Dal 21 al 24 marzo la Casa del Cinema di Roma ospita la rassegna “Il cielo della mia infanzia”, una quattro giorni dedicata al cinema e alla cultura del Kazakhstan: 7 produzioni della KazakhFilm, una mostra fotografica e di libri, un’esposizione di artigianato, concerti di musica popolare e attività per bambini. Gran gala finale il 30 marzo, all’Auditorium della Conciliazione, con violino, coro, balletto, orchestra tradizionale e Orchestra sinfonica dell’Università nazionale kazaka delle Arti di Astana.
L’evento ha avuto un prologo mercoledì 20 marzo con la visita degli Studios di Cinecittà da parte di una delegazione kazaka e con la firma a Cinecittà, di un protocollo d’intesa, concordato con il MiBAC, sulla collaborazione cinematografica tra Istituto Luce Cinecittà , alla presenza del presidente Rodrigo Cipriani Foresio, e Kazakhfilm rappresentata da Didar Amantay. L’obiettivo è quello di collaborare insieme per individuare alcune aree di interesse comune, al fine di promuovere ed integrare la cultura cinematografica dei rispettivi stati, ampliando i mercati di operatività dei produttori di ciascun paese.
Alla Casa del Cinema, presenti l’ambasciatore del Kazakhstan in Italia Andrian Yelemessov, il presidente di Luce Cinecittà e per la DG Cinema Chiara Fortuna, è stato illustrato il programma con i titoli che verranno proiettati in versione originale con i sottotitoli in italiano: Il cielo della mia stanza, il kolossal Myn Bala: i guerrieri della steppa, Racconto del coniglio Rosa, Shal, L’amore virtuale, Kiz Zhibek e Ansci Bala.
Ad accompagnarli a Roma alcuni degli interpreti: l’attore e produttore Makxim Akbarov, i giovani Alya Anuarbek e Asilhan Tolepov, i volti storici Erbolat Togusakov, Kuman Tastanbekov e Meruert Utechesceva.
Proprio negli ultimi 6 mesi il cinema kazako ha iniziato a farsi conoscere all’estero e in Italia. Con Harmony Lessons ha vinto il Leone d’argento a Berlino, e Aspettando il mare è stato il film di apertura dell’ultima edizione del Festival di Roma. Negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento della produzione di film: dai 2/3 film all’anno si è arrivati fino ai 22 del 2011. Un ruolo decisivo lo svolge l’organismo Kazakhfilm che consente la realizzazione di 10 lungometraggi, e di circa 25/30 documentari l’anno.
La Kazakhfilm, con sede ad Almaty, ha una storia che parte sin dai tempi di Stalin. Nasce nel 1934 e fu proprio lui negli anni ’40 a trasferire i grandi colossal del cinema russo da Mosca ad Almaty, per evitare di perderli sotto i bombardamenti dei nazisti. Recentemente sono state portate avanti numerose collaborazioni con la Francia e con altri paesi occidentali.
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