GIFFONI. “Sono Orlando Bloom, sono un personaggio del mondo, ho avuto delle meravigliose opportunità di lavorare nel cinema e di interpretare ruoli di cui sono orgoglioso e comunque nessuna di queste cose è importante quanto l’essere me stesso ogni giorno”. Risponde così il popolare attore inglese quando una giurata gli chiede come si presenterebbe a chi non lo conoscesse. Ultima star intervenuta a chiudere la 45^ edizione del Festival, Orlando Bloom, come era prevedibile, è stato accolto con grande calore dai tantissimi giurati e da coloro che sin dalle sette del mattino si sono appostati nella cittadella del cinema nella speranza di ottenere un selfie o un autografo.
Lui si concede generosamente alle tante domande del pubblico, verso cui ha un atteggiamento quasi paterno: “Penso che il mondo in cui voi state crescendo sia più complesso rispetto al passato: i social media stanno cambiando il modo di comunicare e dobbiamo ancora vedere quali sono i risultati. Voi avete l’opportunità di usare al meglio questi media, sviluppando un atteggiamento creativo verso la vostra vita, cambiando in meglio l’ambiente e quindi il mondo che è intorno a noi. Non pensate a come vi vestite, a come potete diventare famosi ma a migliorare ogni giorno l’ambiente intorno a noi”.
Sui prossimi progetti Bloom non può sbilanciarsi, aggiunge solamente che in Pirati dei Caraibi 5 avrà una piccola parte ed è felice di poter introdurre nel film per la prima volta il personaggio di suo figlio. Nonostante i diversi personaggi importanti interpretati, dice di essere molto legato a Legolas de Il Signore degli Anelli. “Mi piacerebbe essere come lui, un personaggio pieno di positività in un contesto negativo. E’ il personaggio che più mi ha fatto crescere”.
“La tv sta vivendo un’epoca d’oro – dice Bloom parlando dei progetti futuri – amerei molto avere la possibilità di sviluppare un personaggio per un lungo periodo di tempo. Per questo sto lavorando all’idea di una serie insieme ad alcuni produttori americani”. L’attore ha inoltre in uscita negli Usa ad agosto la commedia nera Digging for Fire di Joe Swanberg, dove interpreta uno chef, e prossimamente Unlocked, thriller sul terrorismo di Michael Apted, con Noomi Rapace e Michael Douglas, dove “sono un agente mandato sotto copertura per cercare informazioni”.
Sulla sua esperienza come ambasciatore Unicef, sottolinea quanto si senta privilegiato in questo impegno. “L’anno scorso sono stato in Giordania al confine con la Siria e lì ho visto persone strappate alla vita e che combattono ogni giorno per la vita. Mi rende orgoglioso andare a visitare queste persone e dare loro voce. Il cinema può avere una grande influenza nel mondo e per questo vi suggerisco, se diventate registi o sceneggiatori, di pensare a storie che vogliano raccontare la realtà. Anche quando interpreto personaggi fantastici cerco di portare in ognuno di loro un tocco di umanità”.
Vince nella categoria Elements + 6 il film di Micol Pallucca sull'importanza dell'amicizia, e in Gex Doc Mimmo Verdesca con un excursus sugli enfant prodige del cinema dal neorealismo ad oggi
I vincitori delle sezioni storiche del festival, la +13 e la +16, sono il tedesco Sanctuary di Marc Brummond e l'americano All the wilderness di Michael Johnson. Il primo è ambientato a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, quando i riformatori per minori in Germania erano luoghi di tortura e nasce da una serie di interviste, circa 3mila, che il regista ha realizzato fra i superstiti di quei luoghi infernaii. All the Wildernes indaga invece il travagliopsicologico di un ragazzino alle prese con il dolore provocato dal suicidio del padre
Né Giulietta né Romeo, presentato a Giffoni e patrocinato da Amnesty International, racconta la storia di un 16enne che scopre la sua omosessualità e per questo è preso di mira da un bullo della sua scuola. Ma la battaglia più dura per il ragazzo è quella che deve affrontare in famiglia, con due genitori ricchi, separati, poco presenti, culturalmente aperti eppure incapaci di ascoltare il figlio. Veronica Pivetti rivendica la scelta di utilizzare il genere della commedia per raccontare una storia drammatica: “Il mio è un film sui pregiudizi e sulla diversità e il fatto che si rida non vuol dire che non sia serio”
Il 'cattivo' Draco Malfoy di Harry Potter interpreta, nel film in costume Risen di Kevin Reynolds, un legionario che indaga sulla morte di Cristo: "Ero ateo in principio, o meglio agnostico, con una mentalità più di tipo scientifico, ma questo film mi ha fatto riflettere su molte cose. Mi ha toccato davvero”. Felton è in Italia anche per le riprese, tra Brindisi e Lecce, dello spy action Stratton: First into action di Simon West: "Un film con cui realizzo il mio sogno da bambino, recitare nei panni di un agente segreto"