LOCARNO 2001


Un italiano e mezzo l’anno scorso (Gostanza da Libbiano e lo svizzero Azzurro) tre e mezzo stavolta, per la prima edizione del festival di Locarno (guarda il sito) diretta da Irene Bignardi. Un bel numero e una selezione più internazionale che mai se pensate che a rappresentare l’Italia ci saranno, dal 2 al 12 agosto 2001, un’opera prima recitata in turco, un road movie con personaggi francesi e portoghesi e anche una storia brasiliana ma prodotta da Fabrica. Mentre in giuria, accanto a Laura Morante, siederà Ferzan Ozpetek, turco d’Italia e autore, con Le fate ignoranti, di uno dei film più importanti dell’annata.
Ma vediamo subito i titoli in competizione per il Pardo: che sono Alla rivoluzione sulla due cavalli di Maurizio Sciarra, Dervis (Il derviscio) di Alberto Rondalli, Non è giusto di Antonietta De Lillo, Bicho de sete cabeças di Lais Bodanzky.
Il derviscio, tratto da un romanzo (Il derviscio e la morte) di Mesa Selimovic, è girato in Cappadocia e interpretato da attori turchi: è una storia di destini ineluttabili e antica saggezza ambientata nell’Impero Ottomano alla fine del XIX secolo e ruota attorno a un sopruso e all’impossibilità della vera giustizia, anzi, l’ingiustizia finisce per provocare una “conversione alla rovescia”. Alberto Rondalli, già apprezzato per un mediometraggio proposto alcuni anni fa a Pesaro, Quam mirabilis, arriva dalla scuola di Bassano, ma ha lavorato anche con Eugenio Barba e Kieslowski.
Alla rivoluzione sulla due cavalli ripercorre invece un viaggio da Parigi verso Lisbona nell’estate del 1975. La rivoluzione dei garofani vista da un italiano, un portoghese e una ragazza francese. Maurizio Sciarra, già autore dell’apprezzato La stanza dello scirocco con Giancarlo Giannini, stavolta lavora con Adriano, figlio del grande attore e un cast internazionale e multilingue
Non è giusto è un I bambini ci guardano dove l’immaturità dei grandi è messa a confronto con i turbamenti di Sofia e Valerio, due quasi adolescenti, figli di genitori separati, in vacanza con i padri.
Infine Bicho de sete cabeças, altro quadro familiare, ancora più agghiacciante. Il film, coprodotto da Fabrica, si ispira a una storia vera: quella di un ragazzo chiuso in manicomio da suo padre.
Niente da invidiare, almeno sulla carta, ad altri festival (è storica la rivalità con Venezia proprio sulle scelte italiane). Ma la nostra presenza a Locarno non si esaurisce al concorso. Tra i Cineasti del presente troviamo ben otto titoli in una sezione video che vede in giuria la presenza di Fernanda Pivano. Sono Jazzwomen di Gabriella Morandi, Made in Hong Kong di Giuseppe Baresi, Nato e Cuore di cane di Marco Agostinelli, Il paese delle rane di Alberto Momo, Shanghai mon amour di Francesco Conversano e Nene Grignaffini, La strada del bosco di Tonino De Bernardi, Camera obscura di Roberto Paci D’Alò, impegnato anche nella performance Blue Stories, infine La voce a te dovuta, dove il figlio Jacopo racconta il padre Vittorio (Gassman).
Ancora un omaggio a Jean Marie Straub e Danièle Huillet con mostra fotografica, una rassegna di documentari su questi due autori apolidi ma che hanno scelto di vivere a Roma e la visione del loro ultimo film, Operai, contadini, tratto da Vittorini e meritevole di un’attenzione ben più vasta di quella incontrata a Cannes. Infine, l’annunciata retrospettiva sul peplum all’italiana, con dieci film da Cabiria a Sergio Leone a cura della SNC-Cineteca nazionale (olimpo. Esterno giorno) e il “Concerto Fotogramma” di Nicola Piovani, per illuminare anche di musica la Notte di San Lorenzo.
Ulteriori informazioni sul sito ufficiale. Mentre il programma internazionale lo trovate su cinemazip.

autore
18 Luglio 2001

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