Quel premio a Scamarcio scippato dai francesi


Iniziamo dalla fine: Riccardo Scamarcio vince il premio come miglior attore per Verso l’Eden, di Costa Gavras. Il premio viene ritirato dal rappresentante del Centro Culturale francese (il film è francese) e il vostro inviato, come si dice in linguaggio tecnico, esprime una vibrata protesta al presidente del Festival, alle organizzatrici, al rappresentante francese fiero del premio non suo. Perché nessuno ha avvisato l’ambasciata italiana? Ci pensate cosa avrebbero fatto i francesi nel caso contrario?

Prima proiezione con sottofondo di metropolitana

Adesso andiamo con ordine. Per prima cosa, le proiezioni del mio film. Se no, che vi scrivo a fare??? L’ego dei registi in genere si rianima quando può mostrare la sua creatura, ma certe volte può anche soffrirne… La prima proiezione di Quale amore avviene alle ore 16 di un martedì nella sede del Centro Culturale Francese, sala Gérard Philippe, che è uno dei miei attori preferiti, quindi bene.

Il proiezionista mi accoglie rispondendo alla mia domanda “Tutto bene?”: “Sì, proietto la copia in 35 mm perché il DVD è senza sottotitoli”!!! Il cuore mi va in gola, ma penso pure: scampato pericolo. Ma, c’è un ma. Oltre alle 7 persone 7 presenti in sala (molti li ho portati io, sono il frutto delle prime amicizie qui), il progresso ci riserva un tiro mancino. A Rabat stanno costruendo la metropolitana leggera, ma i rumori che arrivano fin dentro la sala non sono leggeri per niente!!! Il fonico, con cui sto facendo il documentario sul ‘Teatro Petruzzelli’, sarà felice di sapere che anche la proiezione del film è accompagnata da un costante e robusto rumore di martelli pneumatici, proprio gli stessi rumori del cantiere del teatro che hanno fatto soffrire lui!!! Però il film piace agli amici, che dicono di essersi estraniati ed entrati a tal punto nel film da non sentire più i rumori. Beati loro.

 

Seconda proiezione con il sonoro mono

La seconda proiezione deve essere più preparata. Il cinema, Royal, come da tutte le parti del mondo, è in piazza, accanto all’altra sala del Concorso, e alle 16 la gente che passa di lì ci entra. Si ferma per tutto il film, o va e viene, oppure risponde al telefono, o chiacchiera a voce anche sostenuta. Come in Italia negli anni ’50, quando tutto andava bene. La proiezione l’ho preparata prima, perché avevo assistito a brutte esperienze di altri amici prima di me (un rullo “scorciato” perché al proiezionista sembrava lungo!). Ore 14.30 mi presento lì, e salgo le scale del vecchio cinema fino alla fatidica scala a chiocciola che porta nel “Sancta Sanctorum”. Due vecchi proiettori Cinemeccanica, un decoder per DTS ma non per Dolby 5.1. “Quando è così scatta automaticamente il sonoro mono”, mi annuncia il proiezionista. E sia, ma che anche le casse dietro lo schermo siano rotte e gracchino da far paura…

 

Vanessa e gli adolescenti marocchini

Altro “topos” delle proiezioni è individuare il giusto mascherino, che è quella finestrella che sta davanti all’obiettivo del proiettore e permette di riprodurre il film nello stesso formato in cui è stato girato. O meglio, dovrebbe!!! Sulle scatole della pellicola c’è un’etichetta che dice un numero, ma quel numero non corrisponde al mascherino in possesso al nostro uomo. “Solo questo, standard, va bene per tutto!”. Cerco l’inquadratura meno penalizzante, e il film può partire.

