Marettimo, l’isola che c’è

Il documentario di Giuliana Gamba, 'Era scritto sul mare', è stato presentato presso la Sala Capitolare in Piazza della Minerva dalla regista e dalla presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia


Marettimo, isola delle Egadi, meta di un turismo intelligente e rispettoso della natura ma anche porto di partenza di tanti migranti italiani, è raccontata dal documentario di Giuliana Gamba, Era scritto sul mare, visto in anteprima al Festival di Torino e ora presentato presso la Sala Capitolare in Piazza della Minerva, per iniziativa del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri. Una proiezione affollata introdotta proprio da Gasparri che ha ricordato come quella raccontata nel film sia “una storia di fatica tipicamente italiana”. Dedicato allo scomparso Luciano Sovena, il documentario è prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. E la presidente Chiara Sbarigia sottolinea come la regista abbia trattato “con amore” i materiali dell’Archivio che fanno da commento visivo alla storia d’amore in parte epistolare tra Anita e Vito, lui pescatore e migrante nelle Americhe, lei per molti anni ad attenderlo sull’isola per poi salpare verso il nuovo continente, dove anche le donne lavorano e portano a casa “i piccioli”.

Presentazione Era scritto sul mare

“Questa è una storia legata anche al nostro cibo, le sardine pescate e messe sotto sale”, aggiunge Sbarigia, che cita i contributi di Patrizia Penzo al montaggio e Maura Cosenza per la produzione esecutiva di quest’opera nata tra l’Archivio Luce e i materiali dell’americano NARA.

Costruito come un melò, il film ci mostra i migranti che, all’inizio del secolo scorso, lasciano la Sicilia verso gli Stati Uniti. Sbarcati a New York, si spostano poi in California, nella Baia di Monterey dove trovano un ambiente familiare e possono mettere a frutto le loro abilità di pescatori e uomini di mare, mentre lo spirito imprenditoriale delle mogli porterà a risultati straordinari nell’industria conserviera. Saranno i primi a cominciare le attività delle famose “cannery”, protagoniste anche dei romanzi di Steinbeck, esportando il pesce in scatola in tutto il mondo. Mentre le tradizioni antiche, tra cui la festa di San Giuseppe, vengono riprodotte anche nella nuova terra, i pescatori si spingono fino in Alaska, sfidando il mare con le barche a vela, per pescare il salmone, pesce pregiato.

Per il sindaco di Favignana Francesco Forgione “è importante andare oltre lo stereotipo e recuperare la fatica e il sapere dei pescatori. Il turismo di massa rischia di far perdere valori importanti. Oggi i migranti arrivano a Marettimo dall’Africa, per questo è ancor più giusto raccontare la storia dei nostri immigrati”.

Era scritto sul mare nasce da incontri coagulati attorno al piccolo Festival del cinema che anche quest’anno sarà sostenuto dalla Regione Sicilia. A rappresentarla il presidente Renato Schifani: anche lui, con la moglie, si dichiara innamorato dell’isola. “A Marettimo ci legano ricordi indelebili sin da quando avevamo vent’anni. E’ un’ isola dove sembra che si sia fermato il tempo e dove si riesce a stare in pace e riflettere. Lì non sei schiacciato dall’inquinamento, dal rumore. Già negli anni ’70 andavamo a fare campeggio e immersioni. La natura è intatta e l’accoglienza a misura d’uomo, senza grandi alberghi”.

Conclude Giuliana Gamba: “Sono arrivata a Marettimo per caso, per il festival, mi colpì la piazza sul mare dove venivano proiettati i film. Non c’è nulla di più magico. Da allora quando vado lì mi sento a casa mia. Ho voluto raccontare una storia emblematica dell’Italia con i suoi saperi ancestrali portati in tutto il mondo. Marettimo è uno scoglio dolomitico in mezzo al Tirreno. Appare come un grande ventre che dà la vita a uomini coraggiosi che sfidano il mare, a donne forti come le rocce su cui si infrangono le onde quando c’è tempesta. E’ un’isola sacra e misteriosa. Ed è anche una sorta di stazione di servizio per i naviganti perché c’è acqua potabile e legna per riparare le navi. I marettimari sono avventurosi per DNA”. Infine un pensiero affettuoso a Luciano Sovena: “Mi manca tanto, ma l’associazione a lui dedicata porta avanti il suo lavoro”.

 

Cristiana Paternò
09 Gennaio 2024

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