuole affrontare è quello della negazione della gravidanza: una situazione estrema, sia dal punto di vista fisico che psicologico, per cui una donna si trova a portare a compimento un parto senza essere consapevole della propria condizione di gestante. Dopo nove mesi in cui il proprio corpo ha nascosto in maniera quasi perfetta i segni della gravidanza (ventre piatto, ciclo mensile ininterrotto), il trauma che la neo-mamma subisce al momento del parto è gravissimo. È quello che accade all’avvocata Claire, la protagonista del film interpretata da Maud Wyler, che si trova ad affrontare improvvisamente un parto nella solitudine del proprio bagno. Ciò che fa in seguito – ovvero abbandonare il neonato sul cassonetto dall’altra parte della strada – può davvero essere considerato un tentato infanticidio o un gesto compiuto in un momento di totale confusione?
Il film affronta il dramma personale di Claire, aggravato dal caso mediatico che si scatena e che la vede immancabilmente colpevole del tentato infanticidio del proprio terzogenito (aveva già avuto due figlie), e il caso processuale seguito dalla collega avvocata Sophie (Géraldine Nakache), sua amica dai tempi dell’università, che fa di tutto per impedire che la donna venga strappata alla propria famiglia. Dedicato alla memoria di Félix Navarro, fondatore della Federazione Francese per il Riconoscimento della Negazione della Gravidanza, il film è ispirata a diverse storie vere, su tutte quelle di una donna che è stata processata e condannata dopo la morte del proprio bambino durante il parto. “Questa donna è stata la prima a raccontarmi la sua storia, la prigione in cui ha trascorso 9 mesi. – racconta la regista – In un certo senso, è stata ‘la mia grande testimone’. Dunque, la mia motivazione è nata da questo incontro umano. Volevo parlare della sua sofferenza, di quella della sua famiglia e anche del suo bambino, perché lei aveva già un figlio. Tra l’altro lei compare nel film insieme a suo figlio che ora ha 20 anni”.
Il problema della negazione della gravidanza, che ben conoscerà chi segue il programma tv Non sapevo di essere incinta, è un tema estremamente delicato e Senza prove (il cui titolo in originale si traduce letteralmente con “Nemmeno tu hai visto niente”) riesce, grazie alla buona scrittura e alle convincenti interpretazioni, a ricostruire lo stato emotivo non solo della madre, afflitta dal senso di colpa e da una sorta di amnesia post-traumatica, ma anche delle persone che la circondano. che devono pian piano fare i conti con una situazione che istintivamente ci sembra senza senso. Tale, infatti, è l’idealizzazione che tutti abbiamo della maternità che la sola idea di una gravidanza negata ci sembra totalmente respingente. “La negazione della gravidanza è un problema per la nostra società perché riguarda in maniera profonda il corpo della donna. – spiega Pollet – Ho scelto di non avere un figlio e ho dovuto affrontare gli sguardi degli altri, sguardi di incomprensione uniti al sospetto che probabilmente sono simili a quelli che diamo alle donne dopo la loro negazione della gravidanza. Queste donne, tra cui avrei potuto essere, mi hanno scosso con le loro storie, l’assurdità e spesso l’ingiustizia delle loro situazioni”.
Fondendo il meccanismo efficace del thriller procedurale a quello del dramma psicologico e familiare, Senza prove è un film che non solo riesce a scuotere ed emozionare il pubblico ma, soprattutto, che ha qualcosa di urgente da dire sui pregiudizi che ancora compromettono la vita delle donne. Il film sarà presentato in anteprima al C-Movie Film Festival di Rimini e uscirà nelle sale italiane dal 21 marzo distribuito da La Kitchenfilm.
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