Natale in Sardegna. Con il morto

Con l'opera prima Last Christmas il regista Christiano Pahler con sguardo grottesco e surreale si cala nel microcosmo familiare e di uno sconosciuto paesino sardo


Ha scelto di girare in bianco e nero il suo esordio nel lungometraggio, The Last Christmas, avendo come riferimenti, ma anche passioni, Clerks (Commessi) di Kevin Smith (1994), Paper Moon di Peter Bogadanovich (1973) e Nebraska di Alexander Payne (1993). Il regista sardo Christiano Pahler, classe 1982, con all’attivo una decina di corti e un mediometraggio, con sguardo grottesco e surreale si cala nel microcosmo familiare e di uno sconosciuto paesino sardo, Serramanna.
La mattina della vigilia di Natale, nella famiglia Mular muore improvvisamente la mamma Anna Maria. Mentre il marito (Piergiorgio Bittichesu), prigioniero dei ricordi, non si rassegna alla perdita del coniuge, i due figli si dedicano alle necessarie pratiche che in tali momenti è necessario esplicare.
Antonio (Andrea Bruschi) è tornato frettolosamente da Genova in Sardegna, dove mancava da tempo e dove adolescente era stato etichettato per la sua timidezza. Francesco (Gabriele Farci) invece non è mai riuscito ad andarsene da casa, ha interrotto l’università, e ora arrabbiato con il mondo vaga tra le pareti domestiche. Il triste evento riunisce i due fratelli, da tempo lontani, e li costringe a scontrarsi insieme con una situazione immobile e statica.

Le vicine vacanze di Natale rendono irreperibili l’agenzia delle pompe funebri, il guardiano del cimitero, l’impiegato comunale, addirittura il prete della parrocchia. Antonio e Francesco si ritrovano così protagonisti di assurde disavventure pur di dare una degna sepoltura alla madre, scontrandosi con una burocrazia caotica e radicata.
“L’Italia è una repubblica democratica fondata sulla burocrazia”, recita una didascalia a inizio film. “Quando è venuta a mancare mia madre sette anni fa, ricordo che io e mio fratello siamo stati sbattuti da un ufficio all’altro per un bel po’ di tempo, per sbrigare delle pratiche di successione – ricorda il regista – Ci siamo sentiti stranieri nella nostra terra. Da lì è nata la cinica idea del film: burocrazia e morte vanno a braccetto, ma tra i temi del film c’è anche quello della famiglia”.
La scelta del bianco e nero nasce dal fatto che tutte le opere prime che Pahler ama sono state girate in bianco e nero e “riescono a isolare lo spazio e il tempo, raccontando la realtà nuda e cruda, in maniera grezza ma onesta”. 

“il ruolo di Antonio richiama in qualche modo i racconti epici in cui il personaggio fa ritorno nel luogo di provenienza dal quale era per qualche motivo oscuro fuggito – dice l’attore Andrea Bruschi – Anche se la propria identità se l’è creata altrove, Antonio deve tornare per affrontare e risolvere questioni lasciate in sospeso. Last Christmas mi ricorda le atmosfere e l’ironia di certi ambientati in Irlanda o Finlandia”.
Il film, la cui colonna sonora è stata influenzata dal punk rock alla musica orchestrale, verrà distribuito il 28 settembre, da Guasco e Effecinematografia, ed è stato girato in soli 17 giorni con il sostegno, tra gli altri, della Sardegna Film Commission.

Stefano Stefanutto Rosa
19 Settembre 2017

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