“Non mi sento perfetta, la bellezza pesa. Da quando sono nonna mi sento amata. Il flirt con Celentano? Non smentisco” (Corriereadriatico.it, Leggo.it)
“Ognuno è quello che è, l’età è solo un’invenzione” (Vanityfair.it)
“Ho debuttato al cinema a soli 14 anni e avevo perso mio padre tre anni prima. Avrei avuto bisogno di una figura maschile di riferimento e invece non ce l’avevo. Mi sono affacciata alla vita da “zoppa”, senza sapere chi sono gli uomini”. (IoDonna.it)
Ornella Muti si è raccontata alla stampa nel giorno del suo 70° compleanno. Compleanno triste, tra l’altro, segnato dalla scomparsa dell’amica e collega Eleonora Giorgi, a cui aveva regalato, da poche settimana, la sorpresa di presenziare alla presentazione del libro di Andrea Rizzoli, figlio di Eleonora.
Muti, pseudonimo di Francesca Romana Rivelli, nasce a Roma il 9 marzo 1955. Figlia di un giornalista napoletano e di una scultrice estone di origini russe, cresce in un ambiente ricco di arte e cultura, ma è il cinema a darle il destino di icona. Il suo debutto avviene giovanissima, a soli 14 anni, quando Damiano Damiani la sceglie come protagonista de La moglie più bella (1969), ispirato alla storia vera di Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare un matrimonio riparatore. Per evitare omonimie con un’altra attrice, Damiani le impone il nome d’arte, ispirato ai personaggi di D’Annunzio, anche perché esisteva già un’attrice con lo stesso nome.
Nello specifico, Ornella proviene dal personaggio di ‘La figlia di Iorio’ (1904), una delle opere teatrali più celebri del poeta. Muti deriva invece da ‘Il Piacere’ (1889), il cui protagonista Andrea Sperelli è ossessionato dalla bellezza di Elena Muti.
Da quel momento la sua carriera decolla e la sua bellezza straordinaria diventa il suo primo biglietto da visita, ma dietro il volto perfetto c’è un talento che le permette di affermarsi ben oltre l’immagine di semplice femme fatale.
Negli anni ’70 diventa una delle attrici più richieste del cinema italiano. Romanzo popolare (1974) di Mario Monicelli la impone all’attenzione del pubblico e della critica: interpreta Vincenzina, una giovane donna che sposa un uomo molto più grande di lei, interpretato da Ugo Tognazzi. Il film è un successo e le permette di dimostrare una maturità attoriale sorprendente per la sua età. Da lì, una serie di collaborazioni con grandi registi: Dino Risi la vuole per La stanza del vescovo e Primo amore, Marco Ferreri la dirige ne L’ultima donna accanto a Gérard Depardieu e poi in Storie di ordinaria follia, tratto da Bukowski, dove interpreta Cass, una donna fragile e tormentata. La sua capacità di alternare commedia e dramma la rende perfetta per il cinema d’autore, ma anche per il grande pubblico.
Gli anni ’80 la consacrano come icona internazionale. Diventa la musa di registi francesi e americani, ma è soprattutto il cinema italiano a darle ruoli indimenticabili. Lavora con Carlo Verdone in Io e mia sorella (1987), con Francesco Nuti in Tutta colpa del paradiso, con Pasquale Festa Campanile in La ragazza di Trieste e con Ettore Scola ne Il viaggio di Capitan Fracassa. Ma è anche la regina della commedia, grazie ai film con Adriano Celentano, Il bisbetico domato e Innamorato pazzo, che diventano due cult del cinema popolare. La sua bellezza diventa un fenomeno planetario e la porta sulle copertine delle riviste più prestigiose, inclusa quella di Time. È il periodo in cui Hollywood si accorge di lei e nel 1980 arriva a recitare in un film di culto assoluto: Flash Gordon, dove interpreta la sensuale Principessa Aura, un ruolo che la rende un’icona del genere sci-fi.
La sua avvenenza sofisticata è talmente iconica che ispira un fumetto erotico-horror, ‘Sukia‘, con protagonista una vampira che ne è la copia sputata, mai ufficialmente riconosciuto dall’attrice.
Negli anni ’90 continua la sua carriera tra Italia, Francia e Stati Uniti. Lavora con Sylvester Stallone in Oscar – Un fidanzato per due figlie (1991), ma il cinema americano sembra non valorizzarla come meriterebbe. In Europa, invece, resta un’attrice amatissima e versatile, spaziando tra dramma e commedia. Lavora con registi come Francesco Rosi in Cronaca di una morte annunciata e Carlo Verdone in Stasera a casa di Alice. Nel 1994 viene eletta dalla rivista ‘Class’ “La donna più bella del mondo”, un titolo che conferma la sua aura magnetica e la sua capacità di rimanere sulla cresta dell’onda. Ma Ornella non è solo un volto perfetto: è un’attrice capace di interpretare personaggi complessi, di regalare momenti di pura intensità e di rimanere credibile anche quando il cinema cambia direzione.
Con l’arrivo degli anni 2000, si dedica sempre più alla televisione e alle produzioni internazionali. Recita per Woody Allen in To Rome with Love (2012), dove dimostra ancora una volta il suo carisma. Nel frattempo, partecipa a serie TV come Sirene, che le permette di farsi conoscere anche dalle nuove generazioni. La sua presenza sul piccolo schermo la mantiene una delle figure più amate del panorama italiano e la trasforma in un volto familiare anche per chi non ha vissuto il suo periodo d’oro nel cinema.
Ma Ornella Muti non è solo un’attrice, come dicevamo: è un’icona. La sua bellezza ha attraversato decenni senza mai perdere fascino, il suo nome è sinonimo di eleganza e talento. Ha saputo reinventarsi più volte, passando dal cinema d’autore alla commedia, dal teatro alla TV, senza mai rinunciare alla sua autenticità. Il suo mito è alimentato anche dalla sua vita privata, spesso al centro dell’attenzione mediatica: il presunto flirt con Adriano Celentano, la sua famiglia, il suo legame con la figlia Naike Rivelli, con cui condivide molte battaglie, come quella per il veganismo e uno stile di vita sostenibile.
Nel 2022 viene chiamata a condurre la prima serata del Festival di Sanremo, un evento che conferma il suo status di leggenda dello spettacolo italiano. Dopo più di 50 anni di carriera, Ornella Muti resta una delle attrici più amate e riconosciute, un’icona che ha segnato il cinema italiano ed europeo con il suo fascino magnetico e il suo talento inconfondibile. Non è solo una star, è un simbolo di bellezza, forza e versatilità. La sua carriera è la prova che dietro un volto perfetto può nascondersi una straordinaria interprete capace di emozionare generazioni di spettatori. E la sua leggenda, come quella di ogni vera star, è destinata a durare nel tempo.
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