Pirateria, perdita stimata 2 miliardi di euro di fatturato: a rischio 11mila posti di lavoro

I dati dall’indagine Ipsos per Fapav, riferita all’anno 2023. I pareri del presidente Federico Bagnoli Rossi, di Rutelli (Anica), Alberto Barachini (sottosegretario con delega all'informazione e all'editoria), Capitanio (Agcom) e De Siervo (Lega Serie A)


Un’indagine sulla pirateria audiovisiva nel nostro Paese, riferita all’anno 2023, svolta da Ipsos per Fapav-Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, presentata a Roma, in occasione dell’evento “Stati Generali della Lotta alla Pirateria tra Legalità, Sicurezza e Intelligenza Artificiale”, organizzato dalla Federazione, alla presenza di rappresentanti delle Istituzioni e dell’Industria: subito emerge la sostanziosa perdita di fatturato e la messa a rischio di 11mila posti lavoro.

Una perdita stimata di fatturato per l’economia italiana pari a circa 2 miliardi di euro, che implica una perdita di Pil di circa 821 milioni di euro. Per quanto riguarda le industrie dei contenuti audiovisivi la stima del danno economico potenziale ammonta a circa 767 milioni di euro (+14% rispetto al 2021).

Il target che maggiormente pratica la pirateria in Italia è under 35 e si colloca più prettamente nel Sud del Paese e nelle Isole: il 39% degli adulti italiani ha commesso nel 2023 almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film, serie/fiction, programmi o sport live, 3 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. In totale si stimano circa 319 milioni di atti di pirateria contro i 345 milioni del 2022. I pirati in questione sono prevalentemente occupati, con un livello di istruzione più alto rispetto alla popolazione media italiana – 22% di laureati. Tra gli adolescenti cala l’incidenza della pirateria (45% contro il 47% del 2022 e il 51% del 2021) e diminuiscono anche gli atti complessivi di pirateria (20,7 milioni) segnando un -14% rispetto al 2022. Tra i contenuti resistono i film (34%), mentre scende tra i più giovani l’interesse a piratare contenuti legati allo sport live, alle serie tv e fiction.

La pirateria audiovisiva è un reato, gli italiani ne sono consapevoli? Il 79% dei pirati ha chiaro che si tratti di una pratica illecita, ovvero che rappresenti un reato. In particolare, il 47% degli italiani non è perfettamente consapevole della gravità del fenomeno e degli impatti che questa pratica provoca ad esempio sul mercato del lavoro o sul depauperamento della creatività e del talento, linfa vitale per l’industria audiovisiva e culturale italiana. Per quanto riguarda lo sport live, a fronte di un’incidenza della pirateria stabile, gli atti crescono rispetto al 2021, ma diminuiscono rispetto al 2022, superando i 36 milioni. Nel 2023 sono state stimate 11,4 milioni di fruizione perse (+0,4 mln rispetto al 2021), con un danno economico complessivo di circa 285 milioni di euro. Tra le diverse tipologie è la pirateria digitale la principale modalità di fruizione dei contenuti piratati (37%) ma, rispetto al 2022, è l’unica che scende leggermente (era 40% nel 2021 e 39% nel 2022). Pirateria indiretta e pirateria fisica restano stabili rispettivamente al 12% e al 9%.  Le Iptv (Internet Protocol Television) illecite rappresentano una delle forme preferite da circa 11,8 milioni di italiani per accedere almeno una volta ai contenuti pirata, seguono lo streaming con il 18% e il download al 15%.

“Bisogna far capire a tanti ragazzi che ogni clic che si fa utilizzando strumenti di pirateria audiovisiva, e cioè di criminalità informatica, toglie posti di lavoro a loro e ai loro coetanei”, per Francesco Rutelli, presidente Anica. “Ogni gesto di apparente pacifico accesso a video, film, serie tv, cartoni animati, musica, partite di calcio non è una prerogativa in un mondo in cui si può fare tutto, ma è un atto che fa perdere posti di lavoro, che danneggia la creatività italiana e che colpisce l’economia del nostro Paese in questo momento molto importante”. Secondo Rutelli bisogna spiegare che non è un gioco ma “è un delitto seppure con un atteggiamento che non sembra criminale, eppure si presta a interessi illeciti, e talvolta criminali”. L’Italia è andata avanti e ha “definito una buona normativa, ora la deve rendere ancora più efficiente ed efficace nell’interesse di questo Paese. E le persone devono essere le prime a collaborare e i ragazzi ancora di più per l’interesse loro e dell’Italia”.

“E’ un impegno del governo e lo stiamo seguendo giorno per giorno, passo per passo. La legge dell’agosto scorso ha posto un primo importante punto fermo in questo contrasto a un fenomeno criminale e i primi risultati li stiamo vedendo ma dobbiamo andare avanti. Con la Fapav abbiamo avviato una campagna di comunicazione che credo abbia raggiunto una fascia estremamente importante, quella giovanile e quella che segue eventi sportivi in diretta. Molto è stato fatto dunque ma molto resta da fare soprattutto nella sensibilizzazione della cittadinanza sulle conseguenze di questo reato e su quanto sia grave”. Sono queste le parole di Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria. “Sono diminuiti gli atti di pirateria – continua Barachini – ma non c’è ancora una percezione completa del reato né di quanti danni provochi. Basta pensare ai dati presentati oggi: un danno al fatturato di oltre 2 miliardi, con un impatto sul Pil di 821 milioni e purtroppo con la messa a repentaglio di più di 11mila posti di lavoro. Dunque dobbiamo sostenere l’industria nazionale e anche altri settori oltre all’audiovisivo, come la musica o l’editoria, che soffrono altrettanto della pirateria digitale, e fare in modo che i cittadini comprendano quanto è pericoloso, rischioso e dannoso”. Infatti, “la cosa più importante è valorizzare il contributo delle nostre aziende e fare comprendere quanto sia oneroso produrre contenuti di qualità”. Barachini annuncia che il Governo continuerà con le iniziative di sensibilizzazione, ad aggiornare le norme, a “impegnarsi in maniera determinata, costante e totale”. Tra i saluti istituzionali anche quelli di Federico Mollicone, presidente VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati, e Giovanni Malagò, presidente CONI.

“La situazione è drammatica dal punto di vista culturale ed economico, sono come tanti mozziconi di sigaretta buttati per terra che creano una voragine economica nel Paese”. Lo dice Massimiliano Capitanio, commissario Agcom. “Gli strumenti adottati dall’inizio dell’anno però hanno dato risultati straordinari. Siamo passati da 9mila siti abbattuti negli ultimi 10 anni a quasi 18mila solo in questo ultimo semestre. Ovviamente la criminalità organizzata che gestisce questo fenomeno sta adottando delle misure protettive, quindi sotto questi profili bisognerà lavorare nei prossimi mesi”. Poi, secondo Capitanio, è essenziale tanta educazione digitale nelle scuole. “È vero che il 76% dei giovani ha consapevolezza della gravità del fenomeno ma, forse, non delle implicazioni penali che ha questo tipo di pirateria e di attività illegale”.

“Siamo di fronte a una piaga sociale, a un Paese che non ha capito quanto la pirateria sia un atto contro la cultura e contro lo sport di questo Paese. Si parla di cifre ancora roboanti, oltre 300 milioni soltanto la parte sportiva, bisogna continuare a lavorare in questo senso”, il commento di Luigi De Siervo, ad della Lega di Serie A . “E’ vero, rispetto anche solo a un anno fa, molto è stato fatto. Il Parlamento ha approvato una legge all’unanimità e questa è una notizia importantissima, è stata creata una piattaforma messa a disposizione dall’Autorità per le Comunicazioni, che sta funzionando e sta riducendo sensibilmente il fenomeno perché entra in funzione entro 30 minuti dall’atto di pirateria, ma questo non è sufficiente perché i pirati si stanno organizzando”. Secondo De Siervo esiste un vero nomadismo della pirateria: “Le persone si postano da una piattaforma all’altra, è una continua battaglia tra guardie e ladri ma non c’è nulla di romantico. Siamo di fronte a una piaga e continueremo a perseguire non solo i pirati, i sistemi di pagamento, le grandi piattaforme californiane, i motori di ricerca, tutti coloro che rendono questo fenomeno possibile”. L’unico fatto certo è che esiste e resta un sottile filo di Arianna digitale che collega il pirata all’atto di pirateria: “Così le nostre forze dell’ordine, lo hanno fatto brillantemente i questi ultimi giorni, sono in grado di ricostruire il processo e di individuare i responsabili e il consumatori finale. A costoro va la mia raccomandazione di interrompere subito, non solo perché rischiano la propria identità digitale ma perché le forze dell’ordine sono in grado di sapere che hanno compiuto atti di pirateria e illeciti. Bisogna sensibilizzare e fare uno scatto culturale in avanti”.

