‘L’oro di Napoli’, la grandezza dell’antiretorica e la cultura della perfezione

Andrea De Sica, Aurelio De Laurentiis e Chiara Sbarigia per la prima mondiale del capolavoro di Vittorio De Sica, a 70 anni dall’uscita del film, al Lido in versione restaurata digitale 4K, a cura di Filmauro e Cinecittà: la pre-apertura di Venezia81


VENEZIA – 70 anni da L’oro di Napoli, 50 anni dalla scomparsa di Vittorio De Sica, 10 dall’addio a Manuel De Sica, che in vita s’è sempre occupato di curare i restauri dei film di suo papà, eredità che ha raccolto Andrea, figlio del musicista e nipote di Vittorio, che a Venezia81 – con Aurelio De Laurentiis e Chiara Sbarigia – presentano la prima mondiale del film, versione restaurata digitale 4K, a cura di Filmauro e Cinecittà.

“Mio papà Manuel – nella cura dei restauri del nonno – s’è fermato proprio a L’oro di Napoli, e io, da figlio, ho avuto bisogno di metabolizzare questa eredità, mostrando il film anche a mia figlia Maria, 10 anni, ricordando come fece mio padre con me. Per la supervisione si discute molto di aspetti pratici e certamente la conservazione dei materiali di Filmauro era eccellente: Aurelio mi conosce da quando sono nato, era amico di mio papà, e lui mi ha accolto in modo paterno, tanto che stiamo lavorando anche su Il giudizio universale; per L’oro di Napoli, Cinecittà è subentrata con uno staff di altissimo livello e poi il direttore Alberto Barbera ci dà grande prestigio a presentarlo come pre-apertura, è il riconoscimento di un capolavoro. Il cinema viene ritenuta un’arte di consumo industriale: nostro compito è preservarlo tecnicamente e promuoverlo. Vittorio De Sica è stato mal criticato allora, per ‘bozzettismo’, ma questo film è l’atto di fondazione della Commedia all’italiana, oltre che il primo film in cui Totò non improvvisa: accettò di lavorare su sceneggiatura, pur di lavorare con De Sica”.

Una sceneggiatura scritta dallo stesso Vittorio De Sica con Cesare Zavattini, con soggetto tratto dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, e proprio sulla scrittura arriva il commento di De Laurentiis, che non manca di celebrare quella straordinaria del grande cinema del passato, facendo anche una riflessione sul presente: “L’oro di Napoli è un film moderno e antesignano di quello che sarebbe accaduto col Boom, da cui nasce la Commedia all’italiana, che mischia tragico e comico, qualcosa già presente proprio in questo film. Mentre, non sono tanto convinto della qualità del cinema italiano presente: siamo deboli sulla scrittura rispetto ai francesi e altri Paesi. C’è qualcuno, e non voglio fare nomi, che non vuole far crescere i produttori e tiene alti i budget”. Per De Laurentiis sussiste l’importanza di preservare e promuovere la tradizione del cinema italiano e fa leva sulle istituzioni sostenendo che: “bisogna chiedere un supporto ai Ministri della Cultura e dell’Istruzione, affinché si possa programmare nelle scuole un film a settimana sin dalle medie, per spiegarlo, e poi rivederlo al ginnasio, poi all’ultimo anno di liceo: sarebbero da scegliere 50 film imperdibili”.

Per Andrea De Sica, “L’oro di Napoli è un film senza retorica: lui stesso, Vittorio, ha un’autoironia che ha aperto la strada ai mostri cinematografici, e lì vedo la sua grandezza, come nell’episodio in cui insulta un bambino perché ha offeso il suo ego, così dimostra la grandezza dell’antiretorica. All’epoca De Sica era criticato: in Italia era riconosciuto il più anticommerciale del cinema italiano, mentre mia nonna si vendeva i gioielli al mercato nero per poter fare Ladri di biciclette” ma “gli stranieri erano attratti e compiaciuti”, ricorda De Laurentiis.

Con l’occasione del restauro, Andrea De Sica ama raccontare come – oltre che sull’immagine – sia stato fatto “un lavoro incredibile anche sul sonoro: era un film molto avanti, con la presa diretta, e si sente. C’è anche disponibile un backstage audio, abbiamo ritrovato questa rarità. Film come questo sono dei long seller”.

De Laurentiis, infine, ricorda come lo scorso dicembre con FilmAuro abbiano “ricominciato a far vedere film del passato, con il primo Vacanze di Natale (1983): abbiamo battuto i due film USA in testa al botteghino in quel momento e questo mi ha dato coraggio nell’immaginare di riproporre film del passato. L’oro di Napoli è stato fatto che avevo 5 anni, 20 anni dopo ho cominciato a fare il produttore: il restauro e la conservazione sono un discorso molto importante. De Sica era un regista con la cultura della perfezione” e il produttore, dopo la pre-apertura veneziana, desidererebbe potesse essere fatta una prima al San Carlo di Napoli e poi un’uscita al cinema.

Il restauro de L’oro di Napoli è stato curato da Cinecittà, per iniziativa della Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, con la supervisione artistica di Andrea De Sica.

 

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27 Agosto 2024

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