Tante le reazioni da parte i esponenti del mondo politico, culturale e cinematografico all’inatteso suicidio del regista Carlo Lizzani, raccolte dall’Ansa. Prima fra tutte quella del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: ”La tragica notizia della morte di Carlo Lizzani mi addolora profondamente, per l’amicizia che ci legava da molti decenni e per tutto quel che ha saputo dare al cinema, alla cultura, allo sviluppo democratico del nostro paese: coraggio e passione della battaglia per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, nella ferma valorizzazione e difesa dei valori della Resistenza, nella creazione artistica sempre radicata nella realtà e nei travagli della nostra Italia”.
Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray, ha espresso profondo cordoglio per la morte di Lizzani, ”personalità straordinaria, di grande umanità e raffinate sensibilità che ha dedicato tutta la sua vita al cinema. Come regista, sceneggiatore e divulgatore, ha lasciato un contributo indelebile nella storia della cultura italiana”.
”Sono sconvolto, consideravo Carlo il mio fratello maggiore, ho cominciato la mia carriera con lui ed era un grandissimo amico. Lascia un vuoto enorme, provo un dolore immenso – così il regista Giuliano Montaldo – L’avevo sentito poco tempo fa e mi parlava del suo nuovo film, quello tratto dal libro di Andreotti, per cui finalmente aveva trovato i fondi. Era sempre lui, ironico, spiritoso. Sapevo che aveva avuto dei problemi di cuore ma sembravano risolti”.
”Non dobbiamo nemmeno cercare delle spiegazioni. E’ un atto misterioso e dobbiamo rispettare questo mistero. Trovare delle parole nobili come onestà, serietà e stile sembrerebbe come trovare degli inutili orpelli di circostanza- questo il commento del regista Ermanno Olmi – Avevo avuto notizie di Carlo da mio figlio Fabio, che ha fatto il direttore della fotografia nel suo ultimo film sul neorealismo, e mi diceva che era in ottima forma, a tratti anche felice”.
”Un uomo speciale, un artista coraggioso ed eclettico – così Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, ricorda Lizzani – E’ stato una bella figura di cineasta, talentuoso, curioso ed eclettico. Con umiltà e coraggio ha scritto e girato film che restano nella storia del nostro cinema. Il suo libro autobiografico è prezioso”.
Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha sottolineato come Lizzani “fu partecipe della vita dell’istituzione come importantissimo direttore del settore Cinema (1979-1982) in anni difficili. Seppe dare alla Mostra nuove energie. Seppe costruire intorno a sé un nucleo di giovani studiosi ed esperti che avrebbero rappresentato negli anni successivi una vera élite. A lui quindi il mondo del cinema italiano deve moltissimo. Personalmente lo rimpiango come amico, e come uomo e artista raffinato e gentile”.
“Un gentiluomo, un uomo di rara umanità e gentilezza, un signore del nostro cinema, un regista-sceneggiatore che ha segnato per sempre la storia del cinema italiano e pure della Mostra di Venezia, che dopo la sua direzione, dal ’79 all’ ’83 non è mai stata più la stessa e ha cominciato ad essere copiata dagli altri festival nel mondo”, così Alberto Barbera, direttore della Mostra di Venezia. Secondo Barbera, Lizzani ha segnato la storia del cinema italiano come regista ma anche come sceneggiatore e come storico del cinema, “basti pensare che la sua storia del cinema italiano costantemente rinnovata, è ancora un punto di riferimento per tutti noi”.
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