‘Nella tana dei lupi 2’: un action americano riunisce Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino dopo ‘Gomorra’

I due attori si ritrovano nel film in sala con Lucky Red dal 6 marzo


Il sequel dell’adrenalinico action movie, Nella tana dei Lupi 2: Pantera, in sala con Lucky Red dal 6 marzo, riporta sul grande schermo il detective “Big Nick” O’Brien (Gerard Butler) e il ladro fuoriclasse Donnie Wilson (O’Shea Jackson Jr.). Questa volta, la dinamica tra i due storici rivali si evolve in un’inaspettata alleanza, dando vita a un mix esplosivo di tensione e umorismo.

Costretti a collaborare, Nick e Donnie si lanciano in un’impresa ancora più ambiziosa: una colossale rapina nella più grande borsa di diamanti del mondo. Con la posta in gioco più alta che mai, il film promette sequenze d’azione spettacolari e colpi di scena mozzafiato.

La storia riprende da dove si era interrotta, per lanciare i due protagonisti in una nuova avventura. Il visionario regista Christian Gudegast, che ha scritto e diretto il primo capitolo, torna dietro la macchina da presa, ampliando il mondo di questo franchise e spingendo al massimo l’azione, la posta in gioco, le acrobazie e l’evoluzione della dinamica tra Nick e Donnie. Secondo Gerard Butler, il film riesce a cogliere appieno “l’intera gamma delle emozioni, dalla gioia più sfrenata alla spietatezza più efferata, con tutto quello che c’è nel mezzo”.

“È perfettamente in linea con il personaggio di Nick”, aggiunge Gudegast. “Ed è questo che entrambi i film esplorano: quel labile confine tra poliziotto e criminale, che a volte è quasi invisibile. L’uno esiste solo in virtù dell’altro”. “Ci è voluto più tempo di quanto ci aspettassimo per dare vita a questo sequel”, afferma il produttore Tucker Tooley, “e sappiamo che il pubblico lo attendeva con ansia”.

Aggiunge il produttore Alan Siegel: “C’era grande attesa per il seguito e ora finalmente possiamo presentare un film che non solo è all’altezza del primo, ma che sarà ancora più sorprendente”.

All’inizio di questo secondo capitolo, ritroviamo Nick in una fase di profonda crisi, ancora scosso dall’umiliazione subita per mano di Donnie durante la rapina alla Federal Reserve di Los Angeles, evento che ha segnato il primo film Nella tana dei lupi.

La sua vita è andata in pezzi: sospeso dalla polizia e alle prese con un divorzio imminente, Nick è furioso. Non è abituato a perdere e ora si rende conto di aver sottovalutato Donnie, che nel frattempo è sparito dalla circolazione. Rifugiatosi nella clandestinità, il ladro fuoriclasse si è unito a una banda di criminali europei, pronto a mettere a segno un nuovo, ambizioso colpo.

A questo punto, per Nick esiste un solo obiettivo: la vendetta.

“Quando lo rivediamo, Nick sta attraversando un periodo difficile e non riesce ad accettare tutto quello che è successo da quando è stato fregato da Donnie alla fine del primo film”, spiega Butler. “Da un lato è impressionato dall’intelligenza di Donnie, ma dall’altro vorrebbe avere la possibilità di misurarsi ancora una volta con lui”. “In Nella tana dei lupi, Christian ha tenuto separati i personaggi dei criminali da quelli delle forze dell’ordine, quindi non c’è stata molta interazione tra noi – aggiunge Jackson – Non ho avuto la possibilità di parlare granché con Gerard. Invece, in questa occasione abbiamo potuto interagire molto di più”.

Ad arricchire il cast, un’importante presenza internazionale, tra cui gli attori italiani Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino, di nuovo insieme dopo Gomorra, che aggiungono ulteriore spessore a un film perfetto per gli amanti del genere.

Viene da chiedersi come ci si trova a prendere parte a un kolossal americano.

Commenta Esposito: “Non ho mai fatto provini. Ma d’altro canto Gomorra è stato il più grande successo italiano all’estero degli ultimi 15 anni. Quando vedi da grandi registi e produzioni internazionali la stima non può che essere un vanto. In Italia il problema è che la maggior parte dei progetti che pensiamo sono solo per il nostro orticello. Pochi hanno un orizzonte di respiro internazionale e questo ci limita”.

