Pupi Avati


Pupi AvatiAmici per la pelle, anzi per la musica, Gianca e Nick, il sax e la tromba, s’incontrano a un seminario a Umbria Jazz e diventano inseparabili. Mettono su un quintetto, fanno serate, se la spassano. Finché Gianca non scopre con amarezza che Nick ha talento da vendere, mentre a lui il talento manca del tutto nonostante la passione. È ancora una volta una storia di illusione e disillusione Ma quando arrivano le ragazze?, il nuovo film di Pupi Avati pronto per gennaio 2005. Il cineasta bolognese, ex presidente di Cinecittà Holding, ci sta lavorando dai primi di maggio e adesso è quasi a fine riprese: si gira la scena delle nozze tra Gianca, che è un po’ l’alter ego dell’autore, e la bella Vittoria Puccini, contesa tra i due amici. Siamo in una basilica nei pressi di Nepi, la chiesa Sant’Elia, che conserva affreschi medievali e una limpida struttura romanica. La produzione è la stessa del Cuore altrove: alla DueA di Antonio Avati si affianca per un 40% Rai Cinema che distribuirà con la 01. E Macchitella è talmente entusiasta da aver già accettato di finanziare il prossimo progetto di Pupi, La seconda notte di nozze, una commedia surreale con Neri Marcorè e una debuttante di lusso come Katia Ricciarelli più un terzo personaggio, di una certa età, ancora misterioso. Sul set, in attesa del ciak, ci sono i due antagonisti Paolo Briguglia e Claudio Santamaria, il papà Johnny Dorelli e la giovanissima Puccini in abito da sposa, catapultata sulle copertine dei rotocalchi dal successo di Elisa di Rivombrosa: “Ormai mi attribuiscono una storia con qualsiasi maschio mi si avvicini”.

Avati, come mai ha deciso di riportare al cinema Johnny Dorelli?
Perché era perfetto nel ruolo del padre che riversa le sue aspettative di successo frustrate sul figlio: la stessa cosa è capitata a Johnny con suo padre, che non aveva molto talento ma l’ha spinto alla carriera artistica.

Ma quando arrivano le ragazze?Come le è venuto in mente il titolo?
È un titolo che mi entusiasma da morire e che sarà sempre attuale. C’è un giorno speciale, nella vita di un ragazzo, in cui le presenze femminili si materializzano all’improvviso e purtroppo c’è un altro giorno in cui tramontano. L’ingresso della donna muta tutte le gerarchie e allarga i confini della creatività. Succedeva cent’anni fa e succederà tra dieci secoli.

Oggi forse le cose sono cambiate nei rapporti tra i due sessi.
Non direi, la trepidazione dei miei figli è identica a quella di un tempo. Oggi maschi e femmine non vivono più separati, ma i sentimenti sono ancor più inibiti e tabù.

Lei chiaramente s’identifica in Gianca.
Io mi credevo il miglior clarinettista di Bologna, un emulo di Benny Goodman, poi è arrivato Lucio Dalla e ho capito cos’era il talento. Una volta stavo per ammazzarlo, volevo buttarlo giù dalla Sagrada Familia a Barcellona, ma lui mi ha guardato negli occhi e mi ha fermato. Avevo 25 anni, l’anno dopo mi sono sposato e sono andato alla Findus.

Oggi ha complessi?
Ho scoperto la scrittura, che ancor più del cinema mi avvicina a quello che ho dentro di me. Con il cinema, poi, non ho complessi: non guardo i film italiani, ma mi basta vedere i trailer… Insomma, non li vedo perché se mi piacciono rischiano di influenzarmi e se non mi piacciono…

Sono più importanti le ragazze o il jazz?
Sicuramente le ragazze. Ma questa è soprattutto una storia d’ amicizia che si trasforma in inimicizia, con la fidanzata del tuo migliore amico che te lo ruba e tu rubi lei a lui… è successo a tutti una volta nella vita.

E Lucio Dalla?
Siamo rimasti amici. Io ascolto i suoi dischi e lui va a vedere i miei film. Ha talento ma resta sempre più basso di me.

autore
25 Giugno 2004

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