Nel centenario della nascita, un film celebra Alberto Sordi, un ”gigante” del nostro cinema, uno dei più amati e apprezzati artisti a livello internazionale, che ha contribuito a rendere grande nel mondo la commedia all’italiana.
“Faccio una premessa: Sordi appartiene, come altri grandi interpreti del cinema italiano, al patrimonio artistico e culturale del nostro paese. Un patrimonio che va difeso, perché un recente sondaggio tra i diciottenni, ha dimostrato che pochissimi lo conoscono. Alla domanda ‘chi è il nostro Albertone nazionale?’ quasi tutti hanno risposto ‘quello dei documentari della Rai’. Così, in occasione del suo centenario, abbiamo pensato con la Rai e con il mio produttore Sergio Giussani, di fargli con Permette? Alberto Sordi (leggi l’articolo di Cinecittà News) un affettuoso omaggio, raccontando un Sordi giovane e privato, sconosciuto alla maggior parte dei telespettatori, nei primi anni della sua avventura artistica. Un ragazzo come tanti, di una famiglia piccolo borghese di Trastevere, che lotta da solo contro tutti (un po’ come il suo famoso personaggio ‘Guglielmo il dentone’) per riuscire a fare con tutte le sue forze, quello che ama: l’attore”.
Così il regista Luca Manfredi racconta il film, una coproduzione Rai Fiction – Ocean Productions in onda il 24 marzo su Rai1 in prima serata. Nel film-tv l’attore romano è interpretato da Edoardo Pesce. “Sordi – continua Manfredi – è stato il grande ‘mattatore’ della commedia all’italiana, rappresentando ‘l’italiano medio’ con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, e interpretando spesso le due facce della stessa medaglia: lui è stato l’eroe e il vigliacco, la vittima e il persecutore, l’ingenuo e il cinico calcolatore. Ma anche nei personaggi più cinici e miserabili, trova quasi sempre un riscatto. La forza di Sordi è stata la sua grande capacità di osservazione della gente comune, dei loro vizi e dei loro atteggiamenti fisici, che trasferiva poi nei suoi personaggi in un gioco di tic e di invenzioni, come il suo famosissimo ‘saltello’, rubato a un ‘elegantone’ che voleva darsi un tono, quando Sordi faceva l’usciere d’albergo a Milano”.
“Grazie a questa sua innata capacità di osservazione – evidenzia Manfredi – Sordi ci ha regalato una galleria di personaggi indimenticabili, trasferendo nei suoi oltre duecento film i vizi e le virtù di tutti noi italiani, facendoci ridere e piangere al tempo stesso, come solo un grande artista sa fare. Forse anche in epoca di ‘coronavirus’, avrebbe interpretato un imprenditore che si approfitta della situazione per fare soldi, per poi pentirsene amaramente, cercando un riscatto finale”.
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