La pellicola della prima serata, castissimo film egiziano dove ci si sfiorava le labbra appena in due momenti, viene surclassato alla grande dal film italiano!!! Le bellezze della nostra Vanessa Incontrada, seppure proposte in un clima doloroso e sofferto, suscitano i commenti e le risatine isteriche degli adolescenti marocchini. Lo stomaco è in gola per tutto il film, ma anche qui arriva la fine, e si palesa anche qui, a Rabat, quello che oramai le mie statistiche personali indicano come il mio pubblico di riferimento: donna over 50, intellettuale più o meno, in genere non bellissima, accompagnata da amica simile. Poi dici le statistiche…

Ma il film piace agli addetti ai lavori, al pubblico più informato. Ma piace anche al proiezionista che me lo grida dal motorino andando via. C’è anche il professor Giorgio Salerno, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, che io stesso ho invitato. Si dice dispiaciuto di non aver avuto notizie del film, prima, e ancora non sa cosa gli dirò la sera stessa, dopo la premiazione…

 

Cinema d’autore e danza del ventre

Archiviato l’ego, parliamo degli altri film. Il mio amico Abbas Fahled vince il premio speciale della giuria, siamo felicissimi per lui, scatta una vera ovazione quando ritira il premio. Gli consiglio di farsi dare al più presto l’assegno conseguente, vabbè l’orgoglio, però… Il primo premio è dato invece al film russo Non pensare alle scimmie bianche, il film che personalmente ho sopportato di meno. Soprattutto perché prima delle oltre due ore di proiezione il regista Youri Mamine aveva detto “sentirete la musica per tutto il film (che fra l’altro ha scritto lui medesimo) e vedrete le parole danzare sulla musica”!!! Mi viene in mente il tormentone che ha perseguitato tutti noi, il giornalista della tv marocchina che ci chiedeva: “Che cos’è per te il cinema d’autore?” Beh, qui ci siamo proprio. E la giuria ci è cascata. Giuria peraltro ben assortita, fatta di registi di teatro oltre che di cinema, e di uno dei più importanti pittori marocchini, Farid Belkahiya. Simpatici e combattivi. E’ la prima volta che vedo in un festival il direttore della Giuria, questa volta Moritz De Hadeln, leggere un comunicato prima della premiazione, in cui protesta per la scarsa organizzazione, per il pubblico quasi assente, per la poca informazione. E dice che Rabat si merita un festival di ben altre dimensioni. E’ la stessa posizione che il gruppo “registi democratici”, lo stesso gruppetto di amichetti e amichette delle cene e delle gite, ha espresso con un comunicato in sette punti che abbiamo scritto nella hall dell’hotel, e che volevamo presentare al presidente. Che però ci ha invitato a cena, locale rumoroso, musica araba dal vivo, segue danza del ventre.. Così si stemperano le proteste, no?

 

L’agognato Centro Nazionale di Cinematografia

In conclusione, però. Il festival è stato comunque interessante, mi ha mostrato cinematografie che in Italia purtroppo vediamo poco, come quelle del nord Africa. Ho visto una divertentissima commedia, Mascarades, del regista/attore algerino Lyes Salem, che pur di fare i film come vuole lui se li dirige da solo. Ho conosciuto il cinema egiziano di consumo, ho visto film russi e iracheni, spagnoli e messicani. Cinema pretenzioso, cinema popolare, cinema colto e spettacolare insieme, cinema brutto e cinema bello.

Ho scoperto che oltre ad avere il Centro Nazionale di Cinematografia, i francesi hanno anche un fondo speciale per i film del Maghreb. Ho conosciuto tanta gente interessante, ho intessuto rapporti che certamente rimarranno per un po’ (questa volta anche grazie a Facebook, perché no!). Ho rivisto e girato per Rabat, ho mangiato in ristorantini marocchini, ho preso il thè alla menta in uno dei più bei caffè che conosca, sul mare, dentro la casba. E questo anche grazie a Donatella Pascucci che dal suo osservatorio propone e spinge film italiani verso festival di tutto il mondo.
Rimane l’amaro in bocca di dover sognare festival meglio organizzati, con il pubblico informato e appassionato che cerca cose che non potrebbe vedere altrimenti, diretti da amanti di cinema e non da burocrati legati alla politica, proiettato in sale ben equipaggiate, discusso con chi il cinema lo studia… Ma c’è sempre un mondo migliore da sognare, e perché no da aiutare a crescere.

01 Luglio 2009

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti