Odissea nuda (e censurata)

Il film di Franco Rossi (1961) potrebbe aspirare al titolo di opera più tagliata della storia del cinema italiano. Adesso torna nella versione integrale


Da Rocco e i suoi fratelli a Ultimo tango a Parigi, da Pasolini a Ferreri, quella del cinema italiano è una storia fatta anche di capolavori e grandi autori alle prese con tagli, divieti, processi, condanne, persino roghi. Accanto ai titoli – e ai nomi – più noti, però, sono centinaia i film che hanno subito gli “attacchi” della censura senza che in loro difesa si levassero polemiche e battaglie civili. Tra tutte queste opere minate nella loro integrità, stupisce che una sorta di primato spetti, metro alla mano, a un film di Franco Rossi (1919–2000): un campione di delicatezza più che di scandalo (vedere per credere Amici per la pelle, uno dei più bei film sull’adolescenza del cinema italiano). Eppure – con oltre 11 minuti di tagli – al suo Odissea nuda (1961) potrebbe forse andare il titolo di “film più censurato nella storia del cinema italiano”.

Nella storia di Enrico, un regista che a Tahiti si lascia catturare dal fascino esotico dei luoghi e delle bellezze locali, la censura dell’epoca legge un soggetto “offensivo del pudore, della morale e del buon costume”, imponendo alla produzione 17 tagli tra scene e dialoghi, per un totale di 307 metri di pellicola. Saltano intere battute, altre vengono “corrette” (“È una giovane che ha bisogno del suo sfogo” diventa “È giovane…  lei capisce”), di alcune sequenze non resta traccia (“nella scena del prete che balla con le polinesiane, eliminare il tutto”, si legge nelle richieste della Commissione di appello). Di lì a qualche anno – ironia della sorte – lo stesso Franco Rossi entrerà nelle case degli italiani con un’altra Odissea, quella televisiva con Bekim Fehmiu e Irene Papas, destinata non più a dare scandalo ma ad imprimersi nella memoria collettiva: dell’altra Odissea, quella nuda e censurata (e apprezzata, tra gli altri, da Moravia, che ne sottolinea la “carica lirica”, il “raro livello espressivo” e “certe notazioni degne delle pagine di Stevenson”), si perderanno col tempo le tracce (l’ultima trasmissione televisiva risale al 1968). Fino ad oggi, con il restauro da parte della Cineteca Nazionale (con Istituto Luce Cinecittà ed Euro Immobilfilm) della versione integrale, mai vista sul grande schermo, in programma tra gli omaggi della Festa del Cinema di Roma.

19 Ottobre 2015

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