Ogni mattina CinecittàNews vi presenta un panorama delle notizie con cui i media seguono il mondo dell’audiovisivo
Su L’Economia del Corriere della Sera il racconto dei 100 anni dell’Archivio Luce, nato nel 1924. “Un ponte tra passato e futuro della cinematografia” scrive Alessia Cruciani. “Le celebrazioni per il centenario dell’Archivio Luce, nato nel 1924, sono anche l’occasione per sottolineare come, grazie a processi di digitalizzazione, siano stati recuperati, restaurati e messi in sicurezza oltre 77 mila filmati e più di 5 milioni di fotografie dagli Anni 20 a oggi. Un secolo di immagini di un tale valore storico che dal 2013 il Fondo cinegiornali e fotografie dell’Istituto Luce fa parte del registro Memory of the world dell’Unesco”. Nell’articolo, Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà, ed Enrico Bufalini, direttore dell’Archivio Storico Luce, raccontano i progetti futuri, tra digitalizzazione delle pellicole e formazione.
Daniele Luchetti, in sala con Confidenza, racconta cinema, sogni e progetti futuri ad Arianna Finos di Repubblica. È il secondo film che Luchetti adatta da un testo di Domenico Starnone, perché “scrive cose che mi riguardano, anche se non mi conosce così bene” spiega il regista. “E poi non fa libri a tesi, ma ad ipotesi: lasciano aperta la mente di essere interpretati, non ti fanno la morale o cambiano i personaggi per far notare il regista o dimostrare un’idea preconcetta”.
Intervistato sul Resto del Carlino da Elettra Bernacchini, il produttore e fondatore dello studio d’animazione Rainbow Iginio Straffi racconta il successo del film Il fabbricante di lacrime, titolo più visto su Netflix in 53 paesi. “Ho creduto fin da subito che avesse elementi affini a una sensibilità globale rispetto ai temi raccontati” spiega il produttore. “Acquistare i diritti del Fabbricante è stata un’ottima intuizione. Merito del nostro reparto editoriale, in particolare di Paola Boschi che è sempre molto attenta nel tenere d’occho i fenomeni letterari”. Il produttore ora pensa a una Serie TV.
Valerio Cappelli sul Corriere della Sera racconta il set de Il tatuatore di Auschwitz, serie tv Sky in arrivo dall’11 maggio et ratta dal best seller di Heater Morris. “Nella pausa, sul set alla periferia di Bratislava, le donne, sporche e col pigiama a righe, mangiano accanto agli attori che fanno i nazisti, portano occhiali da sole. Ma la fanghiglia che tutt’intorno delimita il lager è autentica, come la ricostruzione del campo di concentramento”. La serie racconta la storia di un ebreo con il compito di tutuare i numeri di matricola sulle braccia dei compagni. Le riprese si sono svolte in Slovacchia e il Lager “è stato ricostruito con le baracche di legno, i fili spinati elettrificati e tutta la macabra attrezzeria”.
Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera racconta 12.12 The Day, film che nella sola Corea del Sud è stato capace di vendere oltre 13 milioni di biglietti. “Per fare un paragone, la Cortellesi con C’è ancora domani non è arrivata a sei milioni”. Il film è stato presentato al Far East Film Festival e racconta il colpo di Stato con cui il generale Chun mise fine alla cosiddetta primavera di Seul. “Celebrare eroi, santi e navigatori può essere gratificante, ma non quanto riflettere sugli errori e le sconfitte. E fa anche guadagnare di più al box office”.
Paola Cortellesi: "In nome di Giulia, basta. È fondamentale educare all'affettività", Paolo Sorrentino annuncia il nuovo film con Toni Servillo La grazia, Sean Penn contro l'Academy, Diana Karenne. La donna che visse sette volte, il nuovo romanzo di Melania Mazzucco
Nella rassegna stampa di oggi l'intervista a Lily-Rose Depp, protagonista di Nosferatu, al nuovo Zorro Jean Dujardin e al regista palestinese Rashid Masharawi
Tra le pagine dei giornali oggi una rocambolesca lite tra Vanzina e Eastwood per un parcheggio, l'accusa di Variety contro la serializzazione a Hollywood, un'intervista a Paola Minaccioni e il doc di Giovanna Gagliardo su Cesare Pavese
Salvatores: "Fellini mi incoraggiò tra i corridoi di Cinecittà", Filippo Ulivieri presenta il suo libro "Sulla Luna con Stanley Kubrick". L'intervista a Johnny Deep