Imparruccato, con la barbetta da capra, intabarrato negli abiti settecenteschi del Conte di Cagliostro, Robert Englund, ovvero Mr. Nightmare, è a tratti irriconoscibile nel film di Ciprì & Maresco passato in Controcorrente. Prodotto con Rai Cinema, Istituto Luce e Tele+, nelle sale da venerdì prossimo in 40/50 copie, Il ritorno di Cagliostro, è un film parodia, che sembra quasi fare il controcanto a Segreti di Stato. “Naturalmente non è così – dicono i due registi – anche se la Sicilia di cui parliamo coincide con quella di Portella della Ginestra. Gli anni 1947-50, con l’illusione dell’indipendentismo, le collusioni mafia-curia, la riunificazione tra Cosa Nostra americana e mafiosi siciliani orchestrata dal gangster Lucky Luciano, la follia pirandelliana di aristocratici disposti a dilapidare patrimoni per creare a Palermo una piccola Hollywood”. Così la scalcinata Trinacria Film dei Fratelli La Marca, fabbricanti di statue devozionali, è ricalcata sulla realtà storica della OFS, l’Organizzazione Filmica Siciliana, e il sedicente regista Pino Grisanti è un doppio di Pino Mercanti, autore di opere come “Turi della Tonnara” e di un dittico sulle imprese dei Beati Paoli. Mentre sono cinefilia pura, seppure all’inverso, il bambino occhialuto simil Totò Cascio e i pretini danzanti di ascendenze felliniane. E naturalmente lui: Erroll Douglas, emulo di tanti divi di Hollywood mandati a rottamare in Italia.
Timore di sovrapposizioni tra personaggio e interprete?
Ho un debole per Erroll Douglas, sintesi di quegli attori ubriaconi e sfiatati che cercavano di risorgere a Cinecittà sperando di fare un film con Sophia Loren e Mastroianni e si trovavano tra le braccia di Ciccio Ingrassia, come capitò, per davvero, a Buster Keaton.
E’ vero che anche lei sul set non capiva una parola?
Sì e avevo una paura folle di Maresco, finché non l’ho incrociato per strada che mangiava un gelato. Lì ho capito che era inoffensivo.
Cosa ha pensato quando ha letto la sceneggiatura?
Mi ricordava Effetto notte e non vedevo l’ora di lavorare con i controversi Ciprì e Maresco, gli autori di Totò che visse due volte, che avevo visto in una retrospettiva a New York: lì ho capito che il cinema italiano era cambiato dai tempi di De Sica…
Quando ha incontrato Ciprì e Maresco per la prima volta?
A Palermo, nel loro cinema. Al muro erano appese le locandine di Un mercoledì da leoni e Sorelle di Brian De Palma, il primo l’ho interpretato, il secondo è il mio film preferito: mi è sembrato un segno del destino.
E’ vero che ha accettato di lavorare per un compenso ridotto?
E’ vero, ma i successi servono proprio a questo. Con gli incassi di Nightmare posso permettermi di fare film indipendenti, in America e altrove.
Si è mai sentito un po’ preso in giro?
Guardi, anche se questa fosse l’ultima cosa che faccio, morirò col sorriso sulle labbra, contento di aver partecipato al gioco.
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