“La ricerca presentata da Nando Pagnoncelli di Ipsos, e riferita al 2023, evidenzia come il fenomeno della pirateria nel nostro Paese sia in continua evoluzione, registrando un leggero calo degli atti e dell’incidenza. Questo però non ci deve indurre all’errore: il comportamento illecito continua a essere un problema concreto che colpisce le industrie audiovisive ma ha conseguenze gravi anche per l’intera economia italiana con una forte ripercussione sull’occupazione. La pirateria, infatti, sta rallentando il processo di sviluppo ed espansione dei nuovi modelli di business lanciati dall’industria audiovisiva negli ultimi anni e sta danneggiando anche tutto lo sport, non solo il calcio, in un momento in cui il movimento sportivo italiano sta raggiungendo risultati d’eccellenza in moltissime discipline”, afferma  Federico Bagnoli Rossi, presidente di Fapav, che nell’introduzione dell’evento è stato affiancato anche da Stan McCoy, presidente MPA EMEA. Per Bagnoli Rossi: “I numeri di Ipsos mostrano come la pirateria sia ancora oggi praticata da una fetta importante di popolazione, caratterizzata da individui consapevoli ma incuranti dei danni diretti e indiretti che ogni singola azione illegale provoca. Non si tratta di un problema solo economico o industriale ma assume sempre di più una connotazione sociale dove il singolo pirata entra a far parte di un sistema criminale, il cui unico obiettivo è il business”. Per questo motivo Fapav è da sempre impegnata nel promuovere campagne e progetti di comunicazione finalizzati ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore della legalità. Come, ad esempio, la seconda edizione di We Are Stories, che sarà lanciata a breve e che racconta storie vere di giovani professioniste che hanno realizzato il sogno di lavorare nelle industrie audiovisive. “Informazione sì ma anche contrasto, convinto e tempestivo: il blocco rapido dei siti illegali, le conseguenze amministrative e penali oggetto della nuova legge antipirateria, rappresentano un importante passo in avanti che il nostro Paese sta compiendo nel contrasto all’illegalità sul web. Si tratta di un impianto normativo all’avanguardia, un esempio per tutti gli altri paesi europei. Ma non possiamo fermarci, ora che la macchina è stata avviata dobbiamo proseguire in questa direzione, estendendo la tempestività dell’azione di blocco tramite Agcom anche agli altri contenuti audiovisivi previsti dalla legge oltre a quelli sportivi live. E, ancora una volta, il tema è la responsabilità anche di quei grandi soggetti che favoriscono l’accesso ai contenuti illeciti, come i prestatori di servizi di accesso alla Rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione. Questi soggetti sono obbligati dalla Legge a adottare le misure tecnologiche e organizzative necessarie per rendere non fruibili da parte degli utilizzatori finali i contenuti diffusi abusivamente ma c’è ancora tanto lavoro da fare in termini di compliance”. Fondamentale, inoltre, stabilire dei protocolli con le procure e le forze dell’ordine, figure che rimangono imprescindibili nella tutela del diritto d’autore. Non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia, occorre proseguire nel percorso intrapreso lavorando in modo unitario per abbassare il livello di illegalità favorendo l’accesso ai contenuti in modo consapevole e in totale sicurezza”.

Nei panel dell’evento sono inoltre intervenuti Nicola Maccanico – AD Cinecittà, Stefano Azzi – CEO Dazn Italia, Alfredo Borgia – direttore Affari Istituzionali Sky Italia, il colonnello Gaetano Cutarelli – Nucleo Speciale Beni e Servizi GdA, Luigi De Laurentiis – FilmAuro e presidente SSC Bari, Giovanni Di Pasquale – DG Apa, Barbara Strappato – direttore I Divisione Servizio Polizia Postale e Sicurezza Cibernetica, Paolo Marzano – Comitato Consultivo e Permanente per il Diritto d’Autore (MiC), Luciana Migliavacca – presidente Univideo, Stefano Selli – direttore Relazioni Istituzionali Italia Mediaset, Francesco Siddi – presidente Confindustria Radio Tv.

Tutti i numeri della pirateria audiovisiva in Italia emersi dall’indagine:

39%: incidenza complessiva della pirateria (di film, serie/fiction, programmi e sport live)

30%: incidenza della pirateria di film

22%: incidenza della pirateria serie/fiction

21%: incidenza della pirateria di programmi

15%: incidenza della pirateria di sport live

23%: incidenza delle IPTV illegali anche solo in prova/senza abbonarsi

319 milioni: la stima complessiva degli atti di pirateria tra la popolazione adulta

45%: incidenza della pirateria tra gli under 15

81 milioni: il numero stimato di fruizioni perse di film, serie/fiction e sport live nel 2023 (49 milioni per i film, 21 milioni per le serie/fiction, 11 milioni per lo sport live)

767 milioni di euro: la stima del danno economico potenziale in termini di fatturato perso direttamente a causa della mancata fruizione legale di film e serie/fiction piratate nel 2023, considerando la possibilità di mantenere gli abbonamenti per l’intero anno

285 milioni di euro: la stima del danno in termini di fatturato perso direttamente a causa della mancata fruizione legale di sport live piratati nel 2023

2 miliardi di euro: la stima del fatturato perso da tutti i settori economici italiani a causa della pirateria di film, serie/fiction e sport live

821 milioni di euro: il danno potenziale stimato sull’economia italiana i termini di PIL

11.200: la stima potenziale dei posti di lavoro a rischio a causa della pirateria audiovisiva

377 milioni di euro: la stima potenziale dei mancati introiti fiscali – IVA, imposte sul reddito e sulle imprese

53%: ritiene di non creare danni rilevanti piratando (stabile rispetto al 2022)

59%: quota di pirati non pienamente consapevoli che, a causa della pirateria, i lavoratori dell’industria audiovisiva rischiano di perdere il posto di lavoro

37% dei pirati si è trovato di fronte ad un sito web oscurato

45% dei pirati entrati in contatto con i siti web oscurati si è convertito a fonti legali (n/b)

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24 Giugno 2024

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