Spiega Cerlino: “Ma non sempre è stato così. Il cinema italiano ha una grande tradizione e capacità creativa. Per esempio nell’improvvisazione. Sul set di Hannibal è stata una dote fondamentale. Ora si è costruito nei confronti dell’estero un imbarazzo e una sudditanza psicologica. Sembra che gli italiani non abbiano posizioni chiare nei confronti dell’estero, e questo non solo sotto l’aspetto del cinema. Non parlo di politica, di destra o sinistra, ma di identità culturale. Ricordiamoci che essere italiani è una bella cosa. Lawrence Fishburn è contento di fare grosse produzioni, ma è ancora più felice quando lo chiamano per qualcosa di indipendente. In quel caso, dice, fa il cinema vero. Hollywood non corrisponde al cinema americano”.

Prosegue ancora Esposito: “Il film ha rappresentato una sfida. Interpreto un ladro balcanico e ho dovuto imparare il serbo. Ma avevamo anche molto tempo per fare il nostro, per un action è importante. In questo senso il denaro agevola il lavoro”.

“E’ un film di genere – documenta Cerlino – ma anche d’autore. Il regista ha scritto per Oliver Stone. E’ chiaro che si lavora in maschera, ma non è un action qualsiasi”.

Quanto a Gerard Butler, racconta Esposito: “sono cresciuto con il suo Leonida. E’ stata una bella scoperta, è una superstar, ma anche lì ho superato la sindrome di sentirmi inferiore. Abbiamo maestranze apprezzatissime all’estero e non vedo perché noi attori dovremmo essere da meno. Gli ho detto che ero un suo fan e lui ha risposto “non voglio essere così vecchio!”. Io ho imparato il serbo, tanti attori americani non riescono a imparare l’italiano, va detto”.

“Comunque – conferma Cerlino – Gerard è un grande professionista, molto colto, ama Dante e la nostra cultura, la musica classica. Cenavamo insieme, siamo diventati amici”.

C’è voluto un progetto internazionale per rimettere insieme due protagonisti di Gomorra: “Questo – riflette Esposito – è perché non abbiamo un vero star system. Parliamo tanto di formule ma produciamo troppo. Bisogna fare meno e dare più tempo e budget a registi e produzioni”.

“E forse – aggiunge Cerlino – temono di richiamare troppo proprio Gomorra. Quello che poi ci vorrebbe sarebbero semplicemente buone storie”.

Tra le scene più difficile un inseguimento a Tenerife: “Ho avuto paura – dice Esposito – quando ho visto sotto di me uno strapiombo, avevo un kalashnikov in mano… non vedevo l’ora che finisse. Ero un grande fan del primo film, quindi ero già pronto. E naturalmente ho una gran cultura d’azione USA, tra Stallone, Schwarzenegger e Bruce Willis. Non ho dovuto ripassare… ero preparato”.

C’è un’interessante anteprima, in chiusura, un film da regista per Cerlino, Avemmaria, tratto da un romanzo best seller autobiografico dello stesso Fortunato, ‘Se vuoi vivere felice’, dove Esposito farà da protagonista. “Un coming of age – racconta – dove la camorra è solo a latere. E’ la storia di un bambino che crede nella fantasia, non come rivalsa o fuga ma come progetto, in contrasto con la realtà di provincia. Ho evitato rappresentazioni del Vesuvio da cartolina. Io e Salvatore siamo amici, ma lui ha fatto un’indagine pazzesca, come se fosse il suo primo film. Anche una camminata è stata preparata al dettaglio per rendere una scena da brividi. E ci sono anche degli attori eccezionali, magari non di nome, ma che vi stupiranno. Ho voluto essere libero, e questo significa anche scoprire talenti. Volevo che fosse esattamente l’attore giusto per il personaggio, senza vincolarmi alla fama del nome”.

Il regista di Nella tana dei lupi, inoltre, ha annunciato un terzo capitolo: “Però – dicono i due – non ne sappiamo nulla. Speriamo di esserci”.

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05 Marzo 2025

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