Il rinomato regista teatrale Federico Landi Porrini, interpretato da Sergio Castellitto, è alla ricerca dei protagonisti per la sua produzione di ‘Romeo e Giulietta’, un’opera destinata a consacrare definitivamente il suo prestigio e a segnare la conclusione della sua carriera. Tra le aspiranti attrici si distingue Vittoria, interpretata da Pilar Fogliati, ma un’ombra sul suo passato la porta ad essere esclusa dal cast.
Determinata a ottenere comunque un ruolo nello spettacolo, Vittoria, con l’aiuto della sua amica truccatrice, interpretata da Geppy Cucciari, decide di tentare di nuovo sotto mentite spoglie per dimostrare il suo talento. Nascondendosi dietro l’identità di Otto Novembre, si candida per il ruolo di Romeo e riesce ad ottenere la parte.
Interpretare un personaggio diverso, sia sul palco che dietro le quinte, non sembra così difficile per lei, nemmeno quando il suo fidanzato, interpretato da Domenico Diele, viene scelto per il ruolo di Mercuzio. Tuttavia, vestire i panni di un uomo le offre l’opportunità di scoprire molte cose su di sé e sulle persone che la circondano.
Esce a San Valentino con Vision Distribution Romeo è Giulietta di Giovanni Veronesi, che vede nel cast anche la presenza di Maurizio Lombardi, Serena De Ferrari, Margherita Buy e Alessandro Haber, prodotto da Indiana, Capri Entertainment e Vision stessa in collaborazione con Sky.
I riferimenti viaggino tra Shakespeare in love, Tootsie e La dodicesima notte, mirando anche al mercato internazionale dove potrebbe arrivare sotto forma di remake, come i casi eccezionali di The Place o Perfetti sconosciuti.
Anche se – dice Veronesi, “sarà difficile rendere il gioco di parole del nostro titolo, con l’”e” che diventa “è”. Quasi quasi meglio non venderlo all’estero”.
Poi aggiunge: “C’è una generazione che è alla ricerca di un’identità, e la società non li aiuta. Sono pieni di ansie e incertezze, e non parliamo di diciannovenni ma di gente che alla sua età avrebbe già dovuto superare il problema. La nostra Vittoria sceglie di nascondersi dietro una maschera per trovare la propria identità, anche nel torto. Devo dire che ho simpatia per chi ha torto, chi ha sempre ragione è piuttosto spigoloso. Certo, la verità è irrappresentabile. Cerchiamo di metterla in un contesto di simpatiche menzogne. Mento sempre, anche di fronte ai produttori. Racconto film più belli di quello che farei. E anche in questo senso, sono nel torto”.
Commenta a seguire Fogliati, alla seconda prova con Veronesi dopo Romantiche e artefice di una convincente interpretazione: “Faccio l’attrice e dunque la ricerca di un’identità è per me un concetto fondamentale. Vittoria cambia identità e all’improvviso si scopre efficace, attraente, più intrigante. Nello scarto tra ciò che sei e ciò che appari c’è una zona che ti conferisce il permesso di essere qualcosa. Cosa si è disposti a fare per ottenere quello che si vuole? A volte serve sporcarsi, ma nel finale finalmente comprende qual è il suo vero obiettivo, creando suo malgrado qualcosa di sublime, suo malgrado”.
Castellitto dà vita invece a un quadro negativo e nevrotico, anche se molto simpatico. Dice “il regista è molto più mitomane dell’attore, come ruolo. Non farò i nomi di quelli a cui mi sono ispirato, ma qualche sassolino me lo sono tolto. Ho pensato a registi del passato ‘dotati di sciarpa’. Per il resto è commedia pura. Non un film comico, non sono solo una serie di gag. Si prende un argomento serio e lo si prende affettuosamente a schiaffi e calci. E il tema qui è quello dell’identità. Ci racconta chi siamo, chi sembriamo di essere agli altri ma soprattutto chi ci sembriamo noi, comprese le bugie che ci raccontiamo. Il cinema è stata la mia amante, ma il teatro è stata la mia nonna, da cui torno sempre volentieri. Si rappresenta tutto, anche il vuoto. Perfino il silenzio è un rumore. Fare l’attore è come un’autopsicanalisi, che se ne abbia o no coscienza”.
Diele rivela “il mio esordio in televisione è stata proprio con un ruolo di Giulietta, durante ‘Super Quark’. Si spiegava che il teatro elisabettiano usava spesso uomini nel ruolo di donne… cercavo di essere meno goffo possibile, ma qualcosa vorrà pur dire”.
“E magari – prosegue Castellitto – ci sarà stata una replica in cui l’attore che interpretava Giulietta si strappava i vestiti dichiarandosi innamorato di Romeo… mi piace pensare che sia accaduto!”
“Si vive per piacere e sedurre – spiega un elegantissimo Maurizio Lombardi in Tuxedo bianco – il mio personaggio trova la sua ragione di vita nel compagno, è una cosa molto dolce. Ero titubante inizialmente, ma è facile innamorarsi di Sergio Castellitto”.
E Castellitto conferma: “E’ stato estremamente autentico, c’era una forza specifica e completamente priva di cliché”.
Serena De Ferrari, bravissima nell’interpretare una falsa incompetente, dà corpo e voce a una star dei social finita per caso nel teatro, e ovviamente del tutto incapace nel ruolo di Giulietta: “Riguardo ai social – dice – io condivido parti di me che i colleghi a volte si tengono. Parlo di temi che mi interessano, come la salute mentale, ed è bello, perché il pubblico capisce che non sei solo un personaggio televisivo. Non sono una persona misteriosa”.
Veronesi riprende, sul suo rapporto con la sua attrice: “E’ un mio alter ego, importante dopo Francesco Nuti, che mi ha lasciato orfano. Naturalmente c’è anche Pieraccioni, per un po’ c’è stato Silvio Muccino, adesso c’è Pilar. Con lei mi trovo bene a scrivere, parlare, vivere interi periodi di lavoro, e il fatto che sia donna mi fa fare bella figura, mi insegna cose differenti, mi porta cose diverse che cerco di capire”.
Chiude Fogliati: “E’ stato necessario spostare un’ottica, è il sogno di ogni attrice cambiare genere e fare l’opposto di sé. Una grande opportunità. Mi sono chiesta come sarei stata se fossi un maschio. La risposta è stata questo atteggiamento da ‘scusate se esisto’. Romeo per me è impaccato, si nasconde, è indegno delle cose grandi. E’ un quindicenne. Tre giorni prima era innamorato di un’altra eppure quell’amore è pieno e verissimo. Come estetica, sembra forse Fausto Paravidino, ma mi sono ispirata anche a mio fratello, è un tipo statico che attende, aspetta e guarda da fuori”.
Sulla sua esperienza di attrice, poi “quando si fa un provino si è coscienti di pendere dalle labbra di un’altra persona. E’ un momento di grande fragilità che ho sempre affrontato con umiltà. Se mi criticano, tendo a pensare che ho fatto un brutto provino io”.
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