Nasce una nuova casa di distribuzione, la Cloud Movie di Antonio Carloni, che punta a portare in Italia film di qualità altrimenti destinati all’invisibilità. Il primo titolo, in uscita il 25 luglio, è un cartoon (anche in 3D), co-produzione franco-svizzera che oltralpe ha incassato 13 milioni di euro. Si tratta di Titeuf, tratto dal fumetto omonimo dell’autore elvetico Philippe Chappuis, detto Zep. Un culto da 16 milioni di fumetti venduti che è diventato un simbolo internazionale. “Titeuf è nato nel 1992 – racconta Zep, che dirige anche il film – Avevo già firmato due albi e collaboravo con diverse riviste, ma i miei progetti personali venivano rifiutati dappertutto. Cercavo di adeguarmi alle richieste editoriali, esplorando i gialli, il piratesco, l’erotico, ma mi rendevo conto che quel che facevo non mi interessava. Un giorno comprai un grande quaderno bianco dove mi riproposi di scrivere i miei ricordi d’infanzia. Volevo ritrovare proprio l’età in cui mi ero ripromesso che da grande avrei disegnato fumetti. E ho iniziato a disegnare una sorta di diario intimo sul mio quartiere, sulla mia scuola e i miei compagni. Nel momento in cui ho dovuto rappresentare me stesso con un disegno, ho ripensato al ragazzino col ricciolo in testa che avevo immaginato qualche tempo prima per un progetto. Non ero legato a obblighi editoriali, anzi, non pensavo che qualcuno volesse pubblicarlo, per cui ho raccontato tutto molto liberamente. Ma riuscii comunque a pubblicarne alcune pagine in una fanzine a Ginevra, e così è iniziato tutto. Presto si è formato un nugolo di fan che velocemente si è allargato”.
Nel 2002 Titeuf si è trasformato in una serie televisiva, popolare anche in Italia: “E’ andata molto bene in termini di pubblico – prosegue il regista – presto mi hanno proposto di realizzare un lungometraggio. Ho fatto subito presente di volerlo dirigere in prima persona, la scrittura è stata semplice perché la storia era già dentro di me da molto tempo, anche se spezzettata. Per il film ho scritto moltissimo. Su una striscia disegnata mi concentro prima sui disegni e poi passo ai testi, ma qui ho dovuto tener conto dei codici narrativi del cinema. Ma vivo con Titeuf da 18 anni e lo conosco bene. Il cinema permette di raccontare di più. Puoi giocare col suono, con le voci. Volevo però che tutti potessero capirlo, quindi ho dovuto spiegare chi fosse il personaggio e quale fosse il suo mondo anche a chi non lo conosceva, e al contempo raccontare qualcosa che nei fumetti non avevo mai raccontato”.
La trama parte da una piccola tragedia nella vita di Titeuf: Nadia, la ragazzina che gli fa battere il cuore, festeggia il suo compleanno e non lo ha invitato. Possibile? Come se non bastasse, gli adulti non fanno che complicare le cose e lui viene sballottato fra la casa in campagna dei suoi nonni, gli incontri con lo psicologo e le riunioni nel cortile della scuola. Per fortuna lo aiuta la sua immaginazione, che lo accompagna dalla preistoria al Far West dove incontra un vecchio avventuriero con le fattezze del cantante Johnny Hallyday. “Non sapevo se Hallyday avrebbe accettato – dice ancora Zep – Inizialmente ho fatto registrare una bozza a un imitatore, ma questo ha permesso a Johnny di ascoltare la canzone e alla fine ha accettato. Il problema poi è stato trovare un momento per registrare, poiché era sempre in tournée, ma è stato così gentile da venire in uno dei suoi rari giorni di pausa, tra l’altro era il suo compleanno. Cosa potevo sognare di più?”
Tra i prossimi progetti di Cloud Movie c’è il tedesco avventuroso per ragazzi Victor and the secret of the Crocodile Mansion, visto a Giffoni, diretto da Cyrill Boss e Philipp Stennert e tratto dal libro di Helmut Ballot, previsto per novembre.
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