In questa storia così intricata è bene partire con dei fatti. Alitalia è stata fondata nel 1946 (all’inizio si chiamava Aerolinee Italiane Internazionali), e il 14 ottobre 2021 ha effettuato il suo ultimo volo. Noi siamo Alitalia – Storia di un paese che non sa più volare è il racconto concentrato in un’ora e mezza dei continui problemi che la compagnia aerea di bandiera ha attraversato nei suoi 75 anni di vita. Mai una volta la classe dirigente che si è fatta carico della vicenda è riuscita a cavarsela brillantemente, mai che un piano si sia rivelato quello giusto, e nel frattempo un termine si affacciava sempre nel racconto: esuberi. Per larghi tratti è parso che il problema principale di Alitalia fossero i lavoratori stessi, che erano troppi e troppo privilegiati. Solo che poi, ed è questa una delle affermazioni più forti del film, a pagare sono sempre stati loro, i lavoratori.
Noi siamo Alitalia – Storia di un paese che non sa più volare è stato scritto da Filippo Soldi, Maria Teresa Venditti, Annamaria Sorbo, Alessandro Tartaglia Polcini e diretto dallo stesso Soldi. Il film arriva finalmente in sala: il 14, 15 e 16 novembre 2022 sarà proiettato al cinema Farnese a Campo de’ Fiori, a Roma. Gli sceneggiatori hanno deciso di raccontare questa vicenda con un documentario inserito in una cornice di finzione. Il film nasce da un’idea di Alessandro Tartaglia Polcini, ex assistente di volo Alitalia, oggi produttore cinematografico, giornalista e docente di cinema presso alcuni atenei. Al fine di mantenere una libertà di racconto che consenta di essere osservatori ma ancor più testimoni, Tartaglia Polcini ha scelto di non accedere ad alcun finanziamento né da parte della DG Cinema né da altre Istituzioni, se non – per il tramite di un’associazione culturale – a un piccolo fondo da parte del Comune di Fiumicino. Con il sostegno e il patrocinio del Comune di Fiumicino, il documentario è quindi prodotto dall’Associazione Culturale Ticto e da Alessandro Tartaglia Polcini, con la collaborazione di Own Air.
A quattro sceneggiatori interpretati da Maria Carla Generali, Tania Angelosanto, Riccardo Livermore e Lucandrea Martinelli viene chiesto di realizzare una docuserie sulla vicenda Alitalia, ma c’è un problema. La questione è troppo complessa, così tanto da diventare respingente, verrebbe da lasciar perdere, gettare la spugna sembra la cosa più naturale. Decidono allora di interpellare delle persone che conoscono molto bene la vicenda, esperti come il giornalista del Sole 24 Ore Gianni Dragoni o il sindacalista ed ex assistente di volo Fabrizio Tomaselli, e tanti altri lavoratori e lavoratrici che hanno vissuto la vicenda sulla propria pelle.
Ne esce un quadro innanzitutto umano, perché, come ha dichiarato il regista Filippo Soldi, che abbiamo intervistato “dietro ogni piano industriale, che detto così sembra qualcosa di asettico, c’è invece la vita, la quotidianità, la serenità o il dramma di tantissime persone. Quello che ci interessava realizzare – ha continuato Soldi – era un’indagine che mostrasse le ricadute umane sulle persone, nemmeno sui gruppi di persone, ma proprio sui singoli, come cioè diverse individualità siano state travolte dai fatti, quale sia stato il risultato a livello umano”.
Ci sono alcune domande che rimangono sospese, volontariamente. Tra il 2000 e il 2019 il numero di italiani che volano è triplicato e, in generale, a livello globale, c’è stato un aumento del 30%. “Come è possibile – ha proseguito Soldi – che nel periodo di massimo sviluppo del trasporto aereo una società importante come Alitalia non sia stata in grado di approfittarne e nemmeno di rimanere a galla?”.
Alitalia, col vento in poppa dato dal boom economico, arrivò a essere la settima compagnia aerea al mondo. Un dato che fa impressione, eppure, come viene detto nel documentario, dovrebbe stupire l’opposto: l’Italia è un paese del G7, e un buon posizionamento della sua compagnia di bandiera dovrebbe essere la regola, non l’eccezione da ricordare con nostalgia.
Noi siamo Alitalia – Storia di un paese che non sa più volare mette insieme molte voci e alcuni filmati d’archivio (tra cui meravigliose immagini dell’Archivio Luce che ritraggono le star del cinema italiano come Sophia Loren a bordo di velivoli Alitalia) che compongono uno scenario stratificato, pieno di storie assurde, dai voli ad personam a improbabili nomi di cordate (i Capitani coraggiosi). A vederla da qui, ora, la storia di Alitalia sembrava segnata, pessima gestione dopo pessima gestione l’esito non poteva che essere questo. Ma a che costo? Quello umano è stato e continua a essere altissimo, dalle migliaia di persone che hanno perso il lavoro fino a chi non ha mai superato il fatto. Come Francesco Fasolo, il pilota trentottenne che si è suicidato a febbraio 2022, dopo essere stato licenziato. Noi siamo Alitalia – Storia di un paese che non sa più volare è dedicato a lui.
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