RICCIONE – Profetico, distopico, precursore. Fantascientifico. Questo era Nirvana (1997) quando arrivava sul grande schermo del cinema, così ce lo raccontava il suo autore, Gabriele Salvatores, papà di quest’opera che compie 25 anni: per l’occasione le è stato regalato un restauro, una sorpresa a Ciné – Giornate di Cinema di Riccione.
Nirvana è “un film a cui tengo particolarmente, questo è uno dei miei preferiti, è stato anche quello che ha cambiato un pochino la mia linea narrativa. È stato uno dei primi con effetti digitali tutti creati qui in Italia, allora non si praticavano molto gli effetti al computer. Molti spettatori rimasero spiazzati, poi si accorsero che si stava parlando di cose che avremmo vissuto realmente e che stiamo vivendo. Il Metaverso è esattamente l’applicazione di Nirvana”: questo il messaggio che Gabriele Salvatores dedica al suo film.
Lorenzo Ferrari Ardicini – presidente CG Entertainment, ci porta in particolare dentro al restauro del film.
Nirvana compie 25 anni: com’è nata l’idea del restauro?
Per una richiesta da parte del pubblico, anche. Noi lavoriamo da 3/4 anni con un progetto, Start Up, presente anche sul nostro sito, che consente al pubblico di suggerire i titoli che vorrebbe vedere in HD e spesso lanciamo delle campagne di crowdfunding per cercare di portare l’edizione desiderata al pubblico. Proponiamo un titolo, un prodotto editoriale configurato in un certo modo, e se raggiungiamo entro un mese una sorta di quorum di pre-ordini concretizziamo il prodotto, che viene anche personalizzato con i nomi delle persone che hanno sostenuto il progetto. È una piccola perla legata soprattutto alla library del cinema, che però fornisce un servizio cucito sul pubblico: ne siamo molto fieri e anche Nirvana sarà oggetto di una proposta editoriale molto ricca che stiamo mettendo a punto.
Come stava la pellicola quando l’avete presa in mano per la prima volta? Da che stato di salute siete partiti?
Siamo partiti da un negativo che era conservato molto bene: è stata fatta una scansione nuova in 4K e poi una color correction per cercare di mantenere i colori il più fedeli possibile all’originale, in maniera vivida. Il vecchio master con cui era stato fatto il supporto DVD era un semplice Digital Betacam, dunque in questo restauro la qualità è incrementata a livelli esponenziali rispetto ai materiali che finora sono stati disponibili per il film.
La versione 2022 di Nirvana vanta, appunto, un restauro da scansione del negativo in 4K e color correction 4K: ci spiega nel dettaglio? Quale valore aggiunto ha questo tipo di lavorazione, che tipo di conservazione garantisce per il futuro?
Il futuro non si può mai prevedere ma sicuramente il lavoro di scansione digitale di una pellicola permette di partire dal supporto analogico che è essa stessa: si cerca di partire dalla pellicola meglio conservata, possibilmente senza nessun tipo di graffi e partendo dall’internegativo, dalla prima copia originale del film, quella che mantiene più fedelmente la qualità nel tempo; l’accesso all’internegativo non avviene praticamente mai, se non all’inizio per stampare le copie positive che servivano per le proiezioni. Per la partenza dalla pellicola meglio conservata ammetto che siamo stati molto fortunati, il negativo era in ottime condizioni, anche grazie alla conservazione da parte di Colorado Film e RTI. Il lavoro, quindi, consiste in una scansione in 4K, con una risoluzione di 3840×2160 pixel: la scansione SD che si usava per i Digital Betacam all’epoca era di 720×480 pixel e questa è la risoluzione del master usato fino a oggi per proporre il film su DVD o in tv/streaming. Si passa, dunque, a una qualità che è quattro volte tanto rispetto alla precedente, quindi fare una scansione con questo livello di definizione significa far emergere dei dettagli che sulla pellicola, e quindi in sala all’epoca, erano visibili, ma che nelle trasposizioni precedenti al digitale si sono un po’ persi; con la nuova scansione 4K riusciamo ad avere un livello di dettaglio che per 25 anni non è stato possibile e sui mezzi di oggi, un po’ più esigenti per il maggior livello di definizione, si nota la mancanza degli stessi, quindi finalmente possiamo restituire al film una qualità molto più rappresentativa dell’originale.
Quanto tempo ha richiesto questo restauro e qual è stato il processo che avete percorso per arrivare sul grande schermo a Riccione?
Il lavoro della scansione e dell’operazione di correzione ha impiegato circa un paio di mesi, grazie anche al laboratorio Reel One di Roma. È più complicata la catena burocratica per le tempistiche: richiede di ottenere i permessi dai proprietari del film, accedere all’internegativo con le lettere di accesso, far uscire l’internegativo, cosa che di solito non avviene molto spesso.
C’è qualche sequenza su cui avete avuto più difficoltà o più soddisfazione nel restauro?
Le scene più difficili da rendere sono quelle che hanno colori scuri e notturni, Nirvana è un film in cui queste cromie abbondano, per il suo essere legato a una rappresentazione un po’ distopica della nostra realtà: spesso le scene sono girate di notte, mentre piove, un immaginario dell’epoca molto connesso a Blade Runner insomma, e in Nirvana c’è lo stesso tipo di approccio sia di scenografia che di fotografia, quindi con ‘il buio’ la scansione è sempre più delicata perché i neri pieni sono sempre molto difficili da rendere anche in 4K: chi potrà guardare questa versione restaurata penso potrà apprezzare la bellezza del risultato.
C’è stato uno scambio con Gabriele Salvatores? Vi ha fatto richieste specifiche per il restauro?
Non ha fatto richieste precise, il lavoro è andato liscio, è stata una bella esperienza per tutti in termini di risultato. Siamo tutt’ora in contatto con Salvatores perché il nostro obiettivo è far uscire un Blue-ray del film, che non è mai stato editato in nessuna parte del mondo: stiamo attendendo di raccogliere una sua intervista da pubblicare all’interno. Spero possa uscire entro la fine dell’anno, ma stiamo facendo un lavoro molto certosino perché il film, per il cinema italiano, è stato un pioniere, anticipando anche tante pellicole americane successive di genere, ma nonostante questo è stato un po’ ‘dimenticato’, troppo poco spesso citato e visto, e penso possa essere bello, anche per le nuove generazioni, che sono il futuro del nostro cinema. Spero questa operazione possa consegnare ai giovani il film sotto una nuova veste e possa farlo conoscere dalle nuove generazioni.
Una domanda romantica, anche sociale, oltre che artistica: qual è per lei, per un’azienda come CG Entertainment, il valore di questo mestiere? Del poter insomma ri-vitalizzare il cinema, ma non solo.
Per me e per la mia azienda il cinema del passato è sempre stato estremamente importante, lavoriamo sui classici italiani, ma non solo, che distribuiamo al pubblico, in Home Video principalmente, ma anche con le nuove forme digitali di sfruttamento; spesso la difficoltà è che il mercato italiano è piccolo e concentrato, quindi le operazioni di restauro sono difficili da finanziare solo per gli sfruttamenti che gestiamo noi; dunque, fare da soli operazioni come Nirvana per noi è una rarità perché l’investimento non è sempre recuperabile.
Everything Everywhere All at Once dei Daniels - Daniel Kwan e Daniel Scheinert, e co-prodotto con i fratelli Russo - è uno dei titoli di punta del listino che la distribuzione di cui Andrea Romeo è CEO presenta a Ciné: “un listino intenso, ogni settimana un film nelle sale, con linee e target differenti”.
Il listino di Vision Distribution spazia dal thriller di Donato Carrisi alla Siccità di Virzì, entrambi presenti a Ciné per accompagnare l’annuncio dei loro imminenti film #soloalcinema: tra le altre opere attese anche Brado, ritorno alla regia di Kim Rossi Stuart e l'annuncio di un 2023 che vedrà in produzione anche Giuseppe Tornatore.
Le produzioni italiane sarebbero pronte a produrre in maniera dedicata? E le distribuzioni a diffondere un film? A Ciné, manifestazione in cui TikTok è particolarmente protagonista, il punto di vista di Occhipinti e Orfei, per cui “l’educazione allo spettacolo cinematografico, ovunque questo si realizzi, non può che far bene a tutti" ma "la sala è la sala".
Per Giuseppe Suma, head of media entertainment, global business solutions, TikTok Italia: “Cinecittà, in tutte le sue sfaccettature, all’interno della piattaforma, va esattamente a sposare la nostra missione, quella di portare le persone a scoprire mondi che non conoscono”.