Robin Williams manca. E tanto. A tutti. Come ogni grande artista degno di questo “appellativo” ci ha lasciato, però, l’importante eredità del suo lavoro a renderlo immortale.
Quando si pensa alle sue opere più significative e durature, non si può non andare con la memoria a una commedia che nel 1993 conquistò prima gli USA diventando il secondo miglior incasso di quell’anno, e poi il mondo intero. Una commedia che, sebbene all’inizio abbia ricevuto recensioni contrastanti, si è poi ritrovato in molte liste e classifiche dei “100 film più divertenti di tutti i tempi”.
Stiamo parlando di Mrs. Doubtfire tradotto in italiano “Mammo per sempre” che nei prossimi giorni (24 novembre) compie 30 anni dalla sua uscita nei cinema d’Oltreoceano ed è diventato ormai un classico della commedia grazie ai suoi personaggi così umani e con cui si entra subito in relazione. E grazie a una trama intelligente capace di mescolare commedia e temi molto seri in un equilibrio mai sbilanciato.
Ma soprattutto Mrs Doubtfire è Robin Williams, in grado di sorreggere col suo talento mercuriale ogni scena del film, anche le più inverosimili e dar vita a un personaggio che solo lui poteva rendere così tridimensionale, credibile e potente.
L’inizio del film mostra una famiglia che sta affrontando un divorzio. La madre, Miranda (Sally Field), è stufa del marito – Daniel Hillard (interpretato appunto da Williams) – un attore specializzato nel doppiaggio delle voci dei personaggi dei cartoni animati, perché non contribuisce, è immaturo e in generale incasina la famiglia. Quando si separano, il tribunale stabilisce che Daniel può vedere i loro tre figli solo una volta alla settimana.
È un duro colpo per lui. Per questo motivo, Daniel è sconvolto e inizia a lottare contro la depressione, desiderando vedere i suoi figli per più tempo. Alla fine escogita un piano elaborato ed esilarante. Utilizza le sue abilità di doppiatore e quelle di truccatore del fratello per creare un sofisticato alter ego britannico, Mrs. Doubtfire.
Trova un annuncio di Miranda per una tata e chiama per mostrare il suo interesse con il suo nuovo alter ego. Dopo una serie di terribili candidature, nei panni di Mrs. Doubtfire ottiene il lavoro. Durante il resto del film, deve superare numerosi ostacoli, come imparare a cucinare un pasto a cinque stelle, avere a che fare con il nuovo fidanzato della sua ex moglie e farsi investire da un’auto, pur di stare accanto ai suoi figli.
L’ilarità di Daniel che continua a mentire, unita alla commovente voglia di stare con i suoi figli, è solo una parte di ciò che ha reso questo film un successo. È la sua natura calda e rassicurante la chiave per capire i quasi 450 milioni di dollari d’incasso che raggiunse all’epoca nel Mondo. La capacità di offrire un sollievo immediato e leggero alle famiglie disfunzionali di metà anni ’90 (che poi nel tempo sono solo cresciute di numero) divenne un grimaldello per far breccia nelle emozioni degli spettatori. E il travestimento della imprevedibile tata faceva sganasciare dalle risate anche i più piccoli.
Il film si aggiudicò un Oscar per il miglior trucco e ben due Golden Globe come miglior film commedia e miglior attore protagonista, ovviamente a Robin Williams.
La mini serie debuttava il 19 dicembre 1964, in prima serata su Rai Uno: Lina Wertmüller firma la regia delle 8 puntate in bianco e nero, dall’originale letterario di Vamba. Il progetto per il piccolo schermo vanta costumi di Piero Tosi, e musiche di Luis Bacalov e Nino Rota
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Il 14 dicembre 1984 usciva nelle sale un film destinato, molto tempo dopo, a diventare cult
Il 10 dicembre 1954 esplode il mito popolare di Alberto Sordi, l’Albertone nazionale. È la sera della prima di Un americano a Roma