“Keeeevin!” Un grido che risuona ormai da oltre tre decenni è penetrato nella memoria collettiva, proprio come il film che l’ha reso celebre: Mamma, ho perso l’aereo.
Diretto da Chris Columbus e scritto da John Hughes, questo classico natalizio del 1990 non è solo una commedia irresistibile, ma una lettera d’amore al periodo più magico dell’anno, in cui il calore della famiglia e la magia del Natale si intrecciano. Inserirlo nella lista dei 20 film da amare prima dei 20 anni è inevitabile: non solo per il suo spirito natalizio, ma per le risate, le emozioni e le lezioni di vita che regala.
Il film racconta le disavventure di Kevin McCallister (un Macaulay Culkin irresistibile enfant prodige, precipitato poi in una spirale di decadenza da cui ancora fatica ad uscire), un bambino di otto anni dimenticato a casa da una famiglia distratta e caotica durante le vacanze di Natale. Rimasto da solo nella sua grande casa di periferia, Kevin non solo impara a cavarsela da solo, ma deve affrontare due improbabili ladri (Joe Pesci e Daniel Stern), che hanno messo gli occhi sulla proprietà.
Tra trappole ingegnose, momenti di pura comicità e un tocco di tenerezza, Mamma, ho perso l’aereo ha conquistato generazioni di spettatori. Columbus e Hughes riescono a bilanciare umorismo slapstick e un racconto che parla di crescita, famiglia e spirito natalizio. Il film cattura l’essenza del Natale, non solo attraverso le luci, la neve e i canti, ma attraverso il desiderio di Kevin di essere riunito alla sua famiglia, nonostante i loro conflitti iniziali. La casa dei McCallister, con il suo arredamento caldo e accogliente, diventa un personaggio a sé, un rifugio e un campo di battaglia per Kevin, che dimostra che l’ingegno può superare qualsiasi ostacolo, persino due ladri esperti (anche se un po’ maldestri).
La colonna sonora, composta dal leggendario John Williams, amplifica l’atmosfera natalizia con brani indimenticabili come Somewhere in My Memory, che aggiungono una nota di malinconia e magia al film. L’interpretazione di Culkin, con la sua espressione iconica a bocca spalancata, ha reso Kevin un’icona del cinema e ha portato il film a un successo straordinario. Con un budget di 18 milioni di dollari, il film ha incassato oltre 470 milioni, diventando la commedia più redditizia del suo tempo.
La famosa scena della tarantola sul volto di Marv (Daniel Stern) è stata girata senza effetti speciali: l’attore ha davvero avuto il ragno sulla faccia, ma ha dovuto simulare l’urlo per non spaventare l’animale. E quel gangster che appare in TV mentre dice “Tieniti il resto, lurido bastardo”? Il film in bianco e nero è un’invenzione appositamente creata per la pellicola. Inoltre, Mamma, ho perso l’aereo è stato girato in gran parte in un liceo di Chicago, dove perfino la famosa casa sull’albero è stata costruita appositamente per il film.
Alla sua uscita, il film è diventato immediatamente un fenomeno globale e ancora oggi resta uno dei titoli più amati durante le festività natalizie. È una storia che parla di solitudine, ma anche del potere dell’amore e della capacità di ogni bambino di sorprendere il mondo con il suo ingegno. E, soprattutto, ci ricorda che il Natale è il momento in cui la famiglia – per quanto imperfetta – è tutto ciò che conta.
Non sottovalutare mai le capacità di un bambino.
Kevin è un bambino di otto anni, ma dimostra una creatività e un coraggio che sorprendono chiunque. Il film ci insegna che i più piccoli possono affrontare sfide straordinarie se messi alla prova, trovando risorse inaspettate dentro di sé.
La famiglia può essere imperfetta, ma insostituibile.
All’inizio del film, Kevin desidera essere lasciato solo, stanco delle dinamiche caotiche della sua famiglia. Ma la lontananza lo porta a capire quanto siano importanti, nonostante i loro difetti. Il film sottolinea che l’amore familiare è il cuore del Natale, anche quando ci sono incomprensioni.
L’ingegno può vincere sulle difficoltà.
Le trappole di Kevin non sono solo esilaranti, ma dimostrano quanto sia importante essere creativi di fronte alle difficoltà. La sua determinazione e il suo pensiero fuori dagli schemi sono un promemoria di come affrontare i problemi con ingegno e ottimismo.
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