Salvatores e i superpoteri dell’anima

Il regista ha ricevuto il Premio Bianchi e ha mostrato una clip del suo nuovo film, Il ragazzo invisibile che sarà in sala l'11 dicembre con 01


VENEZIA – Il ragazzo invisibile diventa visibile. Gabriele Salvatores, che ha ricevuto il Premio Bianchi del Sngci dalla presidente Laura Delli Colli, ha portato con sé una piccola clip del suo nuovo film che si muove tra fantasy e angosce quotidiane di un adolescente qualsiasi ma speciale. Nella breve sequenza, proiettata in uno spazio Luce Cinecittà gremito di giornalisti e curiosi, il giovane Ludovico Girardello si alza dal letto e scopre all’improvviso, mentre si lava i denti, di essere diventato invisibile. Non si vede riflesso nello specchio e non lo vede la mamma Valeria Golino. L’unico a percepire la sua presenza è il cagnolino che abbaia contro il nulla…

“Durante l’adolescenza tutti abbiamo desiderato o subìto l’invisibilità – spiega il regista, che ha elaborato un’idea di Nicola Giuliano e Francesca Cima, produttori con la Indigo della pellicola in sala l’11 dicembre con 01. “I superpoteri sono un archetipo contemporaneo, molto usato dal cinema commerciale. Nicola Giuliano mi ha chiesto quale fosse il superpotere più economico e abbiamo pensato che fosse l’invisibilità. In realtà non è vero per niente. Anzi, è più difficile fare una penna che scrive da sola piuttosto che l’esplosione di un’astronave. Però l’invisibilità ci piace perché è il superpotere dell’anima”. E anche gli effetti speciali del film, interpretato anche da Fabrizio Bentivoglio, saranno quelli “del cuore più che della tecnologia”.

Il protagonista è un tredicenne abbastanza sfigato, maltrattato dai bulli della scuola, insicuro e insoddisfatto di sé. “So che può sembrare un’eresia – aggiunge Gabriele – ma in qualche modo c’è un riferimento a E.T. anche se poi il mio obiettivo è stato somigliare a Lasciami entrare nella versione svedese”. Salvatores ha avuto un enorme successo a Venezia con il suo Italy in a day. Molti applausi e commozione, molta attenzione della stampa, grande soddisfazione di Rai e Rai Cinema per questo documentario collettivo. Un altro tassello di un’affermazione forte del cinema italiano, a partire dai tre titoli del concorso. “Da quando ho cominciato a fare cinema sento parlare di crisi – riflette l’autore di Mediterraneo – ma adesso qualcosa è cambiato. Quando parlo con Saverio Costanzo o Paolo Sorrentino o con alcuni giovani produttori, ritrovo un clima simile a quello del teatro degli anni ’70 con cui ho cominciato. C’è dialogo e la vera rinascita parte da lì. Questo è un momento positivo, che mi auguro saremo in grado di capitalizzare, anche con la voglia di fare qualcosa che possa magari dare fastidio a qualcuno. Chissà, potrebbe nascere una nuova piattaforma distributiva o una nuova casa di produzione”. Per il direttore della Mostra Alberto Barbera “è bello che il Premio Bianchi sia consegnato proprio il giorno dopo la presentazione di Italy in a day, un lavoro diverso dagli altri, che indica una strada: costruire una comunità là dove c’erano solo individualità staccate”. E, a conferma del fatto che questo percorso viene da lontano, insieme al Premio Bianchi è arrivata anche la targa vinta, e mai ritirata, per il documentario 1960.

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