‘Miriam si sveglia a mezzanotte’, quando Bowie-Deneuve divennero vampiri

Sono passati già 40 anni da un film che ha rivoluzionato il filone più sanguinolento del cinema horror: quello dedicato ai vampiri: Miriam si sveglia a mezzanotte di Tony Scott


Sono passati già 40 anni da un film che ha rivoluzionato il filone più sanguinolento del cinema horror: quello dedicato ai vampiri.

Miriam si sveglia a mezzanotte (titolo che traduce il più sobrio The hunger della versione originale) fu il film d’esordio di un regista che in seguito ci avrebbe regalato classici come Top Gun, True Romance e Man on Fire: Tony Scott, fratello del più osannato Ridley e scomparso prematuramente nel 2012.

CHE STILE!

Spesso i film vengono descritti come “stile più che sostanza”. Più rari sono invece i film in cui lo stile diventa sostanza.

Miriam si sveglia a mezzanotte ne è un esempio lampante.

La prima scena del film prepara magnificamente il terreno per ciò che verrà. In un fumoso nightclub di New York, dove le luci intermittenti riescono a malapena a penetrare la nebbia, due vampiri vestiti in modo impeccabile (Catherine Deneuve e David Bowie) seducono un’altra coppia, prima di portarla nella loro sontuosa casa di città e prosciugare entrambi del loro sangue. Mentre questa scena di seduzione/stalking si svolge, l’azione è intervallata dalla performance dei Bauhaus, alfieri inglesi di un rock estremamente gotico, con il frontman Peter Murphy che esegue il loro brano “Bela Lugosi’s Dead” direttamente davanti alla telecamera.

Siamo distanti anni luce dai film dei vampiri che fino all’inizio degli anni 80 hanno proposto dei cliché piuttosto solidi.  Il debutto di Scott si distingue invece per essere più moderno, più artistico, più sexy e più… strano.

Da questa scena iniziale si entra nel vivo della storia. Miriam Blaylock (Deneuve) è una vampira onnipotente che esiste fin dai tempi dell’Antico Egitto. Attualmente risiede con John (Bowie), un violoncellista di talento che ha incontrato nella Francia del XVIII secolo e che ha trasformato in un succhiasangue. Detto questo, John sembra essere stato colpito da una malattia che gli provoca un improvviso e rapido deterioramento. Per questo motivo, si rivolge alla dottoressa Sarah Roberts (Susan Sarandon), specializzata nel campo dell’invecchiamento. Questo porta Sarah a diventare l’oggetto dell’affetto di Miriam.

Tony Scott che veniva da un brillante lavoro in spot pubblicitari e video musicali decise di declinare l’omonimo romanzo di Whitley Strieber in un “sofisticato horror psicologico”, puntando più sull’atmosfera che sulla trama. Trasferì Il suo talento nel confezionare immagini sontuose in The Hunger patinando di glamour le sue star, ricorrendo ad un uso audace dei colori e miscelando con maestria luce e fumo contro le superfici riflettenti. Più un video rock che un film nel senso classico del termine, grazie anche alle tecniche  di taglio e di angolazione della sua camera, uniche per l’epoca.

Lo stile come sostanza, dicevamo. Lo si nota per esempio quando riprende la lussuosa casa di John e Miriam ricca di opere d’arte proveniente da epoche diverse, quando sottolinea i lunghi corridoi e le stanze dell’edificio dove la luce riesce a malapena a insinuarsi da dietro le tende chiuse. In questo modo, mostra agli spettatori che i due possono si aver accumulato enormi ricchezze grazie alla loro vita eterna, ma pagando il caro prezzo dell’isolamento  dagli altri.

La stessa profondità si applica alla musica utilizzata nel film, che mescola synth anni ’80 e brani dell’epoca di Bauhaus e Iggy Pop con musica più classica, riflettendo così la linea d’ombra tra passato e modernità, presente e passato un cui vivono John e Miriam.

La qualità algida e ultraterrena che Bowie e la Deneuve possiedono naturalmente li rende perfetti per interpretare i loro enigmatici e seducenti esseri sovrumani. Nel frattempo, la Sarandon apporta il calore e l’umanità di cui ha bisogno la mortale che viene coinvolta dalla coppia.

DA FLOP A CULT

Tuttavia, nonostante tutti questi aspetti positivi, The Hunger è innegabilmente ostacolato da un atto finale confuso, che va contro la logica interna e i temi che il film aveva lavorato duramente per stabilire fino a quel momento. In parte ciò può essere imputato all’interferenza dello studio, con i produttori che hanno richiesto l’aggiunta di una scena finale per preparare un sequel.

La critica non amò il film alla sua uscita. Il più influente degli sguardi sul cinema, quello di Roger Ebert, si annoiò mortalmente nel posarsi su questo “pessimo film di vampiri dove è tutto flash e stile e niente storia”.

Anche il botteghino non premiò Miriam si sveglia a mezzanotte ma, nonostante questa doppia stroncatura, Tony Scott sfornò come sua seconda opera, nel 1986, uno dei film più mainstream di tutti i tempi: il classico d’azione Top Gun con Tom Cruise.  

Inoltre, sebbene The Hunger sia stato poco amato all’epoca della sua uscita, nel corso degli anni ha sviluppato un seguito di culto, in particolare all’interno della sottocultura goth. Questa fanbase era abbastanza consistente da far sì che una serie antologica ispirata al film – anch’essa intitolata The Hunger – venisse lanciata e pubblicata tra il 1997 e il 2000, per la quale Bowie e Scott sono tornati entrambi.

Lo stesso David Bowie, pur non amando del tutto il film, disse a proposito di Miriam si sveglia a mezzanotte: “Devo dire che non c’è niente di simile sul mercato”.

Era vero all’epoca della sua uscita e, onestamente, rimane vero anche oggi.

12 Agosto 2023

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