Sono tre i film italiani in concorso alla 75ma Mostra del Cinema di Venezia (29 agosto – 8 settembre) che presenta in quest’edizione ben 21 pellicole: Capri-Revolution il nuovo film di Mario Martone, ambientato nel 1914 alla vigilia dell’entrata in guerra italiana sull’isoletta del Mediterraneo dove una comune di nordeuropei ha trovato il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell’arte. Ma l’isola ha una sua propria e forte identità, che si incarna in una ragazza, una misera capraia il cui nome è Lucia (Marianna Fontana, una delle due sorelle protagoniste di Indivisibili), di cui il film narra l’incontro con la comune guidata da Seybu (Reinout Scholten van Aschat) che vive secondo i canoni della libertà più assoluta. “Una sorta di ideale conclusione di un trilogia, con la quale Mario Martone riesce a ridarci il senso di un’epoca, di un momento decisivo per la storia italiana, ma anche del suo fallimento”, lo definisce il direttore Alberto Barbera. Come atteso, in competizione c’è anche Suspiria di Luca Guadagnino, liberamente ispirato al capolavoro di Dario Argento. “Un remake che è anche e soprattutto il film più ambizioso di Guadagnino, voluto e pensato per anni e con un cast impressionante, tra cui Tilda Swinton che interpreta tre parti, in due delle quali assolutamente irriconoscibile”. Ambientato nella Germania degli Anni ‘70, il film è incentrato sulla storia di una ballerina americana che si iscrive alla Tanz Akademie per seguirne i prestigiosi corsi di danza. Ma quando inizieranno a scomparire alcune ragazze scoprirà che l’istituto, fondato dalla potente e malvagia strega, la Mater Suspiriorum, è una copertura per lo studio delle scienze occulte. Nel cast anche Dakota Johnson, Chloë Grace Moretz, Mia Goth e Jessica Harper (che appariva pure nella pellicola di Dario Argento), il film vanta la colonna sonora di Thom Yorke. Terzo film in concorso il documentario, coproduzione italo-americana, What You Gonna Do When The World’s On Fire di Roberto Minervini, storia di una comunità di afro-americani del Sud degli Stati Uniti durante l’estate del 2017, quando una serie di brutali uccisioni di giovani uomini neri scuote l’intero paese. Una riflessione sulla questione razziale in America, un ritratto intimo di persone che lottano per la giustizia, la dignità e la sopravvivenza in un paese che non è dalla loro parte.
Fuori concorso, tra le proiezioni speciali, le prime due puntate dell’attesa serie tv tratta dai romanzi di Elena Ferrante L’amica geniale di Saverio Costanzo; tra i documentari Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi, 1938 Diversi di Giorgio Treves, “un film impressionante sull’emanazione delle leggi razziali in Italia in cui troviamo echi del presente che vorremmo appartenessero solo al passato”. Tra i lungometraggi di finzione Una storia senza nome di Roberto Andò, “grande regista e stilista del cinema italiano”, e un film autobiografico, divertente e amaro al tempo stesso, firmato da Valeria Bruni Tedeschi, Les Estivants.
Apre Orizzonti, in concorso, Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, il racconto degli ultimi sei giorni della vita di Stefano Cucchi e della settimana che ha cambiato per sempre la vita della sua famiglia: “Un lavoro di regia impressionante, costruito con onestà ma anche con grande impegno civile, con una superba interpretazione di Alessandro Borghi”, sottolinea Barbera. Sempre in Orizzonti Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio, “uno di quegli esordi da non sottovalutare”, e l’opera prima di Emanuele Scaringi, La profezia dell’Armadillo, tratto dall’omonima graphic novel di Zerocalcare (che ha collaborato alla sceneggiatura insieme a Oscar Glioti, Pietro Martinelli e Valerio Mastandrea). Interpretato da Simone Liberati, Pietro Castellitto, Laura Morante, Valerio Aprea, Claudia Pandolfi, Teco Celio, Diana Del Bufalo, il film è una produzione Fandango con Rai Cinema. Tra i cortometraggi di Orizzonti Gli anni di Sara Fgaier, Ninfe di Isabella Torre, e fuori concorso Blu di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti.
In Biennale College Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri che parla del fragile confine tra il voler appartenere a un gruppo e l’essere se stessi senza condizionamenti, mentre in Sconfini (già Cinema nel Giardino) Il banchiere anarchico di Giulio Base, Arrivederci Saigon di Wilma Labate, Il ragazzo più felice del mondo di Gipi e Camorra di Francesco Patierno.
Anec, Anem, Fice e Acec ribadiscono l’urgenza di stabilire, senza preclusioni, procedure di consultazione all’interno di tutta la filiera industriale e con Anica, APT, MiBAC e Regioni
Il regista di Perfetti Sconosciuti, giurato a Venezia 75, rilascia un'intervista a 'La Repubblica', specificando che "il film vincitore passerà anche al cinema", in merito alla protesta delle associazioni di categoria circa l'assegnazione del Leone d'oro a Roma di Cuaron, prodotto da Netflix
Terzo anno per il delegato generale della Settimana Internazionale della Critica, Giona A. Nazzaro, a cui abbiamo chiesto un bilancio di questa edizione. Tra protagonismo femminile sommerso e media poco attenti al cinema non mainstream. "Sic@Sic dà delle possibilità a giovani autori in tempo reale e spesso sono donne"
Definendo il film del messicano Alfonso Cuaron, vincitore del Leone d'oro, "molto bello", il quotidiano francese ricorda che un tale riconoscimento "farà storia"