ROBERTO BENIGNI


Il fatto di aver storicizzato l’arte del cinema con questo libro quasi scientifico – una contraddizione, scienza dell’arte, questa cosa così libera e sgangherata – ci aiuta a sapere cose dell’Oscar di cui nemmeno io sapevo niente. Mi chiedevo: ma in Italia, chi l’ha vinto l’Oscar oltre a me? Io pensavo di essere il solo! Ora questo libro di Silvia Bizio mi ha rovinato, perché mi sono accorto che ce n’è migliaia! Vincere l’Oscar è veramente come il Nobel. A me, ringraziando il cielo, mi volevano già molto bene, ma il fatto di aver vinto l’Oscar è un riconoscimento impareggiabile. Scatta qualcosa di cruciale nell’immaginazione della gente su questa cosa straordinaria. Questo libro ci ricorda quanti ci hanno preceduti: se io ho vinto l’Oscar non è solo perché sono stato bravo, ma perché c’erano tante altre cose dietro. Ora ho capito, leggendo questo libro, come mai mi hanno dato l’Oscar, perché venivo da delle fondamenta, da una montagna straordinaria che avevano costruito pietra su pietra.
Roberto Benigni Ci si domanda, come mai tanti italiani? Per l’universalità dei temi italiani, per il fatto che De Sica, che è stato il primo a vincere l’Oscar con Sciuscià, è proprio l’esempio straordinario di piccole idee e grandi film, faceva delle storie piccolissime e faceva dei film grandissimi che raggiungevano il cuore di tutti. Ho visto un filmato in cui Alberto Sordi in prima persona diceva, “semo primi in Europa, secondi nel mondo! Ce sarà un motivo no?”, e usciva di scena. Era la fine degli anni ’50, ed era vero, stava facendo una specie di statistica: l’Italia era davvero prima in Europa a produrre film e vincere premi. Non so come questo Rinascimento, questi Michelangelo e Leonardo da Vinci, queste statue alte duemila metri come Fellini, Rossellini e De Sica, siano stati distrutti da questo fanatismo del cialtronismo. Però, come si dice sempre, non c’è niente di meglio per rinascere che morire. Ora c’è un momento straordinario del cinema italiano, pur non avendo mai smesso di vincere premi in tutto il mondo anche nei periodi di crisi, e mi ha veramente fatto piacere vedere quante belle cose s’è fatto, cose di cui uno si scorda. E quindi avere questo documento sotto mano mi ha dato una grande soddisfazione.

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15 Marzo 2001

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