Paola Cortellesi tra ‘Petra’ e la sua prima regia

L’attrice sarà nuovamente l’ispettrice di polizia stabilmente in forze nel settore operativo della mobile di Genova, nella seconda stagione della serie Sky Original, diretta da Maria Sole Tognazzi


È difficile trovare sul grande e piccolo schermo una donna indipendente, sarcastica, fuori dagli schermi, che non ha paura del giudizio degli altri come Petra Delicato. Anche Paola Cortellesi è d’accordo. “Petra fa i conti con la vita reale e le sue rinunce comportano una scelta di libertà. Non ho mai conosciuto una donna così”.

L’attrice sarà nuovamente l’ispettrice di polizia stabilmente in forze nel settore operativo della mobile di Genova, nella seconda stagione della serie Sky Original Petra, diretta da Maria Sole Tognazzi. Quattro episodi, nati dalla penna di Alicia Giménez Bartlett e riscritti da Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia, e la collaborazione di Cortellesi, che vedono protagonista anche Andrea Pennacchi, nei panni del viceispettore Antonio Monte.

Non è la prima volta che Cortellesi riprende in mano uno stesso ruolo. Era già capitato con Come un gatto in tangenziale. Stavolta a stimolare l’attrice è stata l’evoluzione continua del suo personaggio. “La crescita di Petra è parallela a quella del suo sodale Monte. Se cambia una cosa per l’uno, cambia anche per l’altro – spiega Cortellesi – Su stimolo di Petra, Monte si è aperto a nuova vita, ha conosciuto una donna, Beatrice (Manuela Mandracchia). Poi però Petra si troverà faccia a faccia con la solitudine”.

Se come dice la sceneggiatrice Giulia Calenda “Petra viene da due matrimoni falliti e la solitudine è la più grande festa della terra per lei”, a un certo punto quella troppa indipendenza la porterà a fare i conti con se stessa. “Lei condivide la sua vita con un ragno peloso. Sceglie di essere single e di non avere una relazione stabile e casalinga. Ma da che è la paladina della libertà nonostante tutto, la donna che rifiuta compromessi legati alla vita comune e alla convivenza in nome della libertà, ora si sente sola – sottolinea Cortellesi – Chissà, però, se arriverà qualcuno anche per lei”.

Per Petra Monte rappresenta il suo amore platonico. “Ne abbiamo dibattuto molto con gli sceneggiatori – spiega ancora Cortellesi – Tra loro non ci sono le difficoltà di una convivenza a casa, ma quella che riguarda i casi di lavoro. Abbiamo avuto dei consulenti che fanno i poliziotti e che hanno a che fare ogni giorno con dei fatti orribili e convivono con questo. La bellezza del racconto, oltre ai casi di puntata che sono avvincenti, si basa sulla vita di queste persone. Nella serialità americana solitamente i poliziotti fanno cose improbabili, partecipano a grandi sparatorie, ammazzano senza chiedersi che effetto avrà sulle persone. Petra e Monte sono due personaggi reali, che la sera si ritrovano a bere una birra e confrontarsi con una vita non semplice”.

“Monte si è evoluto in modo naturale – spiega Pennacchi del suo personaggio – Grazie a Petra, gli si aprono tutta una serie di porte che lui aveva pensato di non aprire mai. Non sistema le cose del passato, ma entra in un mondo nuovo, sia ristabilendo il rapporto con il figlio sia trovando una compagna. Certo scegliendo l’amore, lui causa un problema a Petra e aumenta la sua infelicità. Di Monte mi piace la sua testardaggine paziente, una specie di forza che lo porta ad andare avanti sempre, sopportare qualsiasi cosa e poi riportare un filo d’ordine in un mondo caotico”.

Petra, come dicevamo, è una donna libera e fuori dagli schemi. E la serie in sé è un esempio dell’attenzione sempre più crescente negli ultimi anni verso lo sguardo femminile. Cosa ne pensa Tognazzi? “Io spero di non sentir più questa espressione, e che le registe non vengano più definite registe donne – risponde – Vorrebbe dire che la disuguaglianza tra generi, anche di compensi, non ci sarà più. C’è un’evoluzione in corso che riguarda le protagoniste femminili, a cui la serialità ha aperto tante porte. Siamo in un momento di cambiamento epocale che permette a tutte noi di esprimerci più liberamente, di raccontare donne che non sono più un oggetto, che hanno loro vita indipendentemente da altri. Lo sguardo femminile non è altro che il modo con cui viene raccontato un personaggio femminile, non è importante se dietro la macchina da presa ci sia un uomo o una donna, dipende chi è quell’uomo e quella donna. Preoccupiamoci di come vengono descritte le donne e non da chi. Tutto dipende dalla sensibilità di un autore. Dobbiamo lavorare per arrivare a quella libertà”.

Nella serie Genova è al centro del racconto e non solo a servizio dei due protagonisti. “Ci siamo resi conto che non era stata ancora raccontata una città così bella”, spiega Calenda. E l’altra sceneggiatrice, Ilaria Macchia: “Abbiamo capito che Genova racchiude in sé varie personalità. È un personaggio della serie”. Una città così è stata stimolante anche per Tognazzi: “È un mix tra contemporaneità e passato, ha un sapore un po’ vintage, per questo abbiamo scelto anche dei brani musicali che sostenessero il suo potenziale”.

La seconda stagione di Petra, prodotta da Sky, Cattleya e Bartlebyfilm in collaborazione con Beta Film, arriverà in esclusiva il 21 settembre su Sky Cinema e in streaming su Now. Ma ne è già prevista una terza? “Dipende da tante cose ed esigenze, anche dal successo che speriamo otterranno queste nuove puntate – risponde Tognazzi – Noi speriamo di farne tante ancora. Siamo pronti ad arrivare anche a dodici stagioni”. Nel frattempo, Cortellesi ha iniziato le riprese del suo primo film da regista che girerà a Cinecittà (il titolo dovrebbe essere C’è ancora domani). “Sono contenta di questo esordio – commenta l’attrice – Non è un cambio di passo, ma solo il desiderio di raccontare una storia anche da un’altra prospettiva”.

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17 Settembre 2022

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