Estate 1965, campo scout Ivanhoe. Il capo scout, Mr. Ward, sta facendo la sua solita ricognizione mattutina per controllare che tutti siano svegli. Sembra tutto okay, fino a quando non arriva alla tenda 55. Quella di Sam. È ancora chiusa, ma il capo scout non ci bada troppo. Quando però a colazione la sedia del ragazzino resta vuota, Ward si insospettisce. Lui e gli altri tornano alla tenda 55 e quando riescono ad aprirla lo spettacolo che si trovano di fronte lascia tutti a bocca aperta. L’interno è in ordine, ma vuoto. C’è solo una lettera, indirizzata proprio al signor Ward, il quale si guarda attorno e scopre che dietro una delle mappe appese alla parete si nasconde un buco. “Se l’è svignata!”
Lo spettatore sa bene il perché.
È una fuga d’amore.
Sam Shakusky e Suzy Bishop sono due ragazzi fuori del comune. Sam è un orfano che dà troppi pensieri alla sua famiglia adottiva e Suzy vive nel faro dell’isola ed è così ingestibile da spingere i suoi genitori a comprare un manuale su come affrontare un “bambino problematico”. Insomma, i due ragazzi sembrano fatti l’uno per l’altra. Vogliono sposarsi, ma vista la loro giovane età e senza il permesso dei genitori, sarà un’impresa.
Il film è Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore, diretto nel 2012 da Wes Anderson e scritto da lui stesso con Roman Coppola e, anche se entrambi adulti, raccontano questa storia come se fossero dei dodicenni. Ecco uno dei motivi che spiegano la potenza e la bellezza di un’opera che è diventata già un classico per i più giovani.
Un film forse non pensato per i ragazzi, ma che a loro è destinato naturalmente perché è onesto e divertente, centrato sulle dinamiche dei loro primi amori e delle paturnie familiari. Mentre agli adulti ricorda la loro giovinezza, permettendo loro di immaginare come sarebbero potute andare le cose per loro in quelle circostanze.
Al di là del suo smaccato senso estetico che ha fatto del cinema di Anderson un “brand” riconoscibile dopo pochi fotogrammi, Moonrise Kingdom è una storia che ha calore e un umorismo travolgente, pescato a piene mani nella ricca vena di comicità della nobile tradizione dello scoutismo, talmente evidenti che non hai bisogno di essere un cinefilo per amarlo.
La sua esplorazione del territorio giovanile, cominciata con quello straordinario “capriccio” in stop motion che era Fantastic Mr. Fox, qui tocca nuove vette. È divertente, giocoso, pieno di tocchi nostalgici e di richiami all’epoca, ma soprattutto è empatico: una lettera d’amore ai ragazzi testardi determinati a trovare il loro posto nel mondo, alle relazioni sentimentali giovanili e allo stesso tempo capace di “perdonare” gli adulti inconsapevoli che li circondano.
Un cast all star, che comprende ovviamente gli habitué di Anderson (Bill Murray è come al solito sublime nella sua perfetta svagatezza), ma anche Bruce Willis nei panni di un poliziotto locale particolarmente buffo e tragico e Edward Norton che inietta al suo capo scout la giusta dose di infantilismo e autocompatimento.
Moonrise Kingdom è prezioso per un adolescente o un giovane adulto. Anche se pesantemente stilizzato brilla comunque come una gemma ben tagliata, con una trama che si insinua con un tranquillo struggimento, con strati delicati e personaggi eccentrici e squisiti che vivono in un mondo “tutto loro” e che sarà piacevole “visitare”.
– Anderson è un autore. Vedere i suoi film significa abbandonarsi alla sua visione singolare, a volte claustrofobica. Ma con Moonrise Kingdom, abbandonarsi alla “Andersonland” è un piacere.
Diretto da Rob Reiner, il cult del 1986 è uno dei migliori film che racconta il passaggio dall'infanzia all'adolescenza
Tre lezioni che ci ha dato il cult di Stephen Daldry, uno dei 20 film da amare prima dei 20 anni
Adattamento del romanzo di Stephen Chbosky del 1999, The Perks of Being a Wallflower, il film con Logan Lerman, Emma Watson ed Ezra Miller è uno dei migliori film sugli anni dell'adolecenza
Un giovane Jake Gyllenhaal è il protagonista di uno dei film più audaci e bizzarri degli anni Duemila