Che nella terapia analitica il paziente spesso provi una forma di innamoramento, leggi transfert, per lo psicoanalista è cosa risaputa. Se poi le pazienti dell’analista Francesco/Marco Giallini sono le tre adorate figlie, ciascuna incapace di sciogliere le proprie intricate vicende amorose, allora la cosa si complica e si fa divertente. Questo il cuore di Tutta colpa di Freud, la commedia romantica che Paolo Genovese (tra gli sceneggiatori figura Leonardo Pieraccioni) sta girando a Roma al Teatro dell’Opera, quarta settimana di riprese delle 10 previste, dopo una trasferta a New York.
Prodotto da Medusa e Lotus Production, costo previsto 6 milioni, in sala il 23 gennaio, il film narra le complicazioni affettive di tre giovani donne. “Marta è la sognatrice del gruppo familiare – racconta l’interprete Vittoria Puccini – è lavora in una libreria al centro di Roma, s’innamora sempre dei protagonisti dei romanzi che ama, finché nella sua vita non capita un ladro di libri”. Si tratta di Fabio, cioè Vinicio Marchioni, un sordomuto che lavora come maschera al Teatro dell’Opera e che in libreria ruba i libretti per seguire le messinscene liriche di cui è grande appassionato.
“La figlia più grande, Sara, più che lesbica è dissociata, sempre positiva e agguerrita e decide improvvisamente di diventare etero”, spiega Anna Foglietta.
La più piccola è una 18enne che perde la testa per un 50enne (Alessandro Gassmann). “Emma vuole essere considerata come le due sorelle adulte – dice Laura Adriani – si sente superiore ai coetanei, ed è convinta di dimostrare all’amatissimo padre quanto è grande e matura”.
Marco Giallini è appunto il papà psicoanalista a tempo pieno delle tre figlie, che cerca di risolvere i loro problemi con gli strumenti professionali di cui dispone: “Il mio personaggio è buono, paziente e pacato, insomma è il fidanzato ideale di tutte e tre le figlie”, afferma l’attore romano, nonché oggi romanista soddisfatto per la vittoria della sua squadra nel derby cittadino. Il suo papà, divorziato da anni, ha dedicato la propria vita a Marta, Emma e Sara, non ha tempo per nuovi rapporti, tranne osservare dalla finestra una donna che frequenta sempre il bar sotto casa.
“Claudia è una donna misteriosa, sicura di sé, alquanto fredda, elegante con un cagnolino inseparabile”, svela Claudia Gerini.
“Ho messo in scena tre storie apparentemente diverse il cui filo conduttore è la differenza nell’amore di: età, sessuale e di condizione sociale – spiega il regista Genovese – Per raccontare la vita la commedia è uno dei generi più importanti, purché di qualità e fatta con ironia e leggerezza, non con superficialità. A differenza del cinema d’autore arriva al grande pubblico. Non capisco perché venga spesso scartata a priori dai grandi Festival, se è dignitosa che abbia allora la dignità di partecipare”.
Nel cast di Tutta colpa di Freud anche Daniele Liotti, Edoardo Leo, Dario Bandiera, Maurizio Mattioli, Giulia Bevilacqua, Francesco Apolloni, Alessia Barela e Antonio Manzini.
Set tutto romano per il film, per scoprire la Roma bella del centro e quella storica poco viste al cinema, c’ha provato Woody Allen “ma ha trascurato tanti bei posti. Girare in questa città richiede uno sforzo produttivo perché il Comune non aiuta il cinema, troppa burocrazia e troppi permessi”, conclude con un po’ di polemica Genovese.
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