Si apre con l’applauso ideale di Leonardo Pieraccioni “ai grandi maestri che ci fanno delle carezze nel cuore da anni e per sempre”, la conferenza stampa del nuovo film del regista toscano che ha voluto iniziare con il doveroso saluto al maestro del cinema Bernardo Bertolucci: “I grandi autori, anche quando non ci sono più, lasciano un’autorità immensa che dura nel tempo. Il mio film preferito, da toscano, è Io ballo da sola, che ho visto decine di volte e che sempre mi restituisce un’immagine meravigliosa di una Toscana danzante, felice e piena di sole”.
Dal 29 novembre al cinema con la commedia sentimentale Se son rose… (“probabilmente la mia ultima commedia romantica, un genere che ormai sento di aver declinato in ogni aspetto”) il cinquantenne regista toscano si regala nel suo ultimo film una sorta di personale “punto della situazione”, come lo definisce. “Ho sempre parlato di cose che conosco bene, dai trentenni de I laureati che vivevano ancora nel giardino dell’infanzia che ho a lungo frequentato, a chi inizia a maturare dubbi sul lieto fine (Il principe e il pirata) , fino a parlare oggi di personaggi che potremmo definire “evitanti”, convinti che l’amore duri al massimo tre anni, come recita il famoso libro di Frédéric Beigbeder. Sono coloro che hanno raggiunto coscienza che non ce la faranno a correre fino in fondo la maratona dell’amore, e tirano perciò i remi in barca”. Se son rose… è la storia di una figlia quindicenne che vede suo padre, giornalista di successo che si occupa di innovazione e web, come un uomo che non si impegna nelle relazioni, sentimentali e non. Decide così di mandare di nascosto dal genitore lo stesso messaggio a tutte le sue ex, compresa sua madre, “Sono cambiato, riproviamoci”. Incredibilmente alcune sue ex rispondono all’appello, e quella che era nata come la provocazione di un’adolescente, diventa un viaggio nel passato che finisce col gettare nuova luce anche sul presente. Così riappaiono nella vita del protagonista Benedetta, diventata una sorta di suora laica, Elettra, irritabile docente di filosofia, la prima fidanzatina Angelica, che scopre essere stata ben poco fedele e Fioretta, nel pieno del percorso per diventare uomo. Tutte lo aiutano a prendere coscienza che “è meglio andare verso nuovi lidi piuttosto che provare zuppe riscaldate, ma soprattutto che l’unico amore infinito è quello verso i figli”.
“Un punto della situazione che faccio anche rispetto alla mia vita”, sottolinea il regista che ammette candidamente e con ironia di essere stato, nella vita reale, l’unico anello debole di tutte le sue fidanzate, e che ripercorre nel film i motivi fondamentali per cui una storia arriva al capolinea. “Racconto della litigiosità nelle mie relazioni precedenti, della noia di cui ho anch’io colpa, della superficialità e del tradimento che è un germe che una volta entrato nella coppia che non va più via”.
Nel film un cast quasi tutto al femminile che comprende Michela Andreozzi, Elena Cucci, Caterina Murino, Claudia Pandolfi, Gabriella Pession, AntoniaTruppo, Nunzia Schiano, e la webstar Mariasole Pollio, che interpreta la figlia quindicenne del protagonista, ma anche un cameo di Vincenzo Salemme: “Voglio assolutamente riuscire a fare un film con lui, un grande attore con tempi meravigliosi. Per ora abbiamo fatto il patto che anch’io farò una comparsa nel suo prossimo film. Ma spero che nel mio, che sarà sempre una commedia ma probabilmente tutta al maschile, vorrei che avesse un ruolo più importante”, sottolinea il regista che rispetto al rapporto problematico tra sala e altre forme distributive, soprattutto online: “Sta passando il concetto che quello della sala è una finestra talmente vicina alla visione in tv che si può anche bypassare, ma il cinema, e specialmente la commedia, è bello quando viene goduto in una sala, possibilmente abbastanza piena da sentirne le risate. Sta ai registi offrire un prodotto pregiato che, anche grazie al passaparola, spinga ad uscire di casa, comunicando al pubblico dei codici precisi. Quello di questo film, ad esempio, è semplice: la storia una ragazzina che salva il suo rapporto con il padre tramite il ritorno al passato”. E proposito di relazione padre-figlia debutta nel film in una piccola parte anche la vera figlia di Pieraccioni, Martina, 7 anni: “Un macchinista dopo le scene con lei mi ha detto che è più brava di me”, racconta fiero il regista mostrando tutto il suo orgoglio paterno.
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