Lino Guanciale: “tra i ‘Sopravvissuti’, guidato dal senso della speranza”

Una barca con 12 passeggeri salpa per una traversata oceanica: è la storia dell’Arianna, di una tempesta, di una sparizione dai radar: Carmine Elia dirige​ inoltre Barbora Bobulova, Pia Lanciotti.


Una storia di mare e di sopravvivenza. Un mistero e la speranza. Una storia corale e altrettanto individuale, quella di Luca Giuliani (Lino Guanciale) che salpa in barca a vela da Genova, e quella di Arianna, nome della barca, dato in memoria di una figlia perduta: ci sono 12 passeggeri e il viaggio è una traversata oceanica. Ma il mare, si sa, come la Natura tutta, può essere imprevedibile e una violenta tempesta – che può “verificarsi una volta su un milione”, come si racconta nella serie – fa scomparire l’Arianna dai radarUn anno dopo viene ritrovato il relitto: a bordo, vive, 7 persone. Quale segreto avvolge i superstiti e quale le vittime?

Una serie diretta da Carmine Elia, protagonista di punta Lino Guanciale, insieme ad un cast che include anche Barbora Bobulova, Pia Lanciotti, Elena Radonicich, Fausto Maria Sciarappa, Luca Biagini, Vincenzo Ferrera, Camilla Semino Favro, Alessio Vassallo.

Un ragno corre sulle strutture di metallo cromato di una barca, sulla stessa è steso un uomo: volto tumefatto, barba e capelli incolti, torso nudo. Sembra dormire, finché avverte il rumore di un’altra omologa nei pressi, si sveglia, si alza: è un Lino Guanciale contemporaneo Robinson Crusoe o nostrano “Cast Away”, che grida un “aiuto” disperato. Nella mano sinistra stringe un oggetto improprio. È uno dei Sopravvissuti di “un’avventura molto appassionante, realmente esaltante. L’elemento di fascinazione c’è quando le produzioni funzionano sin dalla scrittura: l’investimento per questo lavoro è anche per rendere giustizia alla grande capacità inventiva della scrittura, che porta il senso di meraviglia che ci dovrebbe essere sempre davanti a un racconto complesso. I personaggi escono tutti radicalmente cambiati e il cambiamento stesso ha un volto complesso: ciascuno ha i propri strumenti per confrontarsi con la realtà e la trasformazione radicale è anche di quelli rimasti a casa, di chi sopravvive rimanendo a casa, ma Luca più volte ribadisce il senso della speranza e di lui mi è rimasto addosso moltissimo il significato di ‘famiglia’, al di là di ogni retorica”.

Di questa storia, di cui si cerca un seme nel Lost che fu e che ha fatto storia in materia, Guanciale dice di voler integrare “il riferimento con Homeland, che racconta di un enorme cambiamento, di una vertigine interiore profondissima, per cui è un altro specchio in cui guardare i riferimenti della serie”. 

Ma sopravvissuti, appunto, sono anche quelli che sono rimasti a casa in questa vicenda, attanagliati dal silenzio tombale del non sapere nulla delle loro persone, là in un mare senza un riferimento, e con la quotidianità che continua tra rassegnazione, rabbia furibonda, pianto, e la speranza “umile e concreta che porta avanti l’umanità”, come evoca un prete a memoria della scomparsa della barca, anche se “all’angoscia dell’assenza, preferirei trovare i corpi” recita Stefano, il personaggio di Sciarappa.  

Maria Pia Ammirati, direttore Rai Fiction, presenta la serie come “un titolo importante: usciamo da tempi in cui la sopravvivenza ci sembra la cosa meno scontata. È una grandissima sfida narrativa perché parliamo di 12 persone che partono per un viaggio mistery, thriller, action, che si muove su passato e presente: è una linea complessa, che intrigherà i telespettatori e il piacere sarà vedere il tirante orizzontale verso la scoperta. Dopo Leonardo, è il secondo titolo di traino italiano con la co-produzione insieme a Germania e Francia, nella sostanza tre tv pubbliche che mettono insieme un linguaggio comune: questo è un esperimento tutto a conduzione italiana, quindi il nostro impegno è stato notevole con Carmine Elia, che ha tirato le fila di una storia complicata e che ha diretto tre cast internazionali. È una storia di tante storie, e dovremo arrivare alla fine per capire il grande segreto che unisce i sopravvissuti. Ci sono poi domande universali alla base, trasportabili ovunque, non mi sembra ci sia un confine: questa è una serie curiosa anche per il genere mistery, che facciamo pochissimo, ma proprio perché ha come matrice Lost secondo me può essere esportato dappertutto, ecco perché è un titolo internazionale”. 

Per il regista Elia: “Il livello alto di scrittura è stato un vantaggio. È una storia complicata, ma la sfida è stata raccontare l’imponderabile: questi personaggi hanno un percorso un po’ allegorico, cambiano in modo vero e la menzogna diventa qualcosa di necessario. Tutta la sinergia ha permesso questa ‘pazzia’ perché ci sono state competenze di altissimo livello: noi stessi ci siamo meravigliati di quello che si stava facendo”. E, sempre Elia, parlando della città in cui s’è scelto di ambientare la serie, aggiunge sia stata voluta: “Genova perché si prestava a raccontare questa storia: ha l’elemento mare ma anche le montagne che incombono. È una città affascinante, con il fascino misterioso dei caruggi”, anche simbolici tra luce e buio, che s’insinuano ramificati e contradditori nel centro “narrativo”. 

Tra i “naufraghi di mare”, come si definiscono gli stessi interpreti, Barbora Bobulova è Giulia, attrice e punta di diamante pop dell’attraversata benefica, imbarcata con il marito e il figlio adolescente, e sorella del personaggio di Elena Radonicich, Titti, che resta invece tra i “sopravvissuti di terra” nel capoluogo ligure: “è un personaggio stonato, complicato, pieno di magagne e cose inafferrate e inafferrabili. Il ritorno dei naufraghi anche per Titti ha un grande impatto, che genera un cambiamento enorme: finalmente cresce, forse. È un personaggio molto vivo”. Mentre Bobulova spiega che: “L’unica cosa in comune col personaggio è l’essere attrice; lei sale su questa barca alla continua ricerca di essere sempre al centro dell’attenzione, ma poi di lei si scopre una grande umanità, nella ricerca del difficile rapporto col figlio Nino”. 

Pia Lanciotti, non una delle sopravvissute della barca, ma di quelle a casa, disperate nella lacerante attesa di un silenzio che non si rompe, è Anita, mamma del cardiologo di Alessio Vassallo (Gabriele) e poliziotta: “Lei cercherà la sua verità, che sente nel sangue. Ci saranno una verità di terra e una di mare, bisognerà vedere quale vincerà. Lei è una ferita aperta che vaga, che tenterà forse miracolosamente di rimarginare. Prima Anita era un poliziotto rigido, maschile, innamorata di suo figlio: c’è qualcosa che ribolle nel suo sangue, che va nelle viscere e le fa chiedere se fosse davvero così”. 

Sopravvissuti è una serie dell’Alleanza Europea, una coproduzione Rai Fiction, Rodeo Drive, France Télévisions, Cinétévé, ZDFneo: viene trasmessa, in prima visione e in prima serata, su Rai 1 da lunedì 3 ottobre, per 12 episodi.  

autore
28 Settembre 2022

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