Paolo Baratta è un presidente estremamente attento alla comunicazione, anche nel web. Orgoglioso dei record del sito internet labiennaledivenezia.net, che già a giugno ha toccato la punta di nove milioni di pagine visitate, sta pensando di incrementare la presenza di filmati e fotografie digitalizzate. Così ha accettato volentieri di rispondere a qualche domanda di Tamtam a margine della conferenza stampa ufficiale della 58/a Mostra.
Un programma rigoroso e pieno di scelte originali: lei come lo giudica?
Sono curioso: c’è un altissimo numero di cineasti che confesso di non conoscere… La Mostra è viva per questo, perché mantiene un fertile dualismo tra mercato e arte, e credo che anche quest’anno sia così.
Questa è anche la prima Mostra del nuovo governo: c’è attenzione? indifferenza?
Attenzione altissima. Ma anche un rispetto totale per l’autonomia della Mostra. Come quella che ho sempre dimostrato anch’io al direttore Barbera: in questi tre anni non gli ho fatto una sola segnalazione… è un riconoscimento dell’autonomia e della responsabilità del direttore artistico.
Ci saranno presenze politiche all’inaugurazione?
Abbiamo diramato gli inviti. Ci hanno già risposto il ministro francese dela Cultura, Tasca, e il commissario Ue, Viviane Reding; altri si aggiungeranno all’inaugurazione, alla chiusura o in mezzo.
E il pubblico? avrà facile accessso alle proiezioni?
Abbiamo aumentato di 500 posti la disponibilità nelle sale. Il problema è che tutti vogliono la sera e nessuno la mattina o il pomeriggio. Il Lido ha dei limiti geografici, ma ha anche i suoi pregi: il Lido è il Lido e più di tanti spettatori non può ospitare.
Il contributo degli sponsor, con l’ingresso di Telecom Italia, resta determinante.
Questo è un punto delicato, perché cerchiamo sponsor che non siano troppo invadenti, che non intacchino la nostra libertà: non siamo uno stadio di calcio. Spesso poi gli sponsor diventano veri e propri partner, come Tele+ e Raisat, che acquistano da noi immagini in esclusiva.
Possiamo quantificare l’apporto degli sponsor?
Diciamo che si tratta di alcuni miliardi in un anno per le varie attività della Biennale.
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