Aronofsky primo regista di The Sphere, lo schermo sfera più grande al mondo

In collaudo il nuovo palazzo di Las Vegas, la più grande struttura sferica al mondo con oltre 16k schermi led che l'avvolgono interamente per eventi e concerti immersivi come mai prima


Stanno facendo il giro del web i primi incredibili collaudi della MSG Sphere di Las Vegas, il palazzo sferico più grande al mondo che promette di rivoluzionare concerti ed eventi live grazie a un’immersione nello spazio scenico senza precedenti. “La VR senza quei maledetti occhialini”, l’hanno definita i creatori James Dolan e David Dibble. “Abbiamo deciso di reinventare tutto l’intrattenimento dal vivo”. Lo skyline di Las Vegas cambia per sempre e lancia la città verso un paesaggio da film fantascientifico.

Con i suoi 16mila screen led che avvolgono la struttura dentro e fuori, The Sphere è un globo le cui potenzialità live – sistema audio più avanzato al mondo ed elementi interattivi come venti artificiali e profumi – verranno svelate per la prima volta in un concerto inaugurale degli U2. Poi, la vita di The Sphere avrà inizio e tra i suoi appuntamenti sperimentali trova spazio anche il cinema, invitato a popolare di immagini inedite questo schermo unico al mondo

Sarà Darren Aronofsky il primo regista a mettere le mani sulla distesa di led visibile da ogni punto di Las Vegas. Il regista di The Whale è al lavoro su una produzione immersiva dal titolo Postcard from Earthche utilizza l’innovativa tecnologia di The Sphere per riprendere scene del mondo. Il sistema ideato per la sfera prende il nome di Big Sky, un insieme di telecamere a obiettivo singolo con un sensore di immagine  che può catturare immagini 18k x189 fino a 120 fotogrammi al secondo. Il processo ha richiesto la presenza di due direttori della fotografia, il sodale collaboratore di Aronofsky Matty Libatique e il dop di Sphere Andrew Shulking, responsabile delle fotocamere Big Sky.

“Al suo meglio il cinema è un mezzo immersivo – ha raccontato il regista a The Hollywood Reporter – che trasporta il pubblico fuori dalla sua vita normale, sia che si tratti di fantasia e evasione, un altro luogo e tempo, o l’esperienza soggettiva di un’altra persona. The Sphere è un tentativo di comporre quell’immersione”.

Il film è ora in postproduzione. “Un processo di apprendimento”, continua Aronofsky, “perché la tecnologia è nuova: un film di mezzo petabyte che utilizza oltre 160.000 altoparlanti, è sbalorditivo”. Il regista descrive il film come un documentario sperimentale e fantascientifico, con elementi narrativi. “Un viaggio nel profondo del nostro futuro mentre i nostri discendenti riflettono sulla nostra casa che viene condivisa”.

Nel 2018 Aronofsky vinse al Festival di Venezia nella sezione Realtà Virtuale con un film da lui prodotto, Spheres: Songs of Spacetime. Un viaggio, scritto e diretto da Eliza McNitt, nelle profondità dello spazio. Un primo esperimento di “sphere experiences”, che il nuovo palazzo di Las Vegas applica a uno spazio fisico.

Il regista de Il Cigno Nero si occupa da anni di temi legati all’ambiente. Oltre alle collaborazioni con National Geographic, per cui ha firmato il documentario One Strange Rock, Aronofsky infonde le sue storie di richiami all’emergenza climatica. Scalpore fece nel 2017 Mother!, in cui una Jennifer Lawrence bruciava assieme alla casa tanto amata per via dell’incuria di ospiti sempre più numerosi. “La casa di madre! è il nostro pianeta”, aveva esplicitato il regista.

La prima di Postcards from Earth è in programma il 6 ottobre. Aronofsky è certo della potenzialità dello strumento, nuovo mezzo per colpire lo spettatore con esperienze che restino e restituiscano la meraviglia di un’immagine alta 20 piani. “Mentre diversi artisti ci giocano, sono sicuro che troveremo modi innovativi per usarlo e influenzare il pubblico in diversi modi. L’abbiamo progettata per essere il più efficace possibile per comunicare il messaggio che volevamo trasmettere in modo emotivo, quindi si tratta meno del genere che dell’esperienza del pubblico”.

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08 Luglio 2023

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