Sacro GRA: proiezione organizzata dal Comune di Roma

“Sacro Gra uscirà nelle sale il 26 settembre, ma vi annuncio che come regalo alla città il Comune ha organizzato una proiezione nel centro ‘Elsa Morante’ al Laurentino 38, alla presenza del regista Gianfranco Rosi, proprio una delle aree di cui parla la pellicola”. Lo ha annunciato il sindaco di Roma Ignazio Marino, presentando in Campidoglio la rassegna cinematografica Da Venezia a Roma”.  

”Questa è una giornata di gioia e di orgoglio – ha aggiunto il sindaco – per il premio che incorona una parte di Roma spesso dimenticata e che è ‘ la parte principale della nostra città. Piu’ di2 milioni di persone vive a ridosso del Gra quindi credo che questo premio sia significativo per il talento degli artisti, per quello del maestro Rosi ma anche significativo per la nostra città”. 

“La parte più emozionante è stata quando Bernardo Bertolucci ha annunciato la vittoria di un documentario – ha ommentato Rosi -Un segnale importante che segna una rottura, un cambio di linguaggio. Parlando con il maestro  lui ha sottolineato che questo film si eleva in un altro spazio ed ha una dimensione universale così come confermato anche dall’apprezzamento della stampa estera. Il primo anno è stato molto difficile capire cosa girare e filmare – dice – E’ stato un anno di adattamento. Non essendo di Roma è stato un lavoro di avvicinamento perché non capivo l’importanza di questa striscia d’asfalto. Quando ho iniziato ad incontrare le persone mi sono chiesto quante vi abitassero li attorno e mi ha impressionato il loro numero”. 

Le proiezioni in anteprima si terranno domani mercoledì 11 settembre alle ore 20.45 e alle ore 22.30 al Cinema 4 Fontane e a “Da Venezia a Milano” Martedì 17 settembre alle ore 13.00, 19.50 e 21.50 al Cinema Arlecchino. Gerardo Panichi, il presidente di DocIt, l’associazione dei documentaristi italiani, invita il pubblico ad approfittarne: “Vorrei fare un appello al pubblico:correte a vedere Sacro GRA. Se il film avrà successo al botteghino, forse si riuscirà a dare un’altra sponda ai documentaristi aiutando bravi autori e bravi produttori a raccontare storie che altri non raccontano. E che forse sono quelle che oggi vale più la pena vedere e ascoltare. Auspico vivamente che dopo questa vittoria la televisione pubblica prenda maggiore atto della vitalità del documentario – conclude Panichi – aumentando i piccoli budget a disposizione e dandogli maggiore spazio nella programmazione. Che il Ministero sia piu’ attento nel finanziare i documentari, non solo come cortometraggi ma anche come lungometraggi, che i distributori siano un po’ più coraggiosi così come lo sono stati Barbera e la giuria presieduta da Bertolucci”.