MUCCINO VISTO DA LEI


Vado a vedere L’ultimo bacio da sola, domenica pomeriggio, ore 15.30. Ho la sensazione di dover vedere questo film da sola. E ho anche nelle orecchie un paio di voci che ripetono: è la tua generazione. La mia?
Sala strapiena. Signore, ragazze, una quindicenne che mi punta i piedi nella schiena per tutto il film, inebriata da Stefano Accorsi vestito Armani e sempre più Maxibon. Trentenni ne vedo pochi. Poi vedo il film.
Esco con un nodo allo stomaco. Il film-cioccolatino mi lascia l’amaro in bocca, è il corpo che dice di no. Per quello che non ci ho ritrovato della “mia generazione” e per quello che ci ho ritrovato. Come donna, ma se fossi un uomo, come uomo. Però io sono una donna.
L'ultimo bacio Come donna mi sono vista nelle due ragazze di Accorsi, la diciottenne e la compagna incinta, e automaticamente mi è venuto da dire: sabotategli i freni della macchina, sfregiatelo con i rasoi per depilarsi le ascelle, ragazze! Di tempo libero per organizzare il delitto perfetto dovete averne, visto che non vi si vede lavorare per una scena che sia una. E’ la gauche-caviar, no?
Gli uomini e le donne di Gabriele Muccino sono molto diversi da quelli che conosco, anche tra la gauche-caviar. Sono peggio. Una madre e una figlia che si tolgono a vicenda la libertà, che si dicono sorridendo: “Torna a casa, senza un uomo la tua vita è finita”. Hai sessant’anni. Ne hai trenta. In fondo è la stessa cosa: questo è il succo del film.
Più che giusto che il cinema ci mostri il peggio del peggio. Che faccia satira, senza pietà. Ma il punto è come. E il come di questo film è ammiccante. Seducente. Pubblicitario. La Tangentopoli dei sentimenti è finita, amnistia per tutti, così il film piacerà.
Piacerà a quelli come il Carlo di Stefano Accorsi, sempre sorridente. A quelli che assaporeranno il retrogusto delle voci fuori campo, della Giulia/Giovanna Mezzogiorno pronta a rendere, tre anni dopo, pan per focaccia. E a quelli che si identificheranno e diranno “è vero”. Questo è il nostro Grande freddo. Il film che ci mancava dopo E allora mambo!. A quelli che non si sono neanche accorti di quanto riflusso ci sia in questo film. Dove tutti quelli che non sono Carlo e Giulia, non esistono. Sono macchiette. E adesso, prepariamoci a sentirci chiamare Bridget Jones.

03 Gennaio 2002

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