​’Nato a Xibet’ e la Sicilia dei mestieri e delle botteghe

In sala il 3 ottobre il film scritto e diretto dal regista palermitano Rosario Neri: "Ho scelto Calascibetta perché era un set naturale, con le sue botteghe chiuse e le sue tradizioni"


Il 3 ottobre esce nelle sale distribuito da Ahora! Film Nato a Xibet, scritto e diretto dal regista palermitano Rosario Neri, con Vittorio Vaccaro, Gabriele Pisano, Lorenza Denaro, Francesco Capizzi, Domenico Gennaro, Enzo Campisi e Giuseppe Maurizio Piscopo. Il film è un affresco della Sicilia di un tempo, caratterizzata dai mestieri che si tramandano di padre in figlio, dalle botteghe degli artigiani sempre aperte e da un senso di appartenenza talmente profondo che rimane dentro anche nelle persone che, da quei luoghi, decidono di andarsene.

Il lungometraggio nasce dall’incontro tra il regista e Maurizio Macelloni, della toscana Lorebea Film Production, che, figlio di madre siciliana, si è innamorato del progetto fin dall’inizio. Protagonista di Nato a Xibet, è Pietro, nato e cresciuto a Calascibetta, un piccolo paese dell’entroterra siciliano in provincia di Enna, dove ha sempre aiutato il padre, che di lavoro fa il pastore, e la famiglia, a discapito dei propri sogni. Il suo destino sembra segnato, ma Pietro ha talento e, una volta adulto, decide di lasciare la propria terra per farsi una nuova vita al Nord. Diventa, così, un fotografo professionista, ma la nostalgia della sua terra non lo abbandona, e un giorno decide di tornare: davanti ai suoi occhi scorrono le immagini di quando era ragazzino, le fatiche, gli stenti, i luoghi della sua infanzia, le botteghe artigiane, i pastori e i contadini. Nei suoi ricordi si incrociano anche le storie delle persone che incontra: quella del maestro Domenico Mauro, il grande artista che “pittava” i carri siciliani; la “fuitina” d’amore di una giovane coppia e del matrimonio riparatore celebrato con la festa in campagna; le conversazioni dal barbiere del paese in cui si parla di tutto e si ascolta la musica suonata dal vivo. Nel viaggio di ritorno Pietro riflette sui cambiamenti che ha visto, sulla trasformazione che i luoghi della sua infanzia hanno registrato negli anni, e capisce che, anche se non è più come lui se la ricordava, la Sicilia gli rimane dentro.

“Far parte di questo progetto per me significa raccontare con entusiasmo la mia passione: la fotografia – ha dichiarato il regista – Ho scelto Calascibetta perché mi ha colpito il poco inquinamento urbanistico. Era un set naturale, con le sue botteghe chiuse, le sue storie di paese, le sue tradizioni. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Ecco penso che questa Sicilia abbia un sentimento che non è stato mai raccontato”.

Redazione
24 Settembre 2019

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