Settembre è il mese del documentario nella perla delle Eolie.
Torna, da domani a domenica 17 il Salina Doc Fest – Donna Oltre Confini, fondato e diretto da Giovanna Taviani. Il festival del documentario narrativo, dedicato alla donna e alle donne, si svolge sull’isola eoliana con un programma ricco di proiezioni, incontri e spettacoli dal vivo, dedicato alla figura femminile e alle azioni audaci e coraggiose che hanno segnato la storia e il linguaggio cinematografico (clicca qui per leggere il programma del festival nei dettagli).
“Continua il nostro discorso sull’Isola come metafora femminile – sottolinea Giovanna Taviani – il cui unico confine è il mare. Nel nuovo concept realizzato da QMI Stardust, dalle acque profonde delle Isole Eolie emerge un’isola che ha i contorni mutevoli e fuggenti di una donna: è l’isola di Salina, detta anche Didyme, che nel greco antico significa gemella, per i due coni di vulcano che la attraversano e che visti dal mare sembrano i seni di una dea supina emersa dall’acqua, con lo sguardo rivolto verso un nuovo orizzonte di libertà. L’urgenza del tema nasce da una riflessione su quanto sta accadendo oggi nel mondo, a cominciare dalla nuova rivoluzione iraniana, il cui slogan Donna Vita Libertà restituisce alle donne un ruolo di protagonismo attivo per un rinnovamento globale della società in senso democratico. Alla cinematografia femminile iraniana e alle sue protagoniste il Salina Doc Fest dedicherà un Focus Donne e Iran, nella speranza, e nella convinzione, che l’unico modo per aiutare il movimento delle donne iraniane è parlare di loro. Non farle sentire sole”.
Il film di apertura del festival, appena presentato alle giornate degli Autori di Venezia, è L’avamposto di Edoardo Morabito, distribuito da Luce Cinecittà: la storia di un eco-guerriero scozzese in Amazzonia che invita a essere un po’ folli per opporre resistenza a un mondo che corre verso l’apocalisse.
Il Salina Doc Fest premierà poi la cineasta iraniana Firouzeh Khosrovani (Premio Irritec), per il suo lavoro nel documentario narrativo che dà voce a una generazione esplorando le sfide affrontate dalle donne in Iran, dalla fine del regime dello Shah all’era della Repubblica Islamica.
Isabella Ragonese presenterà invece il suo debutto come regista in Rosa. Il canto delle Sirene, un toccante ritratto della cantautrice siciliana Rosa Balistreri. Il documentario rivela l’anima folk della Balistreri attraverso testimonianze di donne sicule che hanno incrociato la sua vita e la sua musica. Ragonese riceverà il Premio Omi-Fer per il suo impegno nel dare voce a storie significative e per la sua lotta a favore dei diritti umani. Dopo la consegna del premio la cantautrice Etta Scollo renderà omaggio a Rosa Balistreri con la sua musica, accompagnata dall’attore Gaspare Balsamo.
L’attrice, regista e sceneggiatrice Valeria Golino riceverà il Premio SIAE – Sguardi di Cinema, che celebra il legame tra il cinema di finzione e il documentario. Durante il festival, verrà proiettato il suo film d’esordio come regista, Miele. Il premio Ravesi andrà invece alla sceneggiatrice Francesca Marciano.
Il Concorso ufficiale del festival presenta sei documentari che raccontano storie di donne coraggiose e determinate, in lotta per la loro identità. La Giuria Ufficiale del Concorso è composta da Francesca Marciano, Anastasia Plazzotta e John Vignola, mentre gli studenti di Dams Roma Tre selezioneranno il loro documentario preferito (clicca qui per leggere il programma del festival nei dettagli).
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis