Quel tuono che cadde tra i pini


Quanto possono durare le conseguenze negative di un evento cruento? Quanti anni ci vogliono per lavare via definitivamente le tracce del sangue versato? Quante generazioni devono subire il reiterarsi delle condizioni che hanno portato vittime e carnefici a comportarsi come hanno fatto? Di questo parla Come un tuono (The place beyond the Pines), il film di Derek Cianfrance con Ryan Gosling e Bradley Cooper in uscita il 4 aprile con Lucky Red.

 

Gosling è un motociclista acrobatico, perennemente ‘on the road’, che, dopo aver scoperto di avere un bambino di un anno nato da un’avventura avuta tempo prima con una ragazza (Eva Mendes) lascia lo spettacolo con tutte le intenzioni di occuparsene. Inizia come meccanico, ma i soldi non gli bastano, per cui, aiutato anche dalle sue straordinarie capacità di pilota, inizia a commettere delle rapine. Finché sulla sua strada non si para l’ambizioso poliziotto Bradley Cooper, deciso a far carriera nel suo dipartimento, dove dilaga la corruzione. La storia arriva a coprire un periodo di quindici anni, sottolineando come, fin troppo spesso, le colpe e i peccati dei padri ricadano sui figli, ma anche come sia sempre possibile trovare una via di fuga, magari in quel posto ‘dietro i pini’ (da cui il titolo originale) che gli Irochesi, originari abitanti del territorio dello Stato di New York dove si svolge la storia, consideravano sacro.

“Il nome della cittadina – dice il regista – è Schenectady, che tradotto significa proprio ‘posto al di là del bosco di pini’. E’ qui che è cresciuta mia moglie e l’ho sempre trovato interessante. E’ un luogo ricco di storia nel bel mezzo di una difficile transizione economica. Una specie di versione ridotta di Detroit. Abbiamo girato proprio in quel posto per 47 giorni, e dato che ho una formazione da documentarista, ho voluto lavorare in luoghi reali, affiancando agli attori la vera gente del posto”. Il titolo italiano invece, altrettanto evocativo, fa riferimento a un ammonimento pronunciato da un amico al personaggio di Gosling: “Se corri veloce come un fulmine, ti schianterai come un tuono”.

“Luke è un tipo dal passato misterioso e oscuro – dice Cianfrance del ruolo – che ha visto e fatto di tutto. E’ un ragazzo ferito e chiuso, i suoi tatuaggi sono come cicatrici che testimoniano le cose brutte che ha visto. Dall’esterno sembra un personaggio quasi mitico, come quelli celebrati dalle canzoni di gruppo anni ’60, ma è una contraddizione vivente: dentro ferite e cicatrici, fuori una corazza di muscoli, tatuaggi, capigliatura sexy e carisma. Come un grosso gatto in gabbia: maltrattato, pericoloso e terribilmente affascinante”. Insomma, un mix tra James Dean e un personaggio dei fumetti – la motocicletta ricorda Ghost Rider – ma è impossibile non pensare anche al ruolo che lo stesso Gosling ha ricoperto in Drive, il film che lo ha lanciato.

Avery/Bradley Cooper rappresenta il rovescio della medaglia: “Come in Psycho di Hitchcock, dove la protagonista Janet Leigh lasciava presto il posto a Anthony Perkins, sposto bruscamente l’attenzione da un personaggio all’altro. Volevo realizzare un film in cui le azioni dei personaggi portassero a vere conseguenze, e in cui le armi che compaiono avessero effetti reali, senza glorificarle come avviene spesso nei film e in particolare negli Usa. Avery ha sempre avuto la possibilità di prendere la strada giusta e di essere un buon esempio per tutti: è un bravo ragazzo, amato, giusto, onesto, sincero, forte e intelligente. E’ figlio di un potente giudice locale, fa parte di un’élite. Ma lui vuole farsi strada da solo, quindi rifiuta un futuro che gli viene posto su un piatto d’argento. Lo incontriamo per la prima volta a 28 anni, quando è recluta della polizia. A quell’età compie il suo primo sbaglio e questo crea in lui un insopprimibile senso di vergogna, mentre tutti gli altri lo considerano un eroe. La sua scelta è tra combattere contro i suoi demoni interiori o contro persone reali”.

autore
19 Marzo 2013

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