Lou von Salomé: musa della psicanalisi

Il biopic, in sala con Wanted Cinema e Valmyn è diretto dalla regista tedesca Cordula Kablitz-Post


Lou von Salomé, anche nota come Lou Andreas-Salomé, è stata una delle figure-simbolo dei fermenti culturali dell’Europa di fine Ottocento-inizi Novecento. Anticonformista, eclettica, eccentrica,libera. Donna di un’intelligenza raffinata, musa di grandi poeti, intellettuali, giocosa compagna di letto e contraltare di intense discussioni.

La sua produzione saggistica fu ricchissima. Il mondo dello spettacolo ha tratto ispirazione dalla sua vicenda: Liliana Cavani ha realizzato un film “sconvolgente” ispirato alla sua biografia: Al di là del benee del male (1977), Giuseppe Sinopoli un’opera teatrale, Lou Salomé (1981). La sua biografia ha ispirato anche un film recente (2016), in arrivo nelle sale italiane (dal 26 settembre, con Wanted Cinema e Valmyn): Lou Von Salomé, diretto dalla regista tedesca Cordula Kablitz-Post,al suo debutto nella fiction cinematografica (chi era all’ultima edizione della Berlinale la ricorda per il documentario musicale Weil Du nur einmal lebs, sulla band di culto Die Toten Hosen).

Nata nel 1861 a San Pietroburgo, presto la giovane Lou si rende conto di non avere gli stessi diritti come donna in un mondo dominato dagli uomini. Da allora, per far riconoscere i suoi talenti e la sua indipendenza, si sottrae fermamente all’amore carnale. Contro il volere della madre studia filosofia, scrive poesie e frequenta i circoli intellettuali. Studentessa vorace, incontra a Roma i filosofi Paul Rée (Philipp Hauß) e Friedrich Nietzsche (Alexander Scheer), i quali rimangono affascinati da questa ragazza intelligente e inarrivabile, tanto da chiederla entrambi in moglie, venendo incontro a un rifiuto.Ma quando entra in scena il giovane autore Rainer Maria Rilke (Julius Feldmeier) , allora ancora sconosciuto, che corteggia l’ormai affermata scrittrice con la poesia, lei se ne innamora e diventa sua consigliera e promotrice. Per la prima volta si lascia coinvolgere in una relazione alla quale seguiranno molte altre.

All’età di 50 anni conosce Sigmund Freud e scopre la psicoanalisi, diventando una dellesue allieve predilette e influenzando anche alcune delle sue teorie fondamentali.

Nel 1933, quando lescure nubi del nazionalsocialismo offuscano la Germania, troviamo un’anziana Lou von Salomé a Gottinga. Insieme al giovane germanista Ernst Pfeiffer (Matthias Lier) ripercorre la sua movimentatavita: la lotta per la libertà, i successi nel campo della filosofia, della letteratura e della psicoanalisi e lascoperta dell’amore in tarda età…«Lou von Salomé non si farebbe mettere i bastoni tra le ruote neanche oggi. Difenderebbe sempre lasua libertà», afferma la regista.

«Nella sua epoca era vista quasi come una pazza, perché conduceva una vita troppo diversa, del tutto lontana dall’immaginario morale della società del suo tempo. Era considerata scandalosa, perché non si preoccupava proprio di quello che gli altri pensavano di lei. Lei faceva e basta. Se ci dovesse dire qualcosa oggi sarebbe: ‘Vai per la tua strada, sii te stessa e diventa la persona che sei!’». Lou von Salomé a 6 anni è interpretata da Helena Pieske, a 16 da Liv Lisa Fries, tra i 21 e i 50 da Katharina Lorenz, a 72, nel momento in cui detta le sue memorie a Pfeiffer , da Nicole Heesters.

Tante minuzie , tanti dettagli in questa biografia firmata da Kablitz-Post su una vita piena, «eccezionale», ricca di rapporti umani, di amicizie, di amori, di produzione letteraria, di anticonformismo, di rifiuto di certe convenzioni, di indifferenza alle critiche. Una vita che pare il simbolo di una vera liberazione femminile. E le virtù e i difetti che può avere un film biografico.

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24 Settembre 2019

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