GIFFONI VALLE PIANA – “Amo profondamente il mio paese ma vedo che è in una condizione disperante, perché non riesce ad offrire ai propri ragazzi una prospettiva futura”. A dirlo è Luciano Ligabue, ospite oggi del Giffoni Film festival dove gli è stato consegnato il Premio Francois Truffaut. Parlando del film di Pier Giorgio Gay Niente Paura, presente fuori concorso alla prossima Mostra del Cinema di Venezia dice che la sua collaborazione non consiste nell’essere la voce narrante, come è stato scritto dai giornali, ma nell’aver fornito diverse canzoni per la colonna sonora. La sua voce, affidata alle sue canzoni, è stata usate dal regista come filo conduttore rispetto a ciò che raccontano i veri protagonisti.
“Il film – dice Liguabue – racconta dell’amore profondo per questo nostro paese, ma si tratta di un amore difficile perché è un paese non riesce a decollare, non riesce a progredire. E questo lo dico al di là di ogni orientamento politico”. E aggiunge: “Mentre sceglievo le canzoni insieme al regista, ho letto alcuni articoli della nostra Costituzione, per me fondamentale”. Commentando il titolo del film, parlando del sentimento della paura, Ligabue spiega che “Per quanto la paura sia normale è però un sentimento di chiusura. Bisogna affidarsi invece alla vita e il movimento naturale della vita è il cambiamento. E’ molto facile, soprattutto oggi, rassegnarsi allo sconforto, dire che la società fa schifo, che il mondo fa schifo. Ma così non andiamo da nessuna parte. Penso che sia più difficile ma più produttivo il sentimento della speranza, l’autodeterminazione, l’assumersi ognuno le proprie responsabilità”. Sul Ligabue Day, del 15 aprile scorso, che ha visto la proiezione in oltre 100 cinema italiani, di un suo concerto tenuto nel 2008 allo Stadio Olimpico di Roma, dice che è stata un’esperienza esaltante, che in un certo senso è stato un evento che ha “profanato” il tradizionale uso della sala cinematografica registrando il tutto esaurito e “questo – dice – ha fatto arrabbiare molte persone. Quello che è accaduto con il Ligabue Day un po’ mi inquieta perché mi dice che il cinema non basta più a se stesso. Ma dopotutto anche questo fa parte di una società in cambiamento”.
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