Manifesto per l’accessibilità al Torino FF

Manifesto per l'accessibilità presentato al Torino FF. un progetto condiviso da tante associazioni di persone con disabilità motorie, sensoriali o di altro tipo. Tra gli interventi quello di Turetta


TORINO – Manifesto per l’accessibilità presentato al Torino FF. Un progetto condiviso da tante associazioni di persone con disabilità motorie, sensoriali o dello spettro autistico, tappa fondamentale per diffondere una nuova coscienza e un approccio innovativo nelle buone pratiche per l’inclusione culturale. La fruizione in autonomia del patrimonio culturale italiano con audiodescrizioni, sottotitoli e adattamento ambientale deve essere un caposaldo degli indirizzi culturali nel nostro Paese, secondo gli organizzatori che considerano l’esperienza cinematografica un bene comune.

Dopo anni di confronti, approfondimenti e soprattutto di ascolto di ciò che proviene da centinaia di migliaia di famiglie in tutta Italia, si è giunti a un primo punto di arrivo con lo slogan +Cultura Accessibile Cinemanchìo. Alla mattinata, che si è tenuta nella Mole Antonelliana, presenti Daniela Trunfio, presidente +Cultura Accessibile; Stefano Pierpaoli, coordinatore nazionale Cinemanchìo e il DG Cinema del MiBACT Mario Turetta, oltre ai molti rappresentanti dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, dell’Ente Nazionale Sordi; dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), il tutto tradotto LIS grazie al servizio della Città di Torino Accessibilità rappresentata da un Disability Manager. Un messaggio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto in apertura dei lavori, sottolineando l’attenzione del Capo dello Stato per i progetti di inclusione sociale e l’apprezzamento per le buone pratiche.

Stefano Pierpaoli ha sottolineato l’assenza dei rappresentanti di Anica, Anem e Anec che tuttavia hanno sottoscritto il manifesto. “Le associazioni di categoria non sono disattente, aspettano i segnali istituzionali per rendere una costante questo modello. Del resto la nuova Legge Cinema rende obbligatoria l’accessibilità anche se non ci sono ancora le misure per attuarlo. L’offerta culturale accessibile deve diventare la norma e non l’eccezione. Il cinema può arrivare prima di altri settori culturali proprio perché dispone di maggiori risorse rispetto ad altri”.

Mario Turetta, nel suo intervento, ha ricordato come “un sistema di strutture fisiche quali sono le sale non possa cambiare immediatamente. Per questo le risorse destinate alla cultura devono crescere per raggiungere risultati concreti come è stato per l’accessibilità ai disabili motori. Il piano straordinario per le sale prevede l’ammodernamento ma fa fatica a prendere quota anche per ritardi nell’assegnazione delle risorse e intoppi imprevisti, come i ricorsi al Tar che ci sono stati sui fondi 2017. Su questi temi è stato fatto un lungo percorso, che proseguirà, in modo graduale e lento, ma proseguirà. Bisogna ricordare che le nostre risorse sono poco più dell’1% del PIL”.

26 Novembre 2019

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