“L’adozione da parte del Parlamento Europeo della Direttiva sul diritto d’autore è una grande notizia, hanno vinto la ragione e la cultura sui soldi”. E’ il commento del presidente Siae Giulio Mogol che sottolinea: “Questa direttiva non impone una tassa ma riconosce un giusto compenso”. In Siae, continua Mogol, “abbiamo 90mila iscritti, almeno 20mila guadagnano meno di mille euro al mese senza contributi e spesso sono all’inizio della loro carriera” ha aggiunto Mogol, che ha concluso: “I giovani artisti di oggi saranno poi i grandi di domani”.
A seguire i lavori del Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, c’erano il vicepresidente Siae Salvo Nastasi, il Direttore Generale Gaetano Blandini, il Maestro Nicola Piovani. “C’è uno scampato pericolo. Si è rischiato di fare dei passi indietro nel diritto d’autore che è una conquista di civiltà nata con la rivoluzione francese e bisogna evitare che venga cancellata dalla rivoluzione digitale”. Ha aggiunto Piovani da Strasburgo. “Queste critiche sono frutto di calunnie che oggi si chiamano fake news o sono in malafede, questa normativa va dalla parte degli autori e soprattutto dei giovani autori emergenti – prosegue Piovani – Calpestare il diritto d’autore di sicuro non facilita la vita dei giovani artisti, soprattutto di quelli che devono emergere perché magari gli artisti ricchi sono protetti”.
“Finalmente regole chiare anche sulla diffusione di contenuti protetti in internet – dichiara Andrea Miccichè presidente del Nuovoimaie, l’Istituto che tutela i diritti di Artisti Interpreti Esecutori – Si tratta di un settore importante che non poteva essere lasciato privo di una disciplina”. “Una grande vittoria per tutti gli artisti” il commento dell’attore Luca Zingaretti, socio fondatore del Nuovoimaie insieme, tra gli altri, a Claudio Baglioni e Lino Banfi. “Un successo per l’industria creativa” per Dodi Battaglia e Nicolas Vaporidis, rispettivamente Portavoce per il settore musicale e Consigliere d’Amministrazione dell’Istituto.
La riforma del copyright sarà applicata in tutti i Paesi Ue verso metà 2021. Deve infatti ora ricevere l’ok formale da parte degli stati membri e poi, una volta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue, entrerà in vigore. Da quel momento gli stati membri avranno due anni per trasporla nella legislazione nazionale. Ecco le principali novità introdotte dalla direttiva sul diritto d’autore online.
Diritti editori e giornalisti. Viene data la possibilità (non l’obbligo) agli editori di stampa di negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti. Gli introiti dovranno essere condivisi con i giornalisti.
Link gratis. Gli snippet brevi – le parole che presentano un articolo – non sono protetti, quindi le notizie continueranno ad apparire come prima sui newsfeed di Google o sulle bacheche Facebook. I link restano liberi e gratuiti.
Diritti artisti. Viene riconosciuto il diritto a colmare il divario tra i ricavi che le grandi piattaforme commerciali fanno diffondendo contenuti protetti da copyright e la remunerazione offerta a musicisti, artisti o detentori dei diritti.
No filtri ma responsabilità piattaforme. Gli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato online materiale protetto da copyright non autorizzato ma la responsabilità sarà delle grandi piattaforme come YouTube o Facebook. Non ci sono filtri ex-ante ma l’obbligo per le piattaforme di fare il “massimo sforzo” per non rendere disponibili i contenuti per cui non hanno i diritti. Obbligatori anche meccanismi rapidi di reclamo, gestiti da persone e non da algoritmi, per presentare ricorso contro un’ingiusta eliminazione di un contenuto.
Wikipedia libera. Enciclopedie online che non hanno fini commerciali come Wikipedia, piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub, e cloud sono esentati dalle nuove regole sul copyright.
Salvi meme e gif. Rafforzata la libertà di condividere meme e gif, così come le parodie, la caricature, i pastiche, le citazioni, le critiche, le recensioni. Questi infatti non solo restano liberi di circolare online, ma diventa un obbligo (prima era solo opzionale) per tutti i Paesi Ue garantire tale libertà.
Meno obblighi per pmi. Piccole e medie imprese e start up sono esentate da alcuni obblighi o hanno obblighi ridotti.
Altre eccezioni. Sono fuori anche musei, biblioteche e il patrimonio culturale, i materiali didattici e il text e data mining a scopo scientifico più altre particolari eccezioni.
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