Venticinque anni dopo l’uscita di Nirvana, il celebre film di fantascienza di Gabriele Salvatores, arriva Nirvanaverse, un’esperienza immersiva da vivere in tempo reale attraverso i social media, il Metaverso, un podcast e un Alternate Reality Game. In occasione del suo lancio il regista ha incontrato gli studenti all’Università “La Sapienza” di Roma nel corso di una lectio magistralis al Centro Congressi d’Ateneo. “Nirvana è uno dei film più importanti che ho fatto e lo amo molto: il fatto di sapere che a 25 anni di distanza viene ripreso da chi, nel 1997, non era nemmeno nato mi emoziona molto e dà anche un senso in più al mio lavoro”. Da oggi, grazie al reboot transmediale, vecchi e nuovi personaggi di Nirvana possono interagire in tempo reale con gli spettatori e con il regista e autore del film. Durante l’evento all’ateneo romano, Salvatores ha incontrato l’avatar di Solo, uno dei personaggi principali del suo film, all’interno del Metaverso ‘The Nemesis’ nello spazio virtuale di Rai Cinema, media partner del progetto. Nirvanaverse, realizzato in occasione del venticinquesimo anniversario dall’uscita del film interpretato da Diego Abatantuono e Christopher Lambert, vuole celebrare la storia e i personaggi raccontati in Nirvana e le sue tematiche, dalle riflessioni sull’identità digitale al potere delle aziende Big Tech. Il progetto è promosso dal Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università “La Sapienza” di Roma.
“Mi sono sempre concentrato sul cinema e non sulle serie e sulla televisione perché io amo la stanza buia – ha detto il regista, dialogando con gli studenti – Ogni tanto serve prendere due ore di sospensione dall’interattività, ed è bello abbandonarsi al sogno di qualcun altro. Sono molto affascinato dal Metaverso, ma si deve nutrire della vita, altrimenti diventa solo mostrare gli effetti speciali: come molte altre nuove tecnologie, è importante sapere come usarle senza lasciarci utilizzare da loro. Chissà, magari un giorno potrei realizzare un film sul Metaverso”. “Le sperimentazioni servono – ha aggiunto – perché mostrano quello che si può fare, ma poi è importante anche che la gente venga a vederti. Un artista dovrebbe essere come l’acqua, scorrere verso il basso e cercare di adattarsi allo spazio che lo circonda: un artista deve stare sulla strada”.
Intanto, il prossimo film del regista che vedremo in sala in primavera (il 30 marzo) è Il ritorno di Casanova, interpretato da Toni Servillo, Sara Serraiocco e Fabrizio Bentivoglio: “È un film a cui tengo molto perché è la prima volta che parlo un po’ di me. Il protagonista è un regista un po’ più giovane di me che deve fare un film su Casanova anziano. Due persone in una fase di dilemma della vita, che si chiedono se si deve sempre ripetere il proprio personaggio o lasciarsi andare al qualcosa diverso… ve lo anticipo, la vita è più importante del cinema”.
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