Roma-Parigi: il ruolo dell’esercizio e dello spettatore, esperienze e strategie a confronto

Il convegno ospitato nella sede dell’Ambasciata di Francia, e organizzato da ANEC Lazio, in collaborazione con AGPCI e France Odeon, promosso dall’assessorato alla Cultura di Roma Capitale


Si è svolto nei giorni scorsi il convegno “Roma-Parigi: il ‘cinema’ come modello di sviluppo socio-economico”, ospitato nella sede dell’Ambasciata di Francia, e organizzato da ANEC Lazio, in collaborazione con AGPCI e France Odeon, promosso dall’assessorato alla Cultura di Roma Capitale. Un minuto di silenzio in memoria delle vittime delle stragi di Parigi del 7 e del 9 gennaio, ha preceduto l’incontro tra i professionisti.

Il metro di paragone è stato il sistema francese, esaminato a partire dalla rete delle sale di Parigi. Bruno Blanckaert, proprietario e gestore del prestigioso cinema Le Grand Rex di Parigi, ha sottolineato il fondamentale ruolo della sala. Il rapporto con il pubblico, soprattutto con quello giovanile che è l’asse portante dell’esercizio cinematografico e per quanto riguarda il Rex conta 200mila presenze annuali alle matinée. Grazie anche all’introduzione della materia “educazione all’immagine e formazione del pubblico”, che è parte integrante del sistema dell’istruzione, sin dalla scuola primaria, la formazione del pubblico giovanile, ha ispirato il sistema francese a promuovere una politica di prezzo bloccato a 4 euro a biglietto per gli under 14.
A Parigi negli anni ‘80, ricorda Blanckaert, la compatta reazione degli esercenti alla chiusura di numerose sale nei centri storici ha permesso di ottenere dalle istituzioni le risorse necessarie al recupero dei vecchi cinema e all’apertura di nuovi. Apertura la cui autorizzazione è regolata, in primo luogo dagli organismi locali e in secondo grado a livello nazionale.

Hugues Quattrone, responsabile del CNC (Centre Nationale du Cinéma et de l’image animée) per l’esercizio cinematografico, ha esposto le modalità di redistribuzione della percentuale prelevata dal biglietto (prelievo di scopo) a sostegno dell’esercizio e previsto per tutti i comparti che sfruttano il prodotto cinematografico. In particolare il CNC, regola e assicura il corretto funzionamento degli strumenti di contribuzione che si concretizzano in aiuti all’esercizio (con risorse pari a circa 65 milioni di euro l’anno) di tipo automatico e selettivo (quest’ultimo assegnato in base alla natura della programmazione e al progetto culturale proposto al CNC dall’esercente).

Parte del fondo così costituito viene destinato all’adeguamento e alla modernizzazione tecnologica del cinema, attraverso un meccanismo di solidarietà inversamente proporzionale alla dimensione commerciale e competitiva della struttura (in Francia, consente un recupero del prelievo di scopo versato che arriva all’80% per i cinema con maggiori difficoltà, e al 30% per i multiplex).
Un altro tipo di sostegno selettivo è quello dedicato ai cinema Art et Essai, ovvero a quelle sale (sono circa 1100) che programmano film sperimentali o indipendenti: il contributo può arrivare per ogni sala a circa 19 mila euro l’anno. Il vantaggio riguarda la possibilità di riscattare una porzione del versamento che, sommato tra sostegno automatico e selettivo, può superare, in alcuni casi, l’importo complessivamente versato dall’esercente.

In Italia, rileva Andrea Occhipinti, presidente sezione Distributori dell’ANICA, non c’è mai stata l’effettiva volontà di mutuare il prelievo di scopo sugli incassi, destinato a tutti coloro che sfruttano il prodotto filmico. Leonardo Brogelli, portavoce della senatrice Rosa Maria Di Giorgi (PD), ha invece confermato l’elaborazione di un disegno di legge di iniziativa della Commissione di cultura del Senato.
Per il presidente ANEC Lazio Giorgio Ferrero “lo sguardo al modello francese deve trasformarsi in una fonte d’ispirazione. Esemplari sono la riduzione delle imposte locali e dell’aliquota IVA – che in Francia è fissata al 5,5%, ovvero la stessa applicata, per decreto legge, ai generi di prima necessità -, la salvaguardia delle sale storiche, e l’opposizione alla trasformazione dei cinema chiusi in altre attività commerciali”.
Inoltre, rispetto al vincolo di destinazione d’uso, il sistema francese, reputandolo incostituzionale in quanto limita le facoltà di azione sulla legittima proprietà, ha trovato un espediente fissando, nei casi di diversa destinazione d’uso, un tetto massimo al canone d’affitto che non superi un rialzo del 10%.

Francesco Ranieri Martinotti, direttore France Odeon-Festival del cinema francese, che ha moderato la tavola rotonda, ha chiuso l’incontro con l’auspicio di un’unica legge di sistema capace di far diventare l’industria del cinema e dell’audiovisivo un vero asse portante dell’economia italiana.

27 Gennaio 2015

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