Se in un film americano spunta una valigetta che scotta pensi subito che contenga dollari o droga, ma non una collezione di sex toys. Ethan Coen, senza il fratello Joel, ma insieme alla moglie, la montatrice Tricia Cooke, firma Drive-Away Dolls, che contamina commedia queer e gangster movie, con toni da farsa d’autore, andamento da B movie, scene erotiche e qualche inserto psichedelico un po’ incongruo. I due fratelli americani sono sempre stati co-registi e co-sceneggiatori, anche se fino al 2003 Ethan ha firmato la produzione e Joel la regia, ma dopo la pandemia stanno sperimentando strade autonome. Joel ha realizzato una sua versione dello scespiriano Macbeth con Denzel Washington nel 2021, Ethan ha girato un documentario su Jerry Lee Lewis e ora questo film che arriva in sala dal 7 marzo con Universal Pictures International Italy esclusivamente in lingua originale con sottotitoli.
Prodotto dalla Working Title, ha come protagoniste due giovani lesbiche dai caratteri opposti. La timida e intellettuale Marian (interpretata da Geraldine Viswanathan, attrice australiana di padre indiano) e la seduttrice seriale Jamie (la Margaret Qualley scelta anche da Quentin Tarantino), una texana dalla parlantina veloce, dai modi spicci e dalle abitudini sessuali a dir poco promiscue: quando la incontriamo la prima volta è protagonista di un acrobatico cunnilingus. Alla vigilia del nuovo millennio – siamo infatti nel 1999 – Jamie e Marian partono insieme su un’auto a noleggio verso Tallahassee in Florida. Peccato che nascoste nel portabagagli ci siano una testa mozzata e una misteriosa valigetta. Due oggetti ambìti da una coppia di malviventi non molto svegli.
On the road, Jaime non perde occasione di divertirsi nei bar lesbo mentre Marian legge The Golden Bowl di Henry James e si fa arrestare di notte per vagabondaggio.
Tra gli interpreti di Drive-Away Dolls anche Pedro Pascal e Matt Damon nel ruolo di un probo senatore repubblicano che difende la famiglia tradizionale ma ha qualcosa di piuttosto imbarazzante da nascondere.
In un’intervista a Empire, il regista ha spiegato qual era l’obiettivo suo e di Cooke nel raccontare questa storia: “Nessuno di noi due aveva intenzione di fare un film a tematica LGBTQIA+ né sul dolore o sulla difficoltà di essere gay. Ci sono altri capaci di fare questo. Drive-Away Dolls nasce invece da un’idea che Cooke aveva avuto circa venti anni fa, rimaneggiata nel tempo seppur mantenendo immutata l’ambientazione negli anni ’90”.
Tricia spiega a sua volta: “Il mondo queer è molto più ampio oggi, quindi abbiamo pensato che sarebbe stato datato se l’avessimo reso più contemporaneo. Inoltre si tratta di un film su una rapina in cui le persone non possono connettersi, quindi non volevamo che ci fossero smartphone. All’epoca insomma volevamo fare un film di genere, perché sul mondo LGBT ne mancavano come d’altronde oggi”.
Drive-Away Dolls è il primo atto di una trilogia queer. A breve Coen inizierà a girare il secondo: si intitola Honey Don’t.
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