Monk with a Camera con le musiche di Pivio e Aldo De Scalzi

A New York il 21 novembre The Elinor Bunin Munroe Film Center ospita la prima statunitense del film Monk with a Camera: The Life and Journey of Nicholas Vreeland di Guido Santi e Tina Mascara


A New York il 21 novembre The Elinor Bunin Munroe Film Center ospita la prima statunitense del film Monk with a Camera: The Life and Journey of Nicholas Vreeland (USA, 2014 90′) di Guido Santi e Tina Mascara (i registi del cult Chris & Don. A love Story). Tra le guest del film Richard Gere e il Dalai Lama. Firmano le musiche Pivio & Aldo De Scalzi – gli autori di Song’e Napule, colonna sonora dell’anno, anche loro a New York per l’occasione. Prossimo appuntamento a Los Angeles il 12 dicembre (Laemmle’s Royal Movie Theater). Nel frattempo i due autori sono al lavoro per i prossimi film di Enzo Monteleone e Giacomo Battiato.

Come il Principe Siddharta, Nicholas Vreeland ha abbandonato i privilegi della mondanità e del successo per seguire l’ideale buddista. Figlio di un ambasciatore, nipote della mitica Diana Vreeland e affermato fotografo, “Nicky” ha rinunciato a tutto ed è partito per l’India. Monaco tibetano da ormai 28 anni, ha ripreso in mano la macchina fotografica, ma solo per aiutare il Monastero di Rato e la sua comunità. Monk With a Camera racconta la sua storia. Utilizzando, insieme alle tecniche di ripresa tradizionale, immagini fotografiche, e molte sequenze di animazione “anni ’70”.

Nella costruzione della colonna sonora, Pivio e Aldo De Scalzi hanno aderito pienamente ai contenuti spirituali del film. Il percorso musicale è tutto ispirato al minimalismo americano degli anni ’60-’70, con uno score basato su marimba, piano, xilophono, chitarre e un quartetto d’archi eseguito dallo Gnu Quartet. Molti, naturalmente, i riferimenti alle musiche devozionali dei luoghi in cui il buddhismo è più praticato: per i due musicisti, un felice ritorno alla world music che ha decretato il loro primi successi.  

Monk With a Camera racconta di un uomo che non ha paura di impegnarsi in un percorso diverso – dichiarano Guido Santi e Tina Mascara – un uomo che, in questo percorso, trova una ragione in più per portare avanti il suo lavoro di artista. E’ un film sul legame profondo tra Oriente e Occidente. Su come trovare un punto di equilibrio in un mondo sempre più instabile. Può aiutarci a capire meglio noi stessi e il tempo in cui viviamo”.

Presentato in anteprima all’International Documentary Film Festival di Amsterdam (IDFA 2013), ha già fatto il giro del mondo: Taiwan, Nuova Zelanda, India e Israele. Ora è in uscita nelle sale di Stati Uniti e Nord America. 

autore
17 Novembre 2014

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