La commedia virata in formato famiglia. E’ Pare parecchio Parigi, nuovo film di Leonardo Pieraccioni, prodotto da Levante e Rai Cinema nelle sale dal 18 gennaio con 01 in 450 copie. Per il comico toscano, che ha elaborato una storia vera nel soggetto di Filippo Bologna poi scritto con Alessandro Riccio, è un film della maturità, una storia di riconciliazione tra fratelli e con un padre assente che mette in campo tanti buoni sentimenti e anche personaggi femminili al passo coi tempi. “Sì, è un film sulla famiglia – conferma Pieraccioni – quando feci I laureati con Veronesi avevo 29 anni e volevo raccontare le paturnie di un trentenne fuori corso nella vita, il 17 febbraio prossimo ne compio 59 e ho voluto parlare dei non detti, delle acredini che si ingigantiscono ma che in poche ore si possono sciogliere”.
Per esaudire l’ultimo desiderio del padre malato, il professor Cannistraci (Nino Frassica), i tre figli, che non si parlano da cinque anni, fingono di partire in camper per Parigi. In realtà viaggiano in tondo, nel maneggio di Bernardo (Pieraccioni). Alla guida c’è la geometra Ivana (Giulia Bevilacqua) mentre l’estetista Giovanna (Chiara Francini) si lascia convincere a malincuore a partecipare al progetto, perché preferirebbe restare col suo giovane fidanzato. La storia è liberamente ispirata a quella dei fratelli Michele e Gianni Bugli che nel 1982 partirono con il padre malato in roulotte facendogli credere di essere arrivati nella Ville Lumière, mentre non si erano mossi dal loro podere.
“Se il mio film servirà a riconciliare qualche sorella o fratello, sarà il più bello della mia vita”, scandisce Pieraccioni. Che ha moltiplicato nella storia le comparsate e i piccoli ruoli, a partire da quello di Massimo Ceccherini, un vicino di casa maligno che vive con la burbera madre (Gianna Giachetti) e cerca di mettere i bastoni tra le ruote all’impresa. “La commedia all’italiana è diventata famosa nel mondo non solo grazie ai moschettieri della risata ma anche grazie ai coprotagonisti che davano pennellate meravigliose. Io sono un clown bianco e mi nutro di comici veri, toscani ma anche napoletani o siciliani. In queste commedie più sono forti i coprotagonisti, anche con una scena sola, e meglio è. Gianna Giachetti e Massimo Ceccherini sono due personaggi struggenti”. E Pieraccioni rivendica la scelta del siciliano Nino Frassica, un professore con una visione ironica della vita. “L’ho costretto a tenere a bada il suo lato da cabarettista e giullare, per seguire in qualche modo un copione, anche se qualche improvvisazione c’è stata. Gli ho chiesto di recitare quasi tutto il tempo sdraiato nel camper”.
“Film comici – riflette Pieraccioni – ne abbiamo fatti tanti e il pubblico si è disaffezionato, anche perché si possono vedere a casa pochi giorni dopo l’uscita al cinema, ecco perché cercare un soggetto dove ci sia una parte non solo comica. Ed ecco perché ho coinvolto uno sceneggiatore come Alessandro Riccio, con cui non avevo lavorato e che tira fuori un lato diverso di me”.
Pieraccioni, poi, non esclude un sequel per il suo film d’esordio, I laureati, in procinto di compiere trent’anni nel 2025. “Quei personaggi che allora coltivavano tante speranze, adesso sono prossimi alla pensione e potrebbe essere curioso farsi venire in mente un seguito. D’altronde io non smetto, finché non mi fanno smettere i produttori”.
Un affondo sul tema del politicamente corretto. “È folcloristico, una cosa che passerà e che ricorderemo come una bischerata. Con internet abbiamo dato la parola a chiunque, anche a qualche sciocco”.
Infine una curiosità: il gioco della roulette russa con il cellulare (mandare un sms imbarazzante a un numero a caso della rubrica e poi aspettare la risposta) si giocava davvero a casa di Giovanni Veronesi